reloaded di una mia denuncia risalente ad un anno fa – scrivo di Pozzuoli

reloaded di una mia denuncia risalente ad un anno fa – scrivo di Pozzuoli

reloaded – purtroppo!
Era il 25 agosto scorso ed io scrivevo di una serie di problemi evidenziati al mio arrivo – come quello di oggi 1 agosto – un anno fa. Non solo nulla è cambiato, ma è peggiorato: non venitemi a dire che io sia il “solo ed unico” bischero dallo scorso anno ad oggi a rilevare la scarsa segnaletica all’uscita della Tangenziale di via Campana verso la variante Solfatara? Immagino vi siano stati altri “denuncianti”, vi sia stato anche qualche incidentuccio o quisquilie varie…..Io ripropongo il tutto sotto forma di denuncia civile: un luogo così ricco di Storia non può essere amministrato da dilettanti allo sbaraglio.

Parlo di Pozzuoli. Ci ritorno più frequentemente e riesco a cogliere alcune piccole trasformazioni positive che tuttavia finiscono per scomparire di fronte al peggioramento (negli anni Sessanta e Settanta della mia adolescenza molti aspetti di sciatteria e maleducazione venivano già denunciati) del livello educativo soprattutto nei rapporti sociali. Alcuni di questi difetti forse appartengono al “mondo” ma dalle nostre parti si avvalgono di molti “bonus” peggiorativi. E le Amministrazioni si impegnano, con la loro assenza o con la loro presenza a facilitarne la diffusione. Comincio con un esempio: inizio Agosto, torno a Pozzuoli con l’auto (per fortuna, in autunno ci ritornerò con il treno); risparmio i lettori dall’accanirmi verso i colleghi conducenti che mi hanno accompagnato lungo la Tangenziale (un miglioramento c’è, ma è dovuto alle multe salatissime comminate ai “piloti” di Formula 01 che zigzagavano imperturbati fra gli inermi timidi conducenti rispettosi dei limiti e dei vincoli civili) ma, usciti a via Campana, imbocco la rotonda che mi fa tornare indietro verso la variante Solfatara. Che dire? Sono esterrefatto dalla grande confusione della segnaletica di fronte ad un Progetto che sicuramente ha grande valore ma che evidenzia in questa fase l’incapacità (perlomeno l’incapacità) di far interloquire amministratori e progettisti, progettisti e realizzatori: la “logica” acclarata dai fatti è che si deve procedere in una direzione che viene negata dalla segnaletica per cui procedendo si corre l’enorme rischio di incontrare una vettura di fronte che vanti i medesimi tuoi diritti. Mentre procedo a tentoni (le indicazioni sono carenti e testimoniano sciatteria ed incuria di chi deve amministrare, cui tocca il compito di verificare “scientificamente” – ma forse è chiedere troppo! – sulla carta e sul terreno le modalità di attuazione dei Progetti, ancor più in una strada ad elevato scorrimento come quella di cui si parla)….. il resto ve lo risparmio.

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VENERDI’ 7 AGOSTO ORE 20.30 PRESSO NUDIBRANKO – BAIA PORTO (CAMPI FLEGREI – NAPOLI)

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VENERDI’ 7 AGOSTO ORE 20.30 PRESSO NUDIBRANKO – BAIA PORTO (CAMPI FLEGREI – NAPOLI)

Una semplice anticipazione; scriverò più dettagliatamente domani.

Venerdì 7 agosto ore 20.30 una parte dei “flegrei” presenti nella manifestazione “A Sud dell’Expo – Saper & Sapori” organizzata a Castel di Sangro da Mario Papili – Maria Santucci con l’ausilio di Ida Di Ianni e Angela Schiavone presenteranno parte dei loro interventi al Ristorante “NUDIBRANKO” sul Porto di Baia. Il Ristorante è gestito dalla famiglia Emanato, in particolare da Michelangelo.

Saranno trattati in modo “culturale” i rapporti tra il cibo e la letteratura (Matilde Iaccarino), tra il cibo e l’archeologia (Angela Schiavone) e tra il cibo e il Cinema (Giuseppe Maddaluno).

Il Ristorante preparerà un menù particolare tutto da gustare.

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E, di nuovo, dico che LA CULTURA – solo essa – CI SALVERA’

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E, di nuovo, dico che LA CULTURA – solo essa – CI SALVERA’
Sì, certo. Contrappongo alla Cultura la politica, non quella collegabile ad una gestione dei beni comuni tesa all’ottenimento di obiettivi positivi ma quella che privilegia personalissimi interessi individuali e quelli di lobbies e gruppi di Potere visibili ed invisibili all’interno della complessa melassa finanziaria internazionale.
Quella politica aborre la Cultura, se ne serve però finchè contribuisce a far crescere il consenso e poi la allontana da sé quando i suoi sacerdoti, gli intellettuali, fanno il loro mestiere in autonomia.
Ho conosciuto la Politica, dopo aver praticato essenzialmente la Cultura, senza però mai lasciarla ma utilizzandola all’interno della pratica politica come strumento indispensabile: i miei interventi pubblici e quelli in Consiglio comunale, i miei progetti in Circoscrizione, la mia attività nel PD prima durante e dopo la sua costituzione hanno avuto come elemento fondamentale di riferimento costante la pratica della Cultura e del Pensiero, aggiungerei “libera/libero” se questo però non inducesse in errore di valutazione, facendo di me una figura di tipo anarchico. Non mi sento tale, avendo sempre inserito nei miei progetti la massima condivisione, quell’”insieme” che è una delle basi che pongo e propongo a chi incontro per lavorare.
Oggi, e da alcuni mesi, rifuggo dalla Politica praticata da personale inadeguato culturalmente ed umanamente, professionalmente sospinto, più che da un desiderio di essere “al servizio”, dalla volontà di corrispondere ad ambizioni personali non sempre oneste; perché “quantunque” fossero oneste ciò non basterebbe a superare quel “gap” qualitativo che emerge dappertutto nelle generazioni nuove e in quelle “rinnovate ad arte” sedicenti “rivoluzionarie copernicane”, alle quali invece amnca proprio il “quid” necessario a farsi accreditare come tali.
E’ un quadro abbastanza desolante, molto diffuso; anche se qualche eccezione non manca, riusciamo ad intravederla e ci viene da dire con quella che è un augurio di speranza disperata “se son rose fioriranno” ricordando però di fare attenzione sempre alle “spine”!

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