L’IPOCRISIA e la raccolta “porta a porta” nel Macrolotto Zero di Prato

L’ipocrisia e la raccolta “porta a porta” nel Macrolotto Zero di Prato

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Nei giorni scorsi si è diffusa qui a Prato una polemica innescata dall’annuncio che l’Amministrazione comunale non avrebbe consentito la realizzazione della “Festa delle luci” che la comunità cinese intendeva riproporre nel Macrolotto Zero (San Paolo – Via Filzi- via Pistoiese e dintorni) dopo il successo dell’edizione del 2016. Contemporaneamente a questo annuncio vi era stata la presa di posizione del Comitato di via Pistoiese – Macrolotto Zero che si opponeva alla manifestazione. E subito dopo l’annuncio del Comune che collegava il diniego alla Festa con la difficoltà a realizzare pienamente e correttamente la raccolta dei rifiuti “porta a porta” si era levata la protesta della Sinistra che considerava tale scelta come reazionaria e diseducativa. In risposta a quest’ultima si riscontrava il commento di un membro della Giunta comunale che la etichettava come “ipocrisia”.
Ed è su questo termine che, come evidenzia il titolo del post, mi voglio produrre oggi.
Se “ipocrisia” vi è, questa è espressa dall’ Amministrazione comunale! Le principali ragioni per non consentire la realizzazione della “Festa delle luci” risiedono nel fatto che questa è stata finanziata nel 2016 dalla Regione Toscana e che per il 2017 tale finanziamento non vi è stato. Il Comune dunque avrebbe dovuto subentrare alla Regione ma non lo ha potuto fare per mancanza di fondi e, ipocritamente, trova la giustificazione collegando il niet alla raccolta porta a porta. Il fatto stesso che poi tale atteggiamento puramente repressivo e scarsamente educativo abbia avuto la sponda da una organizzazione “destrorsa” come quella del Comitato di via Pistoiese che guarda ai processi di integrazione in modo prettamente unilaterale è significativo della posizione che l’attuale maggioranza di Governo della città, che vorrebbe presentarsi come Sinistra o centrosinistra, va proponendo. Più “IPOCRISIA” di così cosa vorreste?
I rapporti con la comunità cinese e di questa con quella autoctona (ma già composta da un sostanzioso “melting pot” interno ed esterno) sono contrassegnati da una profonda differenza di cultura e di tradizioni e non bastano certamente gli interventi pur apprezzabili che si svolgono in pochi luoghi centralizzati, come può essere il Circolo Curiel, nè si può pensare che tutto si risolva con interventi urbanistici velleitari che finiscono per coinvolgere solo la parte culturalmente più elevata della comunità cinese.
Per la corretta realizzazione dl porta a porta occorrerebbe il coinvolgimento di rappresentanti di condominio che si responsabilizzino nel ruolo educativo. A questi ovviamente ci si potrebbe riferire per un primo essenziale controllo. Sugli oli esausti ritengo sia molto importante avere più punti di raccolta nella zona del Macrolotto Zero: a tutta evidenza non bastano quelli del Circolo di via Cilea e quello di via Lorenzo da Prato. Allo stesso tempo occorre creare soprattutto nei primi tempi del “porta a porta” una task force che controlli a tappeto il territorio e fornisca indicazioni e suggerimenti atti anche a migliorare i rapporti tra la comunità straniera predominante e gli abitanti del quartiere.
Poiché uno degli ostacoli a tutto questo è la lingua, sarebbe bene prevedere mediatori culturali sempre presenti.
Poiché parlavo di “IPOCRISIA” mi piace sottolineare che purtroppo questa è una delle anime fondamentali della pratica politica, che ci avrebbe fatto piacere superare nel nostro impegno. Ma tant’è: ci siamo ritrovati in piena prima Repubblica, infarcita di menzogne indorate da ottimismo. Speriamo nel nuovo anno, ma le prospettive non sono rosee. BUON 2017!!!

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