CASE – 15

Bisenzio in Galilei
CASE – 15

Riprendo il racconto “CASE” lasciato alla 14a parte lo scorso 27 febbraio

Un quinto piano dal quale ci si affacciava su due giardini condominiali e da una parte e dall’altra si poteva godere il paesaggio collinare dei contrafforti della Calvana e della valle del Bisenzio, il cui corso era a pochissimi metri di distanza.

L’appartamento, molto luminoso, era composto da un ingresso abbastanza ampio che fungeva anche da spogliatoio. A destra attraverso una porta a vetri si accedeva in un’ampia cucina con angolo cottura diviso da una porta a soffietto ed una zona pranzo luminosissima perché dotata di una grande finestra.
Dall’angolo cottura si accedeva anche ad un minuscolo terrazzino lato Nord dotato di pozzetto-lavatoio.
A sinistra dell’atrio di ingresso vi era un’altra porta a vetri che dava sulla sala soggiorno, anch’essa illuminata da un’ampia finestra e da un ingresso secondario sulla terrazza rientrante ed anche per questo abitabile, lato Sud.
Di fronte all’ingresso da una porta si accedeva attraverso un corridoio, al cui lato sinistro era collocato un grande ed alto armadio a muro – rispostiglio, a destra nel bagno, anch’esso ampio e completo, illuminato da un finestrone che dava sul terrazzino Nord, ed alle due camere da letto (una di fronte – la più grande, illuminata da una grande finestra; l’altra leggermente a sinistra più piccola che dava sulla terrazza Sud).
L’appartamento era completato da un garage confortevole.
Era la nostra prima abitazione vera e propria; per arredarla ci portammo un po’ dei mobili che avevamo acquistato negli anni feltrini (là eravamo, come ricordavo, in un locale parzialmente ammobiliato), e qualche altro oggetto di provenienza familiare (mobili costruiti in modo artigianale, ed anche per questo preziosi, da mio nonno, abile carpentiere) ci fu portato da Pozzuoli.
Ma non ci fa alcun dispiacere (eravamo giovani e gagliardi) ricordare che nei primi mesi abbiamo dormito su materassi collocati a terra, in attesa di completare il nostro mobilio; appariva a chi veniva a farci visita un accampamento profughi ma era casa nostra e ci stavamo benissimo.

E ci siamo rimasti per dieci anni. Nel 1984 a gennaio (giorno dell’Epifania, quell’anno, l’ 8) nasce nostra figlia Lavinia e nel 1990 sempre a gennaio (giorno dell’Epifania, ma il 6) nasce il nostro piccolo Daniele. Doni straordinariamente belli, di cui parlerò altrove. L’appartamento cominciava ad essere troppo piccolo: bisognava cercarne un altro. E ci si mise d’impegno anche se – in un primo momento – con molta calma.

CASE 15 – continua…..
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