UNA VACANZA FORZATA DALLA MIA “non volontà” – parte 2

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Cerco di capire se questa fortuna sarà anche accompagnata da sguardi o parole; ma la signorina si trincera dietro occhialoni scuri ed un auricolare e mi fa compagnia solo la sua avvenenza. Fino a quando, però, non si affaccia allo scompartimento una signora che, richiamandola alla realtà effettuale le dice che, se vuole, potrà stare con loro in un altro scompartimento dove un signore si è dichiarato disponibile a scambiare il posto. Fine della bella compagnia: lo scambio non è alla pari, sia per sesso che per qualità della presenza. Mi si para davanti un omaccione grezzo e mal curato nell’aspetto che tuttavia rimane lì in silenzio e non partecipa al dibattito che intanto ha rivelato che il giovane accanto a me è poco più che maggiorenne, non è andato al di là del biennio delle superiori superando soltanto l’obbligo ma null’altro che quello e non ha una gran voglia di lavorare, anche se non gli manca quella di divertirsi. E’ uno di quei prototipi del quale faresti volentieri a meno ma che ormai risulta essere molto diffuso nella moderna società. Ascolto rimanendo in silenzio i materni consigli delle madrine che lo fronteggiano mentre la madre è solo poco meno silenziosa di quanto lo sia io. Il dibattito è un tributo alla Maria De Filippi ed a quei deprimenti talk che conduce sulle reti berlusconiane, e sono estremamente felice di non parteciparvi. Ascolto e prendo appunti, mentre il bimbo cerca con evidenti difficoltà di addormentarsi tra le braccia della giovane madre. Hanno tutti della scuola un parere davvero poco lusinghiero; nessuno dei miei compagni di viaggio, credo anche quello da poco subentrato, ha avuto un rapporto costante con quella istituzione. A partire dalla ragazza in carne, quella delle patatine, che trasuda saggezza inutile e d’accatto, per andare alla giovane mamma che dispensa consigli pedagogici ricevuti da genitori antichi ma che sanno di stantio ed allo stesso ragazzotto che ripete pedisseque riflessioni senza senso pratico alcuno, così tanto per dire o per sentito dire.

parte 2 – continua

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