ANNIVERSARI – un anticipo per il prossimo anno – a cinquanta anni dal ’68

ANNIVERSARI – un anticipo per il prossimo anno – a cinquanta anni dal ’68

011-espresso-fr

Nell’articolo “Gli incompetanti” Raffaele Simone (“L’Espresso n.39 del 24 settembre 2017) , tra le altre cause di incultura ed incompetenza del ceto politico ne cita una che mi coinvolge direttamente dal punto di vista anagrafico (quando accenna alla generazione “di persone preparate male o per niente…gli insegnanti nati attorno al 1950”). Potrei anche non sentirmi direttamente coinvolto, essendo nato nel febbraio del 1947, ma siamo là: non sono per niente d’accordo con il prof. Simone soprattutto nella relazione che costruisce tra la scuola “sessantottina” perché è di ciò che si tratterebbe al di là del riferimento a quegli anni e la profonda incompetenza diffusa tra il ceto politico degli ultimi tempi.
Non mi dilungo troppo, per evitare fraintendimenti perniciosi, e vado al dunque.
Da quella scuola – “la scassatissima post 1968” – sono usciti anche tantissimi professionisti preparati e competenti che non meritano di essere inseriti nel calderone dei “ciuchi” che da sempre sono stati prodotti, anche in quel tempo del “Primo Parlamento repubblicano” che si fregiava del “91 per cento” di laureati. Nella mia carriera di insegnante ho incontrato alcuni di quei laureati “di guerra” che non riuscivano neanche a tenere in mano la penna per poter scrivere. Certamente a quel tempo vi era, nel settore della Politica, una maggiore attenzione al “merito” di quanto ve ne sia stato negli ultimi anni “di pace”.
Si chieda, il prof. Simone, le modalità con cui “oggi” si accede alla “carriera politica” e troverà la risposta a questo degrado, che in parte egli assegna alla scuola post-sessantottina. Non si chiede preparazione culturale ma “fedeltà assoluta” al Capo di turno, sia esso un ras locale sia un guru nazionale.

Joshua Madalon

Il 68 bis