8 settembre 1970 – ANNIVERSARI 2017 “IL LIMONE LUNARE – Poema per la radio dei poveri cristi” di Danilo DOLCI – vincitore del Premio Prato 1970

8 settembre 1970 – ANNIVERSARI 2017 “IL LIMONE LUNARE – Poema per la radio dei poveri cristi” di Danilo DOLCI – vincitore del Premio Prato 1970

Preambolo

Rincorrere gli anniversari diventa, con il passare del tempo “storico”, sempre più complesso difficile ma ricco di stimoli e di connessioni ed interconnessioni. Quest’anno ci sono state ghiotte occasioni per chi ama l’impegno civile e lo ha praticato pur nei limiti umani di ciascuno di noi. E così ci siamo occupati di figure che hanno segnato la nostra vita nella società e nella Politica come don Lorenzo Milani, Antonio Gramsci e Che Guevara, senza dimenticare i fratelli Rosselli, e personaggi che hanno allietato le nostre giornate e quelle dei nostri genitori come Antonio de Curtis in arte Totò. Nella seconda parte dell’anno, che per molti di noi parte dalla fine di settembre, utilizzando come spartiacque le vacanze agostane e, per quel che riguarda Prato, dove prevalentemente agiamo, quasi tutto il settembre che chiamiamo per l’appunto “pratese”, ci occuperemo di altre figure ed eventi altrettanto importanti.

Già il 14 agosto ho scritto un post dal titolo “1967 – Pillole di ANNIVERSARI – Gramsci – don Milani e il “Premio Prato”” nel quale ho ricordato come in quell’anno a vincere il Premio PRATO fosse la Scuola di Barbiana che, attraverso l’acuta riflessione del Priore di quel luogo, Lorenzo Milani, aveva prodotto la ormai famosissima “Lettera a una professoressa”. In effetti il premio fu salomonicamente suddiviso tra Paolo Spriano, autore di una fondamentale “Storia del Partito Comunista italiano” e quel testo che, piuttosto che fermarla nel tempo, la Storia la costruiva per il futuro. E non fu strano ad alcuno che quella Scuola e quel Maestro fossero etichettati come “comunisti” e che il messaggio che trasmettevano abbia subìto nel corso soprattutto degli ultimi anni l’accusa di avere ispirato il Sessantotto da parte di chi riversa su quel periodo tutte le colpe di quanto di peggio (sottraendosi ostinatamente a valutarne i moltissimi aspetti positivi) sia avvenuto poi fino ad oggi nella nostra società.

DANILO DOLCI ED IL PREMIO PRATO – un doppio (all’opera del sociologo triestino e al coraggio della Giuria del Premio PRATO 1970) riconoscimento

Mi dispiace dirvi che finora ho semplicemente costruito un “preambolo” perché non ho ancora fatto alcun nome nè proposto alcun evento tra quelli che mi interessano maggiormente. Ma vi sono ragioni forti ad avermi spinto a ripetere – in forma diversa – ciò che ho scritto a metà agosto: utilizzando l’interessante saggio di Alessandro Bicci sul Premio letterario della città laniera, di cui parlo anche in quel post di cui sopra, ho scoperto che l’8 settembre 1970 – 47 anni fa – una Giuria composta da personaggi come Franco Antonicelli, Arrigo Benedetti, Giorgio Bocca, Geno Pampaloni, Ernesto Ragionieri, Mario Tobino, Ugo Cantini, Cesare Grassi, Armando Meoni, Silvio Micheli, Diego valeri e Lemno Vannini assegnò il Premio per l’opera di narrativa di due milioni e mezzo ad un libro straordinario, innovativo, rivoluzionario, che riconosceva di fatto l’altissimo valore civile del suo autore e di quanto sin dall’inizio degli anni Cinquanta aveva pensato e poi provato a realizzare nella Sicilia occidentale tra i contadini di Partinico ed i pescatori di Trappeto. Il libro consiste in una serie di poesie civili, più di cento, raccolte in un libretto dal titolo “Il limone lunare” con sottotitolo “Poema per la radio dei poveri cristi”.
“I poveri cristi” erano per l’appunto i sottoproletari che vivevano in quella realtà degradata sfruttata da tutti ed umiliata dalla Mafia e dalla Politica corrotta ed intimamente connivente con quella. La radio di cui si parla è Radio Partinico Libera che, infrangendo le norme statali avviò le sue trasmissioni alle 17.31 del 25 marzo 1970 in un’atmosfera di festa coinvolgente. Insieme a Danilo Dolci c’erano Pino Lombardo e Franco Alasia oltre al giovanissimo, poco più che maggiorenne, Peppino Impastato che successivamente nel 1977 fonda Radio AUT, un anno prima di essere assassinato.
Riporto un brano da un articolo di Attilio Bolzoni su Repubblica del 29 marzo 2015 – questo il link per recuperarlo interamente – per poter descrivere quel che quel giorno accadde:

http://www.repubblica.it/cronaca/2015/03/29/news/radio_libera_di_partinico-110745019/

“Accampati ancora nelle tende – e pochi fortunati nelle baracche di lamiera – dopo due anni di vita grama i superstiti sentirono improvvisamente una voce da brivido: ” Qui parlano i poveri cristi della Sicilia occidentale… “. Pino si ricorda che “era verso l’imbrunire”, la sera quella del 25 marzo, l’anno il 1970. Forse fu lui a sollevare la pesante leva di ferro o forse Franco Alasia che era seduto lì accanto, tutti e due chiusero gli occhi, trattennero il respiro e nell’etere si diffuse la voglia di rivolta della prima radio libera italiana. Mandava segnali da Partinico, ventinove chilometri da Palermo e settantuno da Trapani, vigne e miseria, boss e contadini, padroni e servi. In modulazione di frequenza sui 98,5 megahertz e in onde corte sui 20,10, la trasmissione clandestina durò ventisei ore. Ventisei ore di libertà. Poi arrivarono i carabinieri….”

Vi consiglio di continuare a leggere questo articolo e vi ripropongo la stringa del link

http://www.repubblica.it/cronaca/2015/03/29/news/radio_libera_di_partinico-110745019/

Il Premio Prato è stato uno straordinario strumento di diffusione della Cultura negli anni 1948 – 1990 e si è caratterizzato sempre per una forma di grande rigore e riservatezza, non indulgendo nel rincorrere le luci della ribalta ma andando a scavare nel profondo della società italiana facendone emergere aspetti che in altri consessi sarebbero stati emarginati a vantaggio del glamour. Anche la premiazione quella sera di 47 anni fa avvenne in un Teatro Metastasio nel quale si esibirono due degli artisti più impegnati del momento come Edmonda Aldini e Duilio Del Prete, nomi forse che a torto ai giovani dicono poco ma la cui presenza nella Storia dell’arte e della musica italiana non può essere messa in discussione.

Scriverò nelle prossime ore su “Il limone lunare”

Il limone lunare

Joshua Madalon