Nel diluvio, forse c’è un nuovo Noè con un’Arca stracolma; dopo…si vedrà – Ma intanto prepariamoci

Nel diluvio, forse c’è un nuovo Noè con un’Arca stracolma; dopo…si vedrà – Ma intanto prepariamoci

Non è di certo una forma di cattiveria gratuita quella che ha sospinto – e continua a sospingere – tanti a formulare giudizi negativi intorno all’operato di Matteo Renzi. Non c’è alcun dubbio che in questi ultimi giorni c’è stato un vero e proprio “diluvio” di video, vignette, post denigratori che hanno interessato le vicende che riguardano quel personaggio. Egli appare anche goderne, per il fatto che è riuscito a tornare quasi da solo al centro delle attenzioni pubbliche: era – questo – uno dei suoi obiettivi; egli gode di essere vituperato, di ricevere tanto odio, anche se poi si atteggia a vittima innocente di una congiura (“Ho vissuto con molto dolore l’aggressione mediatica di queste settimane: l’odio e il pregiudizio non mi avevano mai fatto male come stavolta, devo confessarlo” ha dichiarato all’Ansa).         Non sarà mai in grado di confessare il livello di invidia che lo ha mosso contro il Premier Conte che, con i suoi modi raffinati, colti, pacati ha ottenuto il rispetto delle cancellerie internazionali, a partire da quelle europee, ed un consenso molto elevato del popolo italiano.

Anche se non posso negare di avere forti pregiudizi verso quell’uomo affermo che non c’è davvero alcuna forma di accanimento nei suoi confronti, anche da parte mia: vorrei qui annotare che, di giorno in giorno vado spostando in là nel tempo alcuni miei post già preparati, nei quali tratto di Cultura, di Cinema, di Società e Politica: ne ho pronti fino a metà marzo. 

Ma sono invece sollecitato a trattare di questa realtà socioantropologica renziana. Ieri sera ascoltavo Barack Obama con i suoi toni colloquiali, mai boriosi, altezzosi, gigioneschi, maramaldeschi. Se vado indietro con la mente non ho memoria di personaggi così tanto odiosi “a pelle”. Seguo con attenzione le prossemiche e le argomentazioni di tanti politici e non posso esimermi dal rivelare che provo una forte repellenza quando ascolto sia Renzi che Salvini, i quali dovrebbero essere contrapponibili secondo alcuni canoni vetero ideologici (e non mi convincerebbe l’idea che si sta vivendo l’era della crisi e della fine delle ideologie) ma in realtà nel loro modo di porsi sono molto simili.

Ma, guardando avanti senza dimenticare il passato prossimo, coltivo la speranza che il nuovo Premier – per ora solo “incaricato” – faccia presto e bene  quel che è necessario fare e che si sarebbe potuto realizzare anche con un semplice “restyling” del precedente Esecutivo. Se non è stato possibile – non lo dimentichiamo –  lo dobbiamo alla coggiutaggine livorosa di Renzi e Salvini. Entrambi penseranno di accreditarsi come demiurghi profeti artefici della discesa in campo di Mario Draghi. Ovviamente non va dimenticato che la visione politico economica di quest’ultimo è molto più vicina ad una Destra moderata di tipo finanziario seppur illuminata da una preparazione culturale di livello internazionale. Ed a tale proposito comprendo le ragioni di coloro che temono le maggiori consonanze del “futuro” Premier con i “poteri forti” extranazionali ma nei  confronti dei tanti compagni strenui sostenitori di un’opposizione in preparazione di una “rivoluzione”, rilevo che se le “cose” stanno così, ciò non è dovuto ad un destino frutto di vagheggiamenti onirici ma ad una serie di precondizioni e di eventi che non possono essere bypassati rapidamente: vanno analizzati, digeriti e poi elaborati in un lavoro comune che sia in grado di coinvolgere “culturalmente” le masse.