5 febbraio – IL TEMPO DELLE RESPONSABILITA’ – intorno al MES un preambolo e parte 3

IL TEMPO DELLE RESPONSABILITA’ – intorno al MES un preambolo e parte 3.

Proseguendo fin quando avrò la possibilità di esprimere il mio DISGUSTO

Una NAUSEA profonda verso quella parte della Politica che ha evidenziato un livello alto di irresponsabilità nel tentativo di far prevalere interessi estremamente limitati e personali, non “poco più che” ma “molto meno che” individuali limitati e personali, anche se contrabbandati come “generali” a difesa della gente, del popolo. E’ la sensazione che sto provando in questi giorni, durante i quali la Buona Politica è stata sottomessa a ricatti continui, in una sorta di danza macabra sul corpus debole del Paese. I responsabili di questo sfascio – in primo luogo quel tale Matteo Renzi – hanno continuato a fingere di lottare per il “bene comune” e nel contempo però lo tradivano meditando vendette e rivalse molto lontane dalla Buona Politica. Con uno degli esempi di questa “querelle” faccio ritorno alle posizioni del Movimento 5 Stelle (verso il quale non ho atteggiamenti di sussiego e rivolgo critiche aspre) e cerco di comprendere le ragioni per cui si oppongono a richiedere i fondi del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), anche se collegabili esclusivamente alla emergenza sanitaria del Covid19. Il problema principale è che “proprio per quel motivo” collegato ad una emergenza sanitaria i parlamentari del M5S non si fidano delle strutture amministrative che sovraintendono a quel settore nella sua complessità. Questa scarsa fiducia ci fa ritornare alle colpe “originali” del Movimento, anche se in questo caso emerge un certo livello di consapevolezza dei limiti di azione politica, assenti in quegli altri due temi da me accennati sommariamente nei due post precedenti. In particolare c’è un forte dubbio collegato al recepimento di tali risorse e la preoccupazione che le strutture pubbliche non sarebbero in grado di gestirle con adeguata oculatezza; visti i precedenti e annotati anche alcuni eventi recenti come dar torto a chi si oppone a richiedere quei fondi. Di certo non è un buon segnale: significa che ci si arrende di fronte alla corruzione ed al malaffare e ci si autodenuncia come incapaci di governare.

Pur tuttavia questa presa di coscienza rivela di essersi avviati in un percorso di maturazione che può dare buoni frutti.

Molto lontano da questo è quell’atteggiamento maramaldesco, arrogante e presuntuoso, finanche con aspetti di infantilismo raggiunti nelle dichiarazioni degli esponenti responsabili della crisi delle ultime ore, allorquando dichiarano di essere sempre stati attenti agli interessi del Paese. Peccato che, con questa loro scelta, il Paese è ancor più lontano dai luoghi e dai “cuori” della Politica.

Anche se condivido il pensiero di chi non tiene conto dei sondaggi per avanzare proposte ed idee innovative per migliorare il nostro Paese non si può fingere di non leggerli. Italia Viva non si schioda dal suo limitato consenso (lo “zoccolo duro” del 2 o 3%) e il Premier uscente è sempre più contornato da affetto e stima, a partire da quella che gli ho espresso, senza mai indulgere in piaggerie e senza mai risparmiare critiche all’operato del suo Governo.