20 febbraio – LE ASPETTATIVE (?) . parte 6

LE ASPETTATIVE (?) . parte 6

In questo ultimo anno – siamo ormai ad un anno dallo scoppio della pandemìa che ci ha condizionati in una sorta di lockdown sociale perenne – non sono mai stato accondiscendente e tenero verso il Governo Conte II, ma avvertendo in pieno un senso di responsabilità l’ho fatto in modo fraterno e paterno, solidale, mai venato da acrimonia e da contrapposizione pregiudiziale. Ho espresso ciò che non mi piaceva per niente, in modo particolare le modalità con cui si muoveva la Ministra della P.I. che poneva in evidenza un astio profondo contro il suo predecessore, le cui qualità culturali e politiche rimangono a tutta evidenza ben superiori alle sue. Mi ha dato enorme fastidio il suo presenzialismo da “reality”, allorquando in molte occasioni utilizzava un linguaggio non sempre adeguato per un alto rappresentante delle Istituzioni, per giunta “educative e culturali”.

Per non parlare della insistenza con cui, complici molti rappresentanti delle istituzioni scolastiche, andava affermando che non fosse necessario insistere con la “Didattica a Distanza” e chiedeva di continuo la riapertura delle scuole. Tutti sappiamo valutare quali siano i danni che l’assenza di socialità presente nella frequenza scolastica, oltre che il conseguente abbassamento di livello di preparazione indotto dalla differente qualità di apprendimento legato alla mancanza di un rapporto “diretto” tra docente e discente, sta comportando. Ma allo stesso tempo non è possibile permettere una circolazione del virus dentro e fuori locali scolastici inadeguati a limitarne la pericolosità, che entri, esca e viaggi su corpi in modo anche asintomatico ma contagioso soprattutto per le persone più deboli e anziane.

Non ho in modo forse contraddittorio risparmiato critiche nei confronti del Governo quanto alla chiusura di strutture pubbliche e private collegate alla fruizione culturale e artistica. Su questo ho scritto più righe su questo Blog. Pur tuttavia ho evidenziato come non vi fossero alternative “migliori” ed ho sottolineato sempre che il giudizio non era affatto venato da pregiudizi ideologici: il comportamento della Destra, in primo luogo il suo leader Salvini, non avrebbe garantito migliori soluzioni; anzi, le Destre si ponevano all’opposizione chiedendo demagogicamente “aperture” totali senza regole, negavano con l’esempio diretto, appoggiando le più becere dimostranze, l’utilità di alcune forme preventive come l’uso della “mascherina”.

Devo rilevare che non ho trovato molta solidarietà in questa forma critica da parte delle forze politiche di maggioranza; anzi, in qualche caso (Italia Viva), non c’era differenza con le Destre nell’acrimonia con cui i rilievi si muovevano. Ma in questo ultimo caso non erano a fin di bene; nascondevano un progetto ostile alla maggioranza, che ha finito per produrre un danno al Paese, del quale sarà difficile vantarsi. Non ci sono, infatti, le condizioni per  veri e propri cambiamenti in positivo; per ora li nascondono dietro un semplice sentimento astratto di “speranze”. Ho intitolato infatti questi post in blocco “Le aspettative”; da quel che ho sentito (Draghi ha fatto un discorso freddo, poco coinvolgente), da quel che avverto con la composizione spuria, disorganica, disarmonica del Governo non credo emergano aspetti positivi. Ma, anche in questo caso, l’alternativa, a causa della maldestra operazione di Matteo Renzi, sarebbe stata di gran lunga peggiore.