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RINNOVAMENTO Which is? RENOVATION …e che è?

RINNOVAMENTO Which is? RENOVATION …e che è?

Una delle battaglie che nei primi anni Duemila la base politica di quello che fu un Partito della Sinistra, anche se con un persistente sguardo verso il Centro, è stata quella per un rinnovamento del metodo, giudicato poco democratico; sì, già allora poco democratico!

Se si rileggono i documenti di qualche Circolo di base, tra quelli più attivi (vedi quello Sezione Nuova San Paolo a Prato) , si comprende a pieno il senso di tutto quello che si dice, e di quanto si dirà.
E di tutto quello che si è detto.
Gli smemorati si sorprendono….
e tutti quegli altri, che erano ferri vecchi – benché giovani anagraficamente – si sono risistemati all’interno di un contenitore meno democratico di quello che nei primi anni Duemila veniva contestato.

Qui – e su questo tavolo – si misurano e si misureranno i limiti della Politica!

Ed è ben chiaro che la “partita” sul referendum attiene proprio ai livelli di “democrazia” da difendere. Chi ha deciso la struttura della Riforma? chi ha partecipato alla sua “scrittura”? Quanta della “base” – cuore pulsante della Democrazia – è stata messa a conoscenza di quel che si andava proponendo? Quali organismi del fu PD sono stati convocati preventivamente per discuterne?

Signore e signori che vi accodate con qualche scodinzolio al Verbo renziano fin quando rimarrete servi?

J.M.

UNO DEI DIBATTITI DI QUESTI GIORNI, a partire da un mio post Facebook

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UNO DEI DIBATTITI DI QUESTI GIORNI, a partire da un mio post Facebook

La discussione – la “querelle” sul doppio incarico di Renzi è una vera e propria mistificazione della quale è principalmente responsabile la minoranza del PD! E’ una delle tecniche di distrazione di massa che sposta la discussione sui problemi “caratteriali” di Renzi. Al quale peraltro si chiede di avere ciò che non possiede: l’UMILTA’! Da quando è venuto al mondo è evidentemente pieno di sè, arrogante, presuntuoso, ambizioso oltre misura ed al di là di quelli che dovrebbero essere gli interessi comuni del popolo italiano. Può anche essere vero che, attualmente, non vi sia ancora una vera e propria alternativa, ma l’Italia non può aspettare molto se vuole ritrovare, dopo ventanni e più di crisi istituzionale contrassegnata prima dalla figura di Berlusconi ed ora da un suo imitatore, la strada della dignità.

Prova ad aver chiaro i tuoi obbiettivi e fai di tutto per raggiungerli. ( puoi chiamarla “determinazione” o “arroganza”). Prova a pensare agli interessi degli ITALIANI,individua quali sono e le soluzioni .Se hai coesione le trovi e le metti in atto con efficacia immediata, se devi trovare il cerchio con tanti, spesso carenti di idee e di equilibrio rischi di aspettare altri 20/30 anni. ( questo si chiama “renzismo ” antitesi del “berlusconismo”). Ci sono altri punti dove si creano divisioni obsolete, uno è quello dell’appellativo alle politiche: di destra, di sinistra, qualunquiste, ideologiche. A me piace l’appellativo di politica del “buon senso” o “dell’equilibrio” con forti tensioni verso gli ultimi. A me pare che si confaccia con la politica di questo governo anche se qualche “ideologo” la può scambiare con “antidemocratico”. Voglio dire che gli appellativi sono tanti, ma ciò che conta è avere idee e realizzarle. RENZI DOCET.

Vedi carissimo, quel che scrivi “potrebbe” essere un ottimo “viatico” per conseguire il bene degli italiani; e condivido pienamente i “fondamentali” del Buon Governo. Ma… il problema più rilevante non è questo! E’ la persona che li “dovrebbe” realizzare: inadeguata, da sempre egocentrica, supponente al limite dell’offensivo, irridente per l’appunto nei confronti dei suoi avversari, non solo quelli potenzialmente “nemici”. Se proprio vogliamo utilizzare – dopo il “ricreativo” il “CURTURALE” – (e qui Benigni docet) – rileggi Machiavelli e segnati due nomi: Giulio Cesare (il “Divino”) e Tommaso Amalfi detto “Masaniello”!

Morti e sepolti, mentre l’altro pieno di vita e di voglia di cambiamento. Ti dò un altro termine “risoluto” per meglio contrapporlo ad aggettivi poco reali. Immagino Renzi al posto di Cameron. Con arroganza, come ti piace sottolineare,si sarebbe scagliato contro al referendum sull’Europa. Lo avrebbe impedito con tutti i mezzi. Avrebbe denigrato Falange ed il parruccone ex sindaco di Londra. Avrebbe lottato per cambiare l’Europa in modo forte e risoluto, dettandone tempi e contenuti. Avrebbe spiegato che la GB non è più la grande potenza coloniale e difficilmente potrebbe reggere la sua ricca economia fuori dall’Europa. Non ti sembra triviale definirlo inadeguato,egocentrico,,supponente, irridente ecc. La politica non è fatta per i pappa molla ed i furbetti. Oggi ci vogliono idee e risolutezza ; Renzi le possiede, altri no.

La DEMOCRAZIA! E’ una parola “obsoleta”?

E, poi, le tue proposte di un confronto “impossibile” tra Renzi e Cameron sono assurde! Se nel Partito a cui ho dato vita “in quota parte” la Democrazia langue (guarda cosa è accaduto in Commissione Affari Istituzionali con la “minoranza” e guarda a quali ricatti devono sottostare gli Amministratori sospinti a costituire in prima persona dei Comitati per il Sì, pena il “bando” dalle future “partecipazioni”(!)) pensa quali siano i livelli di Democrazia nel nostro futuro se non fermiamo “democraticamente” (ma “fermiamo”!) questo personaggio!
E, visto che menzioni Cameron, ti confermo che stimo maggiormente lui capace di mettersi in gioco “DEMOCRATICAMENTE” piuttosto che coloro che spingono, come in Italia, la gente a disertare le urne o vanificano il voto referendario (leggi “Referendum sull’acqua pubblica”)….. e l’elenco delle nefandezze antidemocratiche non finisce qui.

Lo so che la stima dei sinistrorsi è più per gli uomini di destra i qualunquisti che per il PD. Ogni volta che lo sento dire mi viene una fitta. LA DEMOCRAZIA è innanzi tutto il rispetto verso la maggioranza. Se non lo si ha ci si toglie di mezzo e si va via. Poi se le stime, i voti, le simpatie vanno verso Salvinu, Brunettino o Grillo, pur di fare un dispetto al PD, sono cose che toccano la coscienza individuale. Io che ho gioito nella formazione del PD e mi sento rappresentato dalla forza di rinnovamento di questo partito chiedo solo un maggior rispetto che si consolida non con le parole, ma con idee e proposte in grado di essere condivise da una maggioranza. Questa è democrazia.

Carissimo la DEMOCRAZIA è DEMOCRAZIA punto e basta! ma non per essere arroganti e presuntuosi a nostra volta ma per puntualizzare il tutto; altrimenti può sembrare (ma non è così, vero?) che la DEMOCRAZIA sia unilaterale e non universale! Potrei facilmente rilevare che con quel “sinistrosi”(sic!) con cui tu mi identifichi la discussione possa chiudersi qui, ma intendo rilevare ancora una volta che, a parte quel che mi piaccia personalmente (intendo parlare delle questioni europee e dell’affare Brexit, che mi turba forse più di quanto non turbi te), rispetto enormemente il livello “democratico” di Cameron piuttosto che quello, che poi “democratico” non è, del tuo pupillo, al quale i “fondamentali” che tu elenchi nella prima delle tue risposte non interessano affatto o – a riconoscerne appena appena l’ombra – servono solo a realizzare le “sue” ambizioni e non gli interessi reali degli italiani.

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PRIMO CIAK (PRIMA SECONDA E TERZA PARTE)

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“Ragazzi state fermi! E fate silenzio” Andrea riprese per un attimo il suo ruolo di professore, anche se solo due di quei giovani erano suoi allievi. Erano più di quindici, diciotto per l’appunto, a partecipare a quell’esperienza, che per loro era la “prima”. In verità lo era anche per Andrea. Solo che “quelli” avevano dai 16 ai 18 anni e “lui” 35.
Il cinema però ce l’aveva avuto nel sangue, come spettatore, sin da bambino e poi man mano negli anni come cultore; Andrea aveva visto, aveva letto, aveva scritto; mai però aveva vissuto da vicino la “fabbrica” del Cinema. Ne conosceva i fondamentali ma solo in teoria. Da docente utilizzava in modo costante il Cinema come riferimento e supporto didattico e così molte volte aveva partecipato ad incontri e corsi di aggiornamento che utilizzavano in modo precipuo le tecniche audiovisuali. Ne aveva organizzato qualcuno anche lui ed in quelle occasioni aveva progettato per le scuole una serie di incontri con i vari “mestieri” del Cinema ai quali avevano preso parte grandi personaggi. E gli era man mano cresciuta la voglia di provare a costruirlo, un film!

Quel giorno ci sarebbe stato, dunque, il battesimo per quella nuova esperienza. Andrea era emozionato sin dai giorni precedenti ma non voleva mostrarlo; si era affidato ad un amico esperto che aveva già realizzato molti video ma costui si sarebbe occupato essenzialmente delle riprese e poi del montaggio, ma tutto il resto….avrebbe dovuto deciderlo lui!
La fase preparatoria era stata entusiasmante; anche la “sceneggiatura” era stata scritta progressivamente su “fogli” volanti. Erano state accuratamente scelte le “locations”, coinvolgendo amici ed amici degli amici: era stato uno degli aspetti più interessanti del progetto insieme alla ricerca dei “protagonisti”, anche questi “amici” ed “amici di amici”. Il “tutto” una vera e propria “troupe” all’opera, una piccola “armata culturale”! ma il primo ciak fu davvero sorprendentemente “disastroso”!

Il luogo prescelto era un “ristorantino” sul lato sinistro del Bisenzio all’imbocco del Ponte Mercatale. Quando Andrea lo aveva adocchiato si era presentato con le credenziali del Comune ed aveva ottenuto il consenso ad utilizzarne le strutture nel giorno di chiusura: non gli era parso così piccolo come al momento del primo ciak. Cinque tra operatori e tecnici, diciotto tra ragazze e ragazzi giustamente curiosi ed entusiasti di prendere parte ad un’impresa artistica, cinque attori da gestire, sistemare e coordinare creavano non pochi problemi ad un neofita come Andrea.
L’ambiente risultava molto piccolo e stretto; è lo scotto che bisogna pagare quando si scelgono location in assenza di risorse per costruire scenografie adatte per il testo sceneggiato.
“Ragazzi, vi prego: state fermi e fate silenzio!”
Andrea aveva sistemato personalmente due tavoli, quelli piccoli per due sole persone, due “coppie”. In primo piano, con vista “Ponte” e “Porta” al di là del finestrino, quello con il protagonista e la sua cugina e più in là in secondo piano quello al quale è seduto un altro signore in compagnia di un’amica. Poi aveva fatto collocare le “luci” e posizionare la telecamera per la migliore inquadratura. Le riprese prevedevano la registrazione “in diretta” ed occorreva il massimo silenzio. Prima di iniziare a registrare si fecero delle prove.
“Possiamo andare! Vi raccomando, silenzio. Non possiamo nemmeno sentire il minimo calpestio e trattenete il respiro”. Tavoli e sedie “inutili” erano stati accatastati alle spalle o nei lati fuori campo: il resto era occupato dall’armamentario tecnico e da presenze aliene curiose di quel che accadeva.
Ciak si gira. Sulla lavagnetta uno dei giovani allievi a ciò assegnato da Andrea aveva trascritto numero romano di scena e numero arabo di ripresa. Era come il primo bagno di stagione, quando si teme di più il contatto con l’acqua fredda ma poi si sguazza piacevolmente in essa…..

I personaggi agivano sotto le spoglie degli interpreti, che erano stati scelti accuratamente attraverso l’analisi dei loro caratteri, che fossero i più affini e vicini possibile a quelli dei personaggi.
Quella occasione fu una grande palestra: alcuni, come Andrea, erano al loro debutto. Qualcuno fra gli interpreti veniva da esperienze brevi o lunghe in campo teatrale che servivano a rendere meno complicato il lavoro di preparazione e quello sul set.
Dopo il “ristorantino” di Ponte Mercatale furono utilizzati ambienti pubblici come quello di Villa Filicaia e il teatro Santa Caterina e privati come le abitazioni di amici in Piazza Mercatale, uno studio medico in Via Garibaldi, uno splendido casolare sulle pendici del Montalbano, la lussuosa aristocratica rinascimentale Villa Rucellai, i locali dello Zerosei (uno spazio riservato ai più giovani frequentatori di discoteche), la bottega antiquaria di Filippo Citarella sempre in Piazza Mercatale, la Libreria “La Luna” in via Tinaia e l’abitazione di un amico di Andrea in via Pugliesi, un giovane molto impegnato culturalmente, che prestò le sue mani a quelle del protagonista mentre suonava un brano di Domenico Zipoli, di cui si celebravano i 300 anni dalla nascita (Prato – 17 ottobre 1688) proprio in quei giorni.
Infatti con grandi entusiasmi e passioni in quei giorni ci si impegnò a ricercare la musica che avrebbe dovuto accompagnare facendo da valido contrappunto alle storie narrate nelle scene girate. Le note musicali dovevano avere, nell’idea di Andrea, una funzione speciale per costruire già in anticipo le atmosfere della narrazione per immagini, a sostituzione delle parole, troppe volte sovrabbondanti e mortificanti. Andrea viaggiava, riposava ed a volte dormicchiava ascoltando ore ed ore di musiche; e le riascoltava immaginando le scene da realizzare: aveva sempre pensato che le parole fossero importanti ma non necessarie e che il Cinema non ne avesse bisogno al di là dell’essenziale e, dopo aver scritto le sceneggiature, procedeva con tagli impietosi a ridurne la complessità verbale.
Durante le riprese non mancarono gli errori ma la maestria dei tecnici combinata all’intuizione di Andrea aiutarono a non renderli visibili nel prodotto finale: questa è una delle magie del Cinema, che è somma arte della finzione camuffata da eccelsa verità. Come quando, dopo aver lasciato le stanze e i giardini di Villa Filicaia, si ricordarono di non aver girato una scena.
Ora bisogna sapere che una “troupe” anche minima sposta chili e chili di materiali tecnologici e poi Villa Filicaia era anche una struttura “speciale” alla quale non era facile accedere. Occorrevano permessi precisi e circostanziati. Villa Filicaia si trovava (ora è ancora là, tuttavia cadente ed abbandonata, e la Regione Toscana intende vendrela) alle pendici dello Spazzavento, una collina alla cui sommità c’ è il Mausoleo di Malaparte ed era allora utilizzata come Presidio geriatrico per pazienti non autosufficienti con gravi deficit mentali, demenza senile non associata a gravi problematiche.
Era stata scelta sia per la bellezza degli spazi interni con soffitti affrescati con scene mitologiche, grottesche e decorazioni tipicamente rinascimentali, che servirono per i titoli di testa sia per la presenza, che si avverte poi nel sonoro, dei pazienti: furono utilizzati essenzialmente gli spazi a disposizione del pubblico esterno ed anche gli operatori sanitari collaborarono ad aiutare Andrea e la troupe, prestando sia i costumi (camici da lavoro) necessari nelle scene sia se stessi, interpretandosi.

La sceneggiatura era stata costruita con modalità molto aperte e questo permise di cogliere anche qualche occasione e di portare a soluzione taluni errori.
Sempre a Villa Filicaia per la scena finale Andrea aveva preparato una sistola con un ampio soffione terminale e stava sistemando all’esterno le luci insieme all’operatore e ad alcuni allievi all’altezza di una delle finestre al di là del quale l’alter ego del protagonista doveva essere estasiato in contemplazione di un oggetto particolare, un feticcio: seduto in posizione fetale illuminata da un raggio di sole artificiale.

Mentre si andava allestendo la scena, Andrea si accorse che stava sopravvenendo un temporale. Avrebbero dovuto girare una scena di pioggia, ma sapevano per esperienza che non potevano bastare due goccioline la cui direzione peraltro non avrebbero potuto guidare.
E si prepararono a girare la scena con la “pioggia” artificiale. Cominciarono anche a girare qualche prova e poi ne approntarono la registrazione. “Fortuna iuvat audaces”, ma non solo gli audaci, anche le persone normali come Andrea ed i suoi amici si accorsero di avere acceso la telecamera proprio mentre un fulmine ravvicinato fu accompagnato da un potente tuono. Non pioveva ancora ma decisero di rientrare, perchè le nuvole si addensavano proprio sulle loro teste e di lì a poco mentre erano dentro (avevano riportato demntro anche i punti luce allestiti, pensando al “dopo” la tempesta) si scatenò l’inferno meteorologico con una pioggia violenta che andava proprio nella direzione che loro volevano tamburellando sulle vetrate e scorrendo sulle foglie degli alberi. Sistemarono la telecamera e ripresero la scena che subito dopo si illuminò intensamente e naturalmente con la forza di un raggio di sole che sgomitava tra le nuvole creando un’atmosfera naturale e più realistica, proprio perché fondamentalmente e veramente tale.

La storia che dovevano narrare attraverso le immagini si riferiva ad un caso psichiatrico di tricofilia ed il personaggio principale doveva trovare una ciocca di capelli ricca di misteri all’interno di una vecchia specchiera. Egli aveva una straordinaria passione per gli “oggetti” già vissuti perchè da questi promanavano storie misteriose ricche di un fascino particolarmente erotico.
“Le mani che avevano accarezzato quella cassettiera; il collo sul quale si era con leggerezza e grazia appoggiato quel collier, il polso intorno al quale era stato inserito quell’altro bracciale” e la sua fantasia lo trasportava in un sogno emotivamente coinvolgente ed estatico.
Andrea doveva per l’appunto ricercare un mobile, forse ne occorreva anche più di uno per le diverse scenografie. E allora si rivolse ad un amico falegname, ma anche resturatore ed esperto di mobili antichi, uno di quegli artigiani di un tempo che non aveva però la “puzza al naso”, cioè che non si atteggiava a super-esperto, quelli che peraltro poi di fronte a richieste come quelle che avrebbe rivolto loro Andrea, non si sarebbero tirati indietro dall’alzare il prezzo, facendosi pagare le loro “arie”!

Fine terza parte – continua….

LA BAVA ALLA BOCCA ED UNA NECESSARIA LEZIONE DI VITA

LA BAVA ALLA BOCCA ED UNA NECESSARIA LEZIONE DI VITA

Si affannano giuristi ed editorialisti delle principali testate italiane a sottolineare come occorra mantenere toni più bassi e dignitosi dei ruoli ricoperti – soprattutto rivolgendosi agli ambienti governativi – in questa fase pre-referendaria.

I risultati dei loro inviti non sono per ora stati ascoltati ed è evidentemente sopra le righe l’atteggiamento di quelle parti che si riferiscono a Renzi e Napolitano e questi stessi leader non mostrano la calma e la ragionevolezza necessaria a convincere che l’operazione che vanno proponendo abbia caratteristiche positive per il Paese e per i suoi cittadini.

E’ proprio questo il punto: l’altra sera mi sono sintonizzato sul programma di Fazio (che, detto tra noi, trovo sempre più vicino ad un “suk” di vendite di prodotti non sempre di qualità) proprio mentre il Presidente “emerito” stava alzando i toni del suo intervento, in assenza di interlocutori “contrari” (di “servi” del padrone ce ne sono a tutte le ore nei programmi televisivi e non si capisce a chi abbaiava, Giorgio Napolitano); qualche ora prima il suo “delfino”, quel tale “Renzi Matteo” che aveva ricevuto la “grazia” (nel pieno rispetto della Costituzione, si intende!) di ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio aveva tuonato contro i suoi avversari, soprattutto – credo – quelli interni (i partigiani buoni o cattivi, belli o brutti, vecchi e nuovi dovevano ancora essere assunti nell’agenda della Boschi) ricordando loro che, tanto, non verranno rieletti (e, certo, perché c’è anche questo: la legge elettorale che sostituirebbe il “Porcellum” lo peggiora alla grande da questo punto di vista e ci saranno solo candidati scelti dai capi, quelli nazionali e quelli locali con grande prevalenza dei primi sui secondi), con un tono ultimativo: “Li cacceremo!”

Cosa dire? Tutti questi interventi (anche quelli apparentemente riparatori sulla questione ANPI) evidenziano una straordinaria profonda cattiveria che ingenererà (sta ingenerando) una spaccatura che potrà diventare “irreparabile” nella nostra società.

C’è una BAVA ALLA BOCCA che non ha ragione di esserci, a meno che… la partita che si sta giocando non sia molto diversa da quel che appare e non siano in gioco i necessari aggiustamenti istituzionali per un migliore funzionamento della macchina governativa e per la sua razionalizzazione ma qualcosa d’altro: in particolare ho ragione di pensare che si tratti di costruire un POTERE sempre più accentrato e concentrato nelle mani dei leader…

So che servirà a ben poco, ma rassicurerò ancora una volta che il “mio dissenso” nei confronti di Renzi e la mia disistima “da Sinistra” non contempla il fatto che lui, a seguito di un successo del NO, si disimpegni. LO RIPETO: si assuma le sue responsabilità ascoltando le proposte e le idee di coloro che dissentono e ne tenga conto.

Nel titolo ho utilizzato il termine “lezione” e potrà apparire un atto di presunzione ma è necessario che si abbandonino le forme ultimative e si addivenga ad un grado di ragionevolezza utile per il Paese, al quale voglio più bene di quanto io ne possa volere a questo o quel leader; e questi ultimi devono essere con chiarezza al servizio del Paese non di questo o quel gruppo di Potere.

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PRO – MEMORIA 2 MEMENTO DI UN MOMENTO

ALTRO PREZIOSO DOCUMENTO PER CONOSCERE LE RAGIONI PER CUI SIAMO DELUSI
pubblicato l’8 maggio 2013
CIRCOLO PD SEZIONE NUOVA SAN PAOLO – VIA CILEA 7 PRATO
DOMENICA 5 MAGGIO 2013 – ORE 18.00
LA PALESTRA DELLE IDEE – PERCORSI PROGRAMMATICI CONDIVISI
Sintesi dell’incontro dei Circoli PD di Prato e Fabrizio BARCA
“Yes we can”. Ha concluso così Fabrizio Barca domenica sera al Circolo Sezione Nuova San Paolo di via Cilea 7 a Prato, prima tappa del suo annunciato “tour” nazionale per presentare il suo Manifesto. Ed è proprio così: “si può fare” perché la base degli iscritti ma soprattutto dei simpatizzanti, tutti attivisti nelle ultime vicende politiche ed elettorali, ha risposto positivamente all’appello lanciato dal gruppo di San Paolo ed è intervenuta numerosissima come non mai, a dimostrazione dell’urgenza e la necessaria severità con cui occorre affrontare molte delle questioni sollevate dall’ex Ministro. Innanzitutto la “forbice” che segna la distanza sempre più ampia e divaricata fra la Dirigenza nazionale e locale e la “base” degli iscritti e dei simpatizzanti. Barca ha chiesto che vi sia un continuo rapporto dal basso verso l’alto (che sappia ascoltare) e dall’alto verso il basso (che non abbia pressioni nelle scelte, che siano ragionate e libere nel solco dei valori costituendi il Partito); in questa richiesta gli interventi che hanno preceduto l’intervento dell’ex Ministro sono stati chiari e precisi nella condivisione. Allo stesso tempo i rappresentanti dei Circoli intervenuti hanno rappresentato il momento difficile che si va attraversando chiedendo con veemenza che siano riconoscibili i 101 ( e forse più ) grandi elettori del PD che hanno tradito nel segreto dell’urna quanto avevano promesso poche ore prima: molti degli intervenuti ricevendo plauso quasi totale hanno utilizzato parole molto forti nei confronti dei “traditori”. E’ stata anche avanzata la richiesta di andare più rapidamente possibile all’effettuazione del Congresso, evitando di dover procedere ad una gestione provvisoria che potrebbe protrarre ad libitum la soluzione della forma Partito da privilegiare e le tematiche fondamentali da affrontare ed approfondire.
La forma Partito che presenta Barca nel suo Documento “Memoria politica” ha raccolto molti consensi: convince soprattutto la massima apertura “esterna” dei Circoli, strutture considerate fondamentali, a simpatizzanti, associazioni e gruppi che vogliano interloquire con il Partito alla ricerca di soluzioni utili per i diversi territori. Convince la possibilità di affrontare tematiche anche di valenza nazionale ed internazionale utilizzando l’esperienza pratica locale, come nel caso dei temi dell’immigrazione e dell’integrazione di Culture. Convince la richiesta che il Partito si stacchi dallo Stato e che sia a senso unico la strada che dal Partito porti allo Stato, ribadendo sia il predominio della competenza e del merito nella selezione dei rappresentanti sia la non commistione fra cariche politiche e cariche pubbliche.
Chi è intervenuto lo ha fatto aderendo alle idee espresse nel Documento di Barca, anche quando formalmente da parte di qualcuno è stato dichiarato di non averlo letto ma di averne ricavato da interviste televisive e giornalistiche il senso.
Molti hanno puntato l’attenzione sulla poca chiarezza dei programmi del Partito, sulla divisione interna dei gruppi dirigenti in fondazioni, associazioni, correnti e linee di pensiero troppe volte estremamente distanti e divaricate fra loro.
L’incontro, così come desiderato da Fabrizio Barca, si è srotolato (dopo un brevissimo incipit procedurale del sottoscritto ed un “saluto” della Segretaria Provinciale PD Ilaria Bugetti) con brevissimi interventi da parte di alcuni coordinatori di Circolo, chiamati in modo organizzato preventivamente a portare il loro contributo di idee e proposte nell’ambito della proposta “barchiana”.
Tantissimi i Circoli presenti e tantissimi gli interventi la cui durata è stata severamente controllata nell’ambito dei 3\5 minuti massimo (tanto che a farne le spese è stato proprio il rappresentante del Circolo Sezione Nuova San Paolo, Stefano Gruni, chiamato – per esigenza di cortesia verso gli altri Circoli – a parlare per ultimo, allorquando l’uditorio fremeva per poter ascoltare Fabrizio Barca): sono intervenuti Gabriele Bosi del Circolo “Tintori” Prato Centro; Lucio Lamanna del Circolo 1° Maggio alle Badie; Manlio Altimati del Circolo “Lanciotto Ballerini” di Mezzana; Carolina Faini del Circolo di San Ippolito; Andrea Ghetti del Circolo San Giusto; Sergio Puggelli del Circolo di Coiano; Guglielmo Bongiorno dell’Unione Comunale di Cantagallo; Sandra Ottanelli dell’Unione Comunale di Vaiano; Barbara Innocenti segretaria comunale di Montale (PT); Simone Tripodi capogruppo alla Circoscrizione Est del Comune di Prato che si è soffermato soprattutto sull’importanza del rispetto delle “regole”.
In coda sono stati poi presentati alcuni “casi” di possibili “sperimentalismi democratici”: Gilda Fronzoni dell’Unione Comunale di Montemurlo ha proposto le “Riflessioni per una politica partecipata” con un calendario di appuntamenti che Fabrizio Barca ha mostrato di apprezzare augurandosi che vi sia nelle prossime occasioni (Gilda lamentava finora una presenza più bassa del previsto) maggiore afflusso; Daniele Pinai del Circolo San Giorgio a Colonica che ha presentato il progetto chiamato “Il Condominio” che utilizza in modo aperto l’idea della “mobilitazione cognitiva” che superi le divisioni fra cittadini ed iscritti\simpatizzanti proponendo a tutti incontri fuori dagli schemi consueti delle riunioni politiche affrontando problemi pratici e ricercando soluzioni condivise al massimo possibile all’interno di un confronto senza preclusioni di soluzione; infine è intervenuto Stefano Gruni del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo che ha presentato “La Palestra delle Idee”, titolo che richiama in pieno il documento di Fabrizio Barca che parla di Partito “palestra” e nella sua analisi precisa e dettagliata ha messo in luce le affinità fra l’attività svolta dal Circolo in questi anni – evidenziata nel Documento Congressuale di fondazione del Circolo datato 9 giugno 2012 – e molte parti della “Memoria politica dopo 16 mesi di governo”. Stefano Gruni ha presentato inoltre alcune mozioni che rivelano la piena consonanza di vedute fra il suo Circolo ed il documento di Barca in relazione a quel che devono essere e fare gli “uomini” di Partito dal momento che si propongono (o vengono proposti) a candidature amministrative.

Il Sindaco di tutti e le “buone” scelte – quando si dice che al Circolo San Paolo non si fa più politica si dice il falso!

Il Sindaco di tutti e le “buone” scelte – quando si dice che al Circolo San Paolo non si fa più politica si dice il falso!Presidio sanitariocENA DEI POVERICircolo

Quando un Sindaco viene eletto, subito dopo il suo insediamento si affretta ad affermare che lo sarà “di tutti”. Se questa non è vuota retorica vuol dire che, di fronte a legittime richieste, il Sindaco si adopererà, riconoscendole come utili urgenti e necessarie, per realizzarle laddove siano di sua diretta competenza pur nelle modalità e nei giusti tempi amministrativi; allo stesso modo – se ci crede davvero – farà di tutto (anche battendo simbolicamente i pugni sui tavoli) perché altri cui competono quelle scelte si impegnino a prenderle seriamente in considerazione e si incarichino di realizzarle, semmai a loro volta chiedendo ed ottenendo la cooperazione dell’Amministrazione comunale. Il Sindaco può anche, per ragioni che attendono alle sue scelte legittime, abdicare a questo ruolo e questa funzione, rinunciando ovviamente ad essere il “garante” per tutti i suoi cittadini.

Il caso di Prato è significativo in tal senso.

Matteo Biffoni, Sindaco di tutti, può di certo rinunciare ad occuparsi delle richieste che sono venute ( e stanno continuando a venire ) dai cittadini di San Paolo in relazione al Distretto Sanitario, ma deve anche sapere che, rispondendo semplicemente che tali scelte non sono di sua comptenza, mette in evidenza lo stato di subalternità cui sottomette il territorio di fronte ad interessi – chiaramente “prevalenti” – che tendono ad acuire in modo esponenziale le differenze sociali. Si finisce per sospettare che vi siano, nella stessa amministrazione locale ed in quella regionale, ragioni che mirino a valorizzare l’iniziativa privata o ad essa assimilabile a scapito del pubblico; quel che poi è ancor più inaccettabile è questo scaricabarile ipocrita di responsabilità che perennemente rimanda il tempo delle scelte.

Trogloditi, forse sì, ma non di certo stupidi, i cittadini (femmine, e maschi, anziani e bambini) di San Paolo hanno tra l’altro una buona memoria!

Proseguiamo a trattar di POLITICA, quella vera non quella da salotto borghese!

 

 

Proseguiamo a trattar di POLITICA, quella vera non quella da salotto borghese!

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2487,0,1,0,256,292,644,1,0,36,51,0,0,100,0,1979,1968,2177,630061

 

 

Le parole sono importanti, ma soltanto quando ad esse precedono o seguono fatti concreti; diversamente sono esercizi stilistici ed ipocriti.

Circa un anno fa i cittadini di San Paolo a Prato in Toscana si mobilitarono per opporsi “con dati di fatto ben circostanziati” alla chiusura del Distretto sanitario. Qui di seguito trovate un articolo di “Notizie di Prato” che ne parla:

 

Domani, lunedì 22 dicembre alle ore 21, al circolo di Borgonuovo (via L. Da Prato, 17), si terrà un’assemblea pubblica organizzata dal circolo PD di Borgonuovo – San Paolo per dire no alla chiusura del distretto socio-sanitario Ovest di via Clementi. 
All’assemblea parteciperanno l’assessore alla Sanità del Comune di Prato, Luigi Biancalani, il presidente della commissione alle Politiche Sociali Gabriele Alberti e un dirigente della Società della Salute.
“Sono oltre 17mila i cittadini che si appoggiano a questo distaccamento, un numero pari a quello degli abitanti di Montemurlo – spiega Dino Minervino, segretario del circolo PD di Borgonuovo – e sono circa 350 le persone, per lo più anziani con difficoltà a spostarsi, che ogni giorno accedono ai servizi di questo distretto socio-sanitario. Inoltre da San Paolo non esistono al momento collegamenti diretti né verso il centro Giovannini né verso gli altri distretti del territorio né addirittura verso l’ospedale Santo Stefano – aggiunge Minervino – Fino ad oggi ci era stato garantito che con il nuovo ospedale sarebbero stati potenziati i servizi intermedi sul territorio, ma questa decisione di chiudere il distretto di San Paolo va nella direzione opposta. Pertanto chiediamo alla Società della Salute quali sono al momento le alternative alla chiusura del distretto socio-sanitario di San Paolo, tenendo conto delle esigenze dei cittadini”.
“Siamo contenti dell’iniziativa che si svolgerà presso il Circolo di Borgonuovo – dice Umberto Valdambrini  a nome dell’associazione di promozione sociale San Paolo Viva – giacché una volta venuti a conoscenza della chiusura del distretto sanitario di via Clementi siamo stati i primi a sollecitare una risposta da parte delle Istituzioni e a promuovere una petizione per dare una risposta a tutti quei cittadini che usufruiscono dei molteplici servizi erogati dal distretto ovest e che avrebbero difficoltà a muoversi per raggiungere sedi più lontane. Abbiamo raccolto 1360 firme che sono già state depositate in consiglio comunale. Saremo senz’altro presenti all’assemblea pubblica a Borgonuovo e ascolteremo con interesse le spiegazioni e le soluzioni che ci verranno prospettate dai dirigenti Asl, dall’assessore Biancalani, e dal Presidente della V Commissione Gabriele Alberti ed invitiamo tutti i cittadini del quartiere e gli utenti del distretto Ovest a partecipare.”

 

Stamattina (sabato 16 gennaio 2016) alcuni cittadini di San Paolo, tra i quali Fernando Mascello, Fabrizio Bocchicchio e Livio Santini hanno tenuto una Conferenza stampa al Circolo ARCI di via Cilea 3 per denunciare lo stato di inerzia dell’Amministrazione comunale e dell’ASL, anche in relazione alle “promesse” fatte nel corso dei mesi passati. L’Amministrazione comunale attraverso il Sindaco Matteo Biffoni el’Assessore all’Urbanistica Valerio Barberis si era impegnata, laddove fossero stati reperiti spazi adeguati, a promuoverne la realizzazione. I cittadini di San Paolo hanno reperito alcuni spazi ed hanno presentato proposte “concrete” all’Amministrazione ma non hanno ancora ottenuto risposte. La Conferenza Stampa si è resa utile proprio per denunciare tutto questo all’opinione pubblica per far sì che chi ha le responsabilità di questa situazione se le assuma pienamente.

 

San Paolo è una realtà periferica della città di Prato, con una popolazione multietnica con bassissimo livello culturale. Prevalgono numericamente sempre più gli anziani con un reddito molto basso ed una presenza giovanile del tutto insoddisfatta sia per quel che riguarda il lavoro che per il tempo libero. A questa realtà aveva mostrato interesse anche Fabrizio Barca che si è poi eclissato. Era stato invitato da un Circolo del Partito Democratico molto battagliero che poteva vantarsi di puntare davvero al rinnovamento dei metodi e degli amministratori; ma il PD renziano ha preferito le “parole” ai “fatti”, lasciando spazio ai furbi ed alle consorterie che li sostengono.

Gli attivisti del Circolo ex PD (ora Aggregazione libera) conservano storicamente la stessa energia che aveva animato, prima che qualcun altro pensasse di utilizzarne “a proprio specifico vantaggio” tali dizioni, la “Palestra delle Idee” (mi riferisco concretamente a  quel “Partito palestra” di cui parlava Fabrizio Barca nei suoi “rivoluzionari” documenti) e continuano ad operare sul territorio per denunciare le ambiguità, le manchevolezze, le bugie, le contraddizioni ed in particolare gli interessi personali che, a volte “combinati” tra loro, mettono a dura prova la pazienza dei cittadini.

I tagli ai Servizi Sociali colpiscono i più deboli ed arricchiscono i più ricchi ed i più forti: forze politiche che si vantano di essere al servizio dei cittadini hanno l’occasione di poterlo fare. Mettere da parte i propri immediati interessi significa privilegiare gli interessi futuri: in una società impoverita sempre più con redditi bassi e pensioni da fame (e purtroppo questi finora sono termini concreti e non in discussione) o lo Stato Sociale trova una sua forte valorizzazione o è la stessa idea di Stato che salterebbe e con essa le “teste” di moltissimi tra coloro che oggi festeggiano la vittoria del “privato” sul “pubblico”.

PREMIO “MICHELE SOVENTE” IV EDIZIONE – questo è il Bando di partecipazione

 

Bacoli Viaggiatore

Premio  Michele  Sovente

Il Premio Michele Sovente, IV^ edizione, è organizzato dall’Associazione culturale “Il diario del viaggiatore” che lo promuove nel Festival “Libri di mare Libri di terra”.

Il concorso si articolerà in quattro sezioni:

 

  • sezione scuola e giovani (età max 30 anni )

 

 

  • sezione poesia

una poesia inedita  in lingua italiana (in versi liberi o in metrica) a tema libero.

 

  • sezione narrativa

un racconto inedito (max  6000 battute, spazi compresi). Tema libero.

 

  • sezione illustratori

lavoro a tecnica libera inedito. Dimensione opera : A4. Tema: Il viaggio.

 

Quest’anno, sperimentalmente, saranno anche coinvolte, in relazione alle principali sezioni (poesia, narrativa e illustratori), le scuole secondarie ed i giovani dei Campi Flegrei.  Quindi per ciascuna delle Sezioni saranno richieste le medesime modalità di partecipazione.

 

Il concorso è aperto a tutti. Iscrizione gratuita.

Ogni  candidato può partecipare con un massimo di 2 opere (somma fra tutte le sezioni del concorso).

Per la sezione “Narrativa” il file deve essere in formato word o simili, no pdf.

Per la categoria “Illustratori,” gli elaborati dovranno  essere in formato pdf o jpg con risoluzione minima di 300 dpi.

L’invio delle opere deve avvenire via e-mail al seguente indirizzo: ildiariodelviaggiatore@hotmail.it,  con tasto di conferma di ricevimento. La dimensione  dei file non deve superare i 6 MB.

Le opere devono pervenire entro e non oltre  il 28 novembre 2015                 e devono  essere  accompagnate da : generalità, recapiti  del concorrente, breve biografia, modalità attraverso  cui il  concorrente  è venuto  a sapere  del concorso e dalla seguente  sottoscrizione:

Dichiaro che l’opera allegata ( inserire il titolo dell’opera) è frutto  del mio ingegno. La mia partecipazione al concorso implica, l’accettazione incondizionata del regolamento. Autorizzo l’uso  dei  miei dati personali  ai  sensi del decreto  legislativo 196/2003

Data, nome, cognome

Il materiale pervenuto  non sarà restituito.

Scelta dei finalisti

Una giuria tecnica, tra i quali ci saranno anche i vincitori del Premio Michele Sovente III^ edizione, sceglierà le 3 poesie, i 3 racconti, e le 3 tavole che parteciperanno alla selezione finale.

La giuria sceglierà contestualmente 3 poesie in lingua,3 racconti e 3 illustrazioni per quanto riguarda i partecipanti alla Sezione” Scuola e giovani”.

Il giudizio della  giuria è insindacabile. La sola partecipazione al concorso implica l’accettazione integrale del regolamento e la rinuncia a qualsiasi ricorso.

 

Premiazione

La premiazione avverrà  con un programma che sarà  tempestivamente pubblicato.

I finalisti saranno avvertiti almeno due settimane prima della premiazione e godranno di un trattamento vantaggioso circa la loro permanenza in strutture convenzionate con l’organizzazione del Premio per due notti (quella antecedente la premiazione e quella successiva).

I nomi dei vincitori saranno resi noti per la prima volta al momento della premiazione e,successivamente,su stampa locale e quotidiani.

Serata finale e Premiazione

La serata finale è prevista tra il 18 ed il 20 dicembre 2015

Premi

Al primo classificato di ogni sezione  del concorso sarà consegnata un’opera d’arte  e una targa.

Ai secondi e terzi classificati sarà consegnata una targa, libri e/o oggetti dell’artigianato locale.

Verranno attribuite, nel rispetto della classifica  generale, e, a discrezione della giuria, menzioni di merito, segnalazioni e attestati  di  partecipazione.

I premi  dovranno  essere ritirati personalmente  dai  partecipanti. Soltanto in caso di  seria  e   comprovata indisponibilità, è ammessa  la  delega  per  iscritto.

ASSOCIAZIONE CULTURALE

Via Vigna 5b – 80078 Pozzuoli (Na)  – Tel. 3332767104 – Tel 3343867442

E-mail: ildiariodelviaggiatore@hotmail.it

UN “mio” DOCUMENTO datato 8 aprile 2008

Nel 2008 si lavorava per costruire il “rinnovamento” nei metodi e nelle azioni di governo ed amministrazione dei territori, ma già allora emergeva la “reazione” da parte di tutti coloro che non volevano, se non con le chiacchiere, cambiare. Troppo spesso la politica è stata sottoposta ad interessi personali e la gente era stanca di giustificarli; oggi nulla è cambiato: anzi la situazione è ben peggiore ed a poco vale scollinare la crisi economica per rivedere luci fioche in fondo ai tunnel.

Riscrivo queste riflessioni a sette anni e più da allora per rispondere ad alcuni interlocutori che su Facebook intervengono a sproposito ignorando passaggi fondamentali della nostra storia recente.

Che cos’è la Politica? e che cos’è la Democrazia? che cos’è il Partito che abbiamo voluto chiamare Democratico?
Volevamo, o no, nel costruire il PD, rinnovare anche le modalità di accesso alla Politica? parlavamo di un Partito aperto, di un Partito nuovo, diverso da quelli che ci volevamo lasciare alle spalle; parlavamo di un Partito che avrebbe dovuto vedere abbattuti gli steccati non solo ideologici, utilizzando tutto il buono dei grandi valori ed abbandonando gli schematismi inutili delle appartenenze a questa o quella combriccola, un Partito che avrebbe dovuto sentirsi ricco delle differenze e soprattutto che avrebbe dovuto sapere valorizzare anche le “critiche”. E’ accaduto invece tutto il peggio di quel che poteva accadere: avevamo messo in conto che le antiche leadership avrebbero opposto una resistenza ufficialmente sotto una forma di continua dilazione delle scelte e di una decisa pur se silenziosa sottovalutazione degli elementi positivi che si andavano costituendo verso il PD nuovo. L’avevamo messo in conto ma non avevamo messo in conto che la malattia endemica del potere avrebbe coinvolto anche alcuni di quelli che apparivano sinceramente partecipi del processo verso il nuovo. Avevamo messo in conto tutte le possibili difficoltà ma siamo stati presi in un ingranaggio frenetico che ha fatto il gioco del pre-potere e che sta portando il PD attuale verso una situazione che solo fra una settimana riusciremo in qualche modo a giudicare. Abbiamo utilizzato e sentito utilizzare slogan sul PD fatto per i giovani, dove i giovani vengono soltanto utilizzati per la manodopera e dove la maggior parte della “vecchia guardia” di fatto decide per tutti. Abbiamo assistito ad un tempo preelettorale nel quale le scelte venivano prese di fatto così e così certamente si intenderebbe continuare a fare. A Prato decide forse la Coordinatrice, ma forse decide l’onorevole Giacomelli o forse decide Manciulli o forse decide Franceschini forse Veltroni.
E’ questa la Democrazia? E’ questo il PD? E’ questo il PD che se vuole realizzare un’iniziativa a livello decentrato la deve in ogni sua parte concordare con il Centro?
Bene. Sono fieramente all’opposizione di una simile procedura: questo non solo non è il PD che volevamo; non è nemmeno un Partito “democratico”. Con questo Partito non rinnoveremo un bel niente: ed infatti non servirà nè ridurre il numero nè i vantaggi dei Parlamentari. Non è questo quel che speravamo. Noi pensiamo ad un Partito che sappia indicare alle giovani generazioni una via diversa rispetto alla Politica che non sia più vista come una carriera ma come un vero e proprio servizio civile al quale ci si presta per brevi tratti della propria esistenza. Troppi sono davanti ai nostri occhi gli elementi negativi che caratterizzano la Politica degli affari, dei compromessi e delle clientele; è impossibile perpetuare questo stato di cose che può essere sopportato soltanto provvisoriamente con gesti umanitari nei confronti degli attuali fruitori di queste beneficenze. In tal senso tuttavia – se c’è qualcuno che ha segnali diversi li comunichi con urgenza! – non c’è alcun segnale. E dunque come pensate che si possa gioire di questo PD?
Confermo anche a quegli amici che hanno ritenuto concluso il lavoro del Comitato per il PD (quello detto Prato Democratica) che tale impegno proseguirà perchè non siamo soddisfatti di questo Partito; lo vogliamo come pensavamo e come non è: lo vogliamo diverso da DS e Margherita ed invece è ancora troppo collegato agli aspetti peggiori di quei due Partiti.

Ora pensiamo al voto; ma non dimentichiamoci che, subito dopo, come vada vada, dobbiamo lavorare di più alla forma Partito e dobbiamo “davvero” costruire il PD che vogliamo.

A presto. Giuseppe Maddaluno

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PASOLINI 40 – stasera 3 novembre ore 21.00 al Circolo Matteotti di Prato – via Verdi 30

ALTROTEATRO E DICEARCHIA 2008 in collaborazione con CIRCOLO MATTEOTTI, ADSP CIRCOLO DELLE IDEE, LABORATORIO DI VIA DEL CITTADINO, VIAGGI E SCOPERTE, SUCCEDE A PRATO, ZAPPA!, LEFTLAB

presentano

Copertina libro def.va 001

PIER PAOLO PASOLINI 40

… il dialogo non finisce …

(versi di-versi)

CIRCOLO MATTEOTTI – via Verdi 30 – Prato

martedì 3 novembre 2015 – ore 21.00

IL LIBRO contiene contributi di

Melania Petriello

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Silvia Bertaggia

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Gaetano Calabrese

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Cinzia Caputo

Cavalli Marianna

Marianna Cavalli

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Chiara De Luca

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Ida Di Ianni

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Aldo Ferraris

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Claudia Fofi

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Brigidina Gentile

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Monia Gaita

Giemme

Gnerre Antonietta

Antonietta Gnerre

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Mimmo Grasso

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Matilde Iaccarino

Magrelli Valerio

Valerio Magrelli

Maltinti Attilio

Attilio Maltinti

Pandico Anna

Anna Pandico

Petrizzi Eliana

Eliana Petrizzi

Raiola Marcella

Marcella Raiola

Recchia Chiara

Chiara Recchia

Salzarulo Mariapina

Mariapina Salzarulo

Santucci Maria

Maria Santucci

Schiavone Angela

Angela Schiavone

Schmidt Michael

Michael Schmidt

Tarantino Stefania

Stefania Tarantino

Zampiga Stefania

Stefania Zampiga

Policastro Gilda

Gilda Policastro

coordinamento di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave

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