“SINISTRA, vecchi e nuovi tromboni”

HOMELESS

“SINISTRA, vecchi e nuovi tromboni”

Tra i vecchi tromboni, mummie della Politica, uomo per tante troppe stagioni, inossidabile faccia tosta ondivagante a seconda del tempo e dei venti della politica, c’è quel tale Pier Ferdinando Casini, il cui doppio nome lascerebbe intravedere una certa qual nobiltà mentre il cognome ci ricorda tempi lontani con quei locali chiusi dalla signora Merlin. In una delle ultime sortite televisive in uno dei salotti dove si vorrebbe formare l’opinione pubblica, costui ci ha spiegato perché mai non c’è più Destra e Sinistra e non solo nel nostro Paese.

E’ una delle fissazioni di coloro che desiderano a più non posso che il destino dei diseredati, degli ultimi, dei poveri sia assegnato alla benevolenza dei singoli contravvenendo così al rispetto dei vincoli costituzionali che si occupano della dignità dell’uomo sotto ogni aspetto. Lo desiderano ma non hanno il coraggio di ammetterlo in maniera chiara.

“Sinistra” in sè e per sè significa ben poco: tutti sanno che è semplicemente una collocazione specifica nell’ambito delle assise governative. Ed infatti si potrebbe anche affermare che non si chiami più Sinistra ma che abbia una intitolazione più gradita come potrebbe essere “Aurora”, “Caldo” oppure “Bouquet”.
Ma anche scherzandoci sopra, come ho appena fatto, poco cambia.
Basta andare in giro tra diversi ambienti: ogni settimana per alcune ore mi occupo di donne ed uomini – ed anche di alcuni loro piccoli figli – istruendoli volontariamente alla conoscenza della lingua italiana di base (quel che serve: non più di tanto; non grammatica o sintassi ma lessico fondamentale) ed ascolto e capisco le loro difficoltà. E poi se vai in giro per la città sempre più riesci a vedere donne ed uomini senza fissa dimora trascinarsi i loro averi ed affacciarsi, in attesa dell’unico pasto che la Caritas fornisce, nei cestini dei giardini, ora che con la raccolta porta a porta non ci sono più i cassonetti. Dall’altra parte i supermercati ed i centri commerciali pullulano di acquirenti impazziti, consumatori compulsivi di oggetti inutili che presto o tardi saranno destinati alle discariche e di un surplus di alimenti che ingolfano a dismisura i frigoriferi e le coppe di verdura e di frutta e poi concludono la loro esistenza nelle buste di polietilene per l’organico. In tutto questo divario sociale abbiamo bisogno di interventi strutturali efficaci che da subito siano funzionanti senza essere caritatevoli e meramente assistenziali. Occorre valorizzare la piena dignità dell’uomo attraverso il lavoro, un lavoro “subito” con il corrispettivo reddito non certamente quello che si lascia intravedere attraverso il meccanismo di un reddito di cittadinanza devoluto semplicemente agli incapienti nell’attesa di trovare una collocazione lavorativa. Ed un tetto per tutti, provvisorio per le emergenze ma definitivo in tempi ragionevoli ma comunque rapidi.
E chi si dovrebbe occupare di tutto questo se non la Sinistra? La Destra ha una visione pauperistica basata sulla sopportazione, la tolleranza, il senso cattolico della colpa di non essere poveri. Occorre andare al di là di questi limiti ed avere il coraggio di affrontare le cause delle differenze sociali, prima che sia troppo tardi. Alcune delle ragioni per cui l’intervento del Governo di Destra che ci ritroviamo è messo in discussione a livello europeo stanno proprio nella incapacità di capire che alcuni interventi rischiano fortemente di essere, nel contesto tipicamente antropologico italiano, a fondo perduto. Forse non tutti tutti, ma tanti tanti sì.

Joshua Madalon

918577_20150313_1359

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *