Ritorno a riprendere il viaggio sui tempi della “memoria” personale. Il mio impegno storico, ambientalista e culturale è già tutto inscritto in questo piccolo contributo che diedi alla mia città.
Il libro è “PASSEGGIATA nei Campi Flegrei – Pozzuoli” novembre 1971
Quelli che…sono nati ieri lo sappiano
DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – SETTIMA PARTE – 9
la parte settima- 8 è stata pubblicata il 2 marzo u.s.
….Al di sotto del Monte Sant’Angelo, la località detta “Taiano” (per errore “Toiano”) era sede una volta quasi certamente della villa di Ottaviano Augusto (da cui il toponimo ridotto in “Taiano”). Accanto a questa, al di là della via Domitiana (leggasi “Domiziana”), un’altra altura cava è quella del Monte Nuovo. La sua storia è forse, per il periodo storico in cui si elevò, più conosciuta.
Nota post dell’autore: Insieme ad altri due amici di ginnasio ho scritto un giallo “Il diavolo a Monte Nuovo”, di cui tratterò a breve con una serie di post
In quella zona dove sorgeva una volta un villaggio detto “Tripergole”, fondato dagli Angioini, dopo numerose avvisaglie di carattere sismico e vulcanico, la notte del 29 settembre del 1538, in una rapida e catastrofica eruzione, si formò quell’altura che con poca fantasia fu denominata “Monte Nuovo”, distruggendo tutto intero il villaggio. Ovviamente il paesaggio venne ad essere modificato.
Parlando del paesaggio attuale la vegetazione che ricopre quel Monte è quella che caratterizza i terreni vulcanici: per lo più pini ed arbusti, più la macchia mediterranea con tutte le sue straordinarie specie varie e costanti. La presenza della pietra lavica è anch’essa imperante e rende dura vieppiù la salita a chi senza una guida già esperta vi si avventuri nelle escursioni.
Nota post dell’autore: Quando ero fanciullo ed ancora ai tempi (i primi anni Settanta del secolo scorso) in cui scrivevo questo libretto,al Monte si accedeva liberamente. Oggi è la sede di un Parco protetto e per accedere occorre varcare un ingresso ed essere autorizzati a procedere.
Ha un profondo e stretto cratere e la vista, una volta arrivati sull’orlo, spazia su largo tratto del golfo di Pozzuoli. Come tutte le altre nostre alture, anche questa è spesso oggetto di incendi per lo più estivi che ne depauperano il patrimonio boschivo, rendendo il paesaggio di un colore grigio fumo tendente a sfumare sul nero degli alberi bruciati. E’ un aspetto desolante che forse per voi, miei cari giovani amici, non avrebbe bisogno nemmeno di una descrizione perché molte volte, troppe davvero, facilmente ne avete avuto diretta esperienza. E spesso la colpa è nostra: un fiammifero acceso, un mozzicone di sigaretta, i resti di un bivacco mal spento e poi con la comoplicità involontaria del vento. Questo per essere ottimisticamente buoni! Ma bisogna fare molta più attenzione.Anche gli animali, dai più piccoli ai più grandi, ne soffrono; per non parlare poi del pericolo di frane (anche se, a dire il vero, in questi posti di cui sto trattando, esso è minimo).
parte settima – 9 …continua….