I CONTI NON TORNA(VA)NO – parte 35 (per la parte 34 vedi 26 gennaio)

I CONTI NON TORNA(VA)NO – parte 35 (per la parte 34 vedi 26 gennaio)

Riprendo a trattare uno dei temi a me più cari: il mondo della Scuola pubblica e la difesa dei diritti all’Istruzione, la cui piena soddisfazione è da collegare anche con gli ambienti che ne ospitano la realizzazione – Alla fine del secolo scorso qui a Prato (ma forse anche in tanti altri territori) si svolse una delle “battaglie” civili più accese intorno alla programmazione strutturale che potesse consentire lo sviluppo più adeguato possibile al mondo della Scuola e ai suoi professionisti e fruitori. Il “tutto” visto con gli occhi di chi, in quel periodo, si occupava anche politicamente e in una delle forze politiche di maggioranza proprio delle tematiche scolastiche; e si opponeva ad una visione limitata, che avrebbe creato inevitabilmente gli attuali disastri strutturali (mancanza atavica di spazi vitali).

Alla cortese attenzione del Consiglio Comunale

Prato 21/12/98

Come genitori degli alunni che frequentano il liceo Scientifico “N.Copernico” ci siamo riuniti in comitato per seguire da vicino la vicenda del trasferimento di sede di questo istituto con la speranza di poter collaborare con l’amministrazione Provinciale e Comunale a gestire questo delicato passaggio.

In proposito ci preme far presente alcune considerazioni sul significato di questa scuola nella nostra città. poiché il LICEO SCIENT. “N.COPERNICO” è una importantissima realtà pratese, è patrimonio di tutti noi e l’alto numero degli studenti che lo frequentano (ben 1200 ragazzi) dimostra quanto la nostra collettività creda in questa istituzione, una istituzione che ha saputo farsi stimare in tutti questi anni grazie all’impegno ed alla qualità del corpo insegnante ed all’intesa che si è andata creando tra le varie componenti scolastiche.

Nonostante la scuola sia sempre stata sistemata in una struttura inadeguata, ha saputo esprimere una potenzialità di offerta formativa ricca, differenziata e preziosa per le richieste della comunità per cui ogni impoverimento di questa potenzialità si tradurrebbe in un impoverimento della nostra società, ogni indebolimento di questa entità attraverso la separazione della stessa in più edifici si tradurrebbe in un indebolimento globale generale.

Da queste considerazioni deriva la nostra duplice richiesta di non smembrare l’istituto e di collocarlo in una sede adeguata, sicura e, molto importante, funzionale.

Il Comitato dei Genitori

La “miopia” generale di una parte economicamente e politicamente “egemone” a Prato non consentiva “anche” a questi genitori di comprendere che si sarebbe creato un disastro dal punto di vista strutturale: gli spazi, anche per l’atteggiamento bulimico dei Dirigenti e del “corpo insegnante” nel volersi accaparrare più iscrizioni di quanto fosse consentito, con il risultato poi di dover necessariamente selezionare in modo anche crudele e notoriamente più che rigido chi meritava di proseguire e chi no, finirono nell’arco di pochissimi anni per essere angusti ed insufficienti. Allo stesso tempo la scelta di “sfrattare” il “Dagomari” il cui “status” istituzionale non era da considerarsi molto diverso da quello vantato dai “copernicani” procurò molti altri danni alla qualità dell’istruzione in tutta la città (e Provincia). Sarebbe stato ben logico invece progettare soluzioni che non prevedessero spostamenti, costruendo un nuovo edificio e utilizzando temporaneamente nuovi spazi già a disposizione in modo provvisorio ma con una “programmazione” rigorosa.