VIAGGIATORI – GIUSEPPE E MARIA (una bozza di sceneggiatura) – parte 10 e ultima

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VIAGGIATORI – GIUSEPPE E MARIA (una bozza di sceneggiatura) – parte 10 e ultima

Particolare sulla pioggia che cade in Piazza Duomo. PP di Federico con alternanza PP di Giuseppe e particolari vari. “Non so, non credo, forse sì forse no. Il cinema è quello che tu dici, ma non è alla portata di tutti realizzarlo, nemmeno! E’ impossibile anche un rapporto con la gente: chi li vede i miei film?! Pochi, o nessuno. Chi li capisce? Quasi nessuno. Non parlo, non dialogo, siamo tutti personaggi muti. Gli altri, prima di me, o sono stati fortunati e sono andati via, o sono andati via per cercar fortuna, non so nemmeno io, mah! Certo che bisogna provare, certo! Non so più cosa è giusto, e cosa no. Una cosa è certa, però, io vorrei fare qualcosa, qui, a Prato, a casa mia, mettiamo ( e qui sorride e poi ride nervoso ) una specie di “Hollywood sul Bisenzio” Mah! Chissà!”
PPP di Giuseppe pensieroso. Poi Musica new age da scegliere e zoom all’indietro dall’alto, poi carrellata su particolari fino a quando si capisce che non piove più. Fuori campo voce di Giuseppe: “Parlammo ancora per un po’… da soli, io e Federico, Maria se ne stava assorta nei suoi pensieri; il giovane mi descriveva una realtà per me incredibile, di certo venata da un suo particolare pessimismo. La città mi era apparsa diversa, attiva, allegra, aperta, ricca di umanità e di cultura, grandi potenzialità, una gioventù colorata… Lui me la dipingeva in negativo: il buio della notte e la pioggia mi portarono una profonda tristezza, ma la mia caparbietà le si opponeva ed un progetto prendeva i suoi precisi contorni. Ci scambiammo numero di telefono ed indirizzo…poi spiovve del tutto”.
Panoramica dall’alto; da una parte Giuseppe e Maria che vanno via di spalle; di fronte Federico che va via dall’altra parte. Campo Lungo Giuseppe e Maria di fronte, mano nella mano; poi si fermano, si abbracciano e si baciano sotto il campanile del Duomo. Ellissi dissolvenza in uscita
Ellissi dissolvenza in entrata. Interno camera d’albergo. Giuseppe e Maria sono già a letto. Maria legge “Dubliners” di James Joyce, Giuseppe ha fra le mani “Le ceneri di Gramsci” di Pier Paolo Pasolini. Maria: “La giornata è stata fruttuosa. Poteva andar meglio, ma alla fine poteva anche andar peggio. Non ci sono case per noi ma un alloggio anche se provvisorio io l’ho trovato; e vedrai che quando arriverò qui a settembre lo troverò anche per te, per noi!” Giuseppe ascolta con stanchezza poi ha un gesto di noia con gli occhi e li ruota intorno. PPP di Giuseppe che ruota gli occhi intorno a sé, infastidito da qualcosa. Si sente un ronzio di zanzara. Maria continua a parlare; Giuseppe si alza e va a caccia di zanzare con una copia de “l’Unità”, con alternanza di Maria e Giuseppe. Alternanza fra Maria e Giuseppe nell’azione precedentemente esposta. E’ sempre Maria a parlare: “I parenti saranno stati delusi; ma non importa. Avremo tempo poi per incontrarli e stare insieme quando io verrò, quando verremo e, poi, quel che sembra un problema oggi non è detto che lo sia domani. Che chiasso, tutti quei bambini, non ti sarai proprio divertito!…”
Di tanto in tanto Giuseppe ritorna in campo seguendo una zanzara. Alternanza con Maria che continua a parlare: “Stasera ero molto stanca e non riuscivo più a seguirti nei tuoi discorsi con quel ragazzo sotto il Duomo: avrei preferito andar via anche sotto la pioggia. Ti ho fatto dei segni, ma non mi hai capito, eri troppo preso dalle tue chiacchiere… Buonanotte, domani ci aspetta un lungo viaggio, buonanotte, quando hai finito di fare il cacciatore vieni a letto e spegni la luce, cosa vuoi che siano due punzecchiature di zanzare….”

“GIUSEPPE E MARIA” si conclude così. Ho voluto prima raccontare l’antefatto e poi ho ripreso da un vecchio diario del 1988 un manoscritto sotto forma di “appunti” per una sceneggiatura. Ovviamente ci sono molti limiti sia nella “prosa” che nella “sceneggiatura” e dovrebbero essere apportati dei ritocchi. Non sono oggi sicuro che possano interessare a qualcuno.

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