LIEVE PIOGGIA BATTENTE

agkce

LIEVE PIOGGIA BATTENTE

Sentivo le gocce della pioggia tamburellare sulle grondaie. Di solito, quando accadeva durante la notte, mi alzavo dal letto ed andavo a controllare che gli infissi fossero ben chiusi. Quella volta però sia per il freddo che per la pigrizia che negli ultimi giorni mi aveva preso in modo intenso e inusuale mi faceva fatica. E poi avevo un bel sogno da continuare, fosse stato possibile, non si sa mai!
Viaggiavo per luoghi che non conoscevo e che forse proprio per quel motivo attraevano maggiormente il mio interesse “notturno”: che miracolo sono i nostri sogni! Viaggiavo a piedi, lungo strade trafficate da altri peregrini ignoti ed ero in un luogo strano, dove il mare rientrava pur essendo tutto il resto del paesaggio tipicamente montano. Il mare rientrava lambendo con le sue onde una piazza interna…….
La strada della ripresa del sogno era diversa: più buia e meno sicura dell’altra. Ero solo e transitavo per vicoli stretti. Non c’era più il mare e solo per un breve tratto ho notato di essere in compagnia di una donna: forse mia moglie e all’apparenza molto più giovane di quanto non sia ora. Le strade e gli ambienti di diversi luoghi dove ho vissuto si mescolavano in maniera confusa tra loro: Procida, Napoli, Pozzuoli e Prato si amalgamavano in quel sogno. Scale e parapetti su strade inusitatamente vuote si confondevano nel sogno senza un senso che potesse rendere intelligibile i suoi significati.
Il sogno ripreso dopo le gocce della pioggia non si connetteva con quello che le aveva precedute.

Poi tutto si chiarì: in un baleno riapparì la luce della strada del sogno precedente. Ma non c’era più il mare: rimaneva un gran sole, intenso e caldo e c’era tanta gente allegra seduta ai tavolini di un caffè. Sembrava quasi la via Veneto de “La dolce vita” e le persone si muovevano come per l’appunto in un film di Fellini, con movenze lente ed atteggiandosi a viveurs e femmes de vie. Osservavo tutto come uno spettatore privilegiato e… mi svegliai… continuava la pioggerella lenta e sottile a tamburellare sulle grondaie con un ritmo sonnacchioso…ma mentre prima era tutto buio ora si intravedeva tra le linee delle persiane la luce del giorno. non potevo riaddormentarmi; avevo già derogato nell’ora del risveglio notturno decidendo di proseguire il cammino del sogno lasciato a metà, irrisolto. Ora dovevo sollevarmi e cercare di ricordare quel che sognavo: per un attimo fatico a farlo ma poi decido di scrivere quel che ho pensato di aver vissuto nell’altra dimensione…. ed è così che: “Sentivo le gocce della pioggia tamburellare sulle grondaie. Di solito, quando accadeva durante la notte, mi alzavo dal letto ed andavo a controllare che gli infissi fossero ben chiusi. Quella volta però sia per il freddo che per la pigrizia che negli ultimi giorni mi aveva preso in modo intenso e inusuale mi faceva fatica. E poi avevo un bel sogno da continuare, fosse stato possibile, non si sa mai!
Viaggiavo per luoghi che non conoscevo e che forse proprio per quel motivo attraevano maggiormente il mio interesse “notturno”: che miracolo sono i nostri sogni! Viaggiavo a piedi, lungo strade trafficate da altri peregrini ignoti ed ero in un luogo strano, dove il mare rientrava pur essendo tutto il resto del paesaggio tipicamente montano. Il mare rientrava lambendo con le sue onde una piazza interna…….
La strada della ripresa del sogno era diversa: più buia e meno sicura dell’altra. Ero solo e transitavo per vicoli stretti. Non c’era più il mare e solo per un breve tratto ho notato di essere in compagnia di una donna: forse mia moglie e all’apparenza molto più giovane di quanto non sia ora. Le strade e gli ambienti di diversi luoghi dove ho vissuto si mescolavano in manuiera confusa tra loro: Procida, Napoli, Pozzuoli e Prato si amalgamavano in quel sogno. Scale e parapetti su strade inusitatamente vuote si confondevano nel sogno senza un senso che potesse rendere intelligibile i suoi significati.
Il sogno ripreso dopo le gocce della pioggia non si connetteva con quello che le aveva precedute.

Poi tutto si chiarì: in un baleno riapparì la luce della strada del sogno precedente. Ma non c’era più il mare: rimaneva un gran sole, intenso e caldo e c’era tanta gente allegra seduta ai tavolini di un caffè. Sembrava quasi la via Veneto de “La dolce vita” e le persone si muovevano come per l’appunto in un film di Fellini, con movenze lente ed atteggiandosi a viveurs e femmes de vie. Osservavo tutto come uno spettatore privilegiato e… mi svegliai… continuava la pioggerella lenta e sottile a tamburellare sulle grondaie con un ritmo sonnacchioso…ma mentre prima era tutto buio ora si intravedeva tra le linee delle persiane la luce del giorno. non potevo riaddormentarmi; avevo già derogato nell’ora del risveglio notturno decidendo di proseguire il cammino del sogno lasciato a metà, irrisolto. Ora dovevo sollevarmi e cercare di ricordare quel che sognavo: per un attimo fatico a farlo ma poi decido di scrivere quel che ho pensato di aver vissuto nell’altra dimensione…. ed è così che…………………………………
………………………………………………………………………………………………..