LIBERO/A parte 1 e 2 ….. continua

LIBERO/A

Isabella quella mattina aveva chiesto a Giovanni, suo marito, di accompagnarla in uno dei discount più variamente forniti della città e fra i più economici. Giovanni aveva brontolato perché era intento a seguire i suoi traffici sul computer: digitava e bazzicava siti non proprio adatti alla sua età che ormai aveva superato di un trentennio i primi “anta”. Ciononostante – come di solito faceva pur con riprovevoli ritardi – annuì e si preparò rapidamente ad accompagnare la moglie.

“Scendo in garage a prendere l’auto” le disse e si avviò. Durante il tragitto per il discount Giovanni non mancò di osservare con attenzione tutte le donne, soprattutto le più giovani, che incrociava. Le loro forme lo attraevano naturalmente anche se il suo era un semplice riflesso condizionato, antropologicamente consolidato. Nulla di più. Un’attrazione mentale. Isabella lo capiva ma da tempo non avvertiva gelosia per questa patente predilezione del marito. Anzi lo osservava con una certa pena, anche perché da parte sua da tempo ormai non coltivava rapporti che non fossero di consolidata convivenza, e diversamente da Giovanni aveva una predilezione per la libertà incondizionata, meditando di ritornare da sola nella casa di sua madre.

Giovanni bofonchiò scendendo dall’auto: “Ti aspetto qua…”, non amava quei luoghi ricolmi di oggettini di bassa qualità, cineserie e chincaglierie di dubbio gusto e preferiva astenersi dallo sgomitare in corridoi angusti e di dover seguire i percorsi tortuosi alla ricerca di questo o quel prodotto. “Anzi, ne approfitto e mi fermo a fumare una sigaretta qua fuori….Fai con calma: la giornata è bella e si sta bene a girellare. Se non mi vedi, puoi anche cercarmi al cellulare: ce l’hai il tuo? E’ carico?”.
Isabella annuì senza entusiasmo e si avviò verso l’ingresso del negozio.

Giovanni si accese la sua Multifilter Philip Morris Slim Blu e continuò sul suo cellulare il lavoro che aveva abbandonato poco prima a casa………

– parte 1 ….. continua

bogart

LIBERO/A

– parte 2 –

Non aveva colto l’alternativa di quella elettronica, rimanendo affezionato al profumo aromatico delle antiche sigarette: fino a venti anni prima aveva preferito le Pall Mall il c ui aroma lo attraeva non appena scioglieva la striscia di plastica che avvolgeva la confezione.
Nel mentre si andava accendendo la sua sigaretta, aveva osservato di sottecchi Isabella che si avviava verso l’ingresso del discount, una porticina molto piccola rispetto all’enormità degli spazi interni. La osservò attentamente mentre in modo automatico e a tutta evidenza pratico accendeva e aspirava la prima boccata di fumo, divertendosi come un bambino a riprodurlo in graziose volute. La osservò e notò le sue forme ancora piacevoli nonostante gli “anta” di poco inferiori ai suoi: Isabella aveva mantenuto un fisico asciutto e quella mattina indossava un abitino che, sebbene “vintage”, la rendeva attraente. Per un attimo Giovanni si sentì Bogart così come lo aveva apprezzato nei suoi film, come “Casablanca”, ed immaginò che la sua donna fosse come la Bergman e così mentre ancora guardava Isabella provava a tenere la sua sigaretta a destra un po’ penzolante. Isabella poi – guarda la coincidenza – aveva scelto quella mattina di coprirsi il capo proprio con un cappellino grigio a larghe tese, che aveva recuperato in uno dei mercatini dell’usato nei quali si serviva ed ai quali spesso portava in beneficenza alcuni vecchi abiti dismessi ma in ottime condizioni: quel cappellino tra l’altro ricordava quello della grande attrice svedese nello stesso film.
Giovanni si immerse poi in quella ricerca di alternative mentali che lo aveva impegnato quella mattina al suo computer di casa. Aveva un cellulare che gli permetteva accessi incondizionati alla rete e ne approfittava. E così appoggiato alla sua Nissan GTR 35 cominciò a smanettare, spippolare ma non ne ebbe modo perchè i suoi occhi furono attratti da una donna “in carne ed ossa” che indossava un abitino del tutto simile a quello di Isabella con un cappellino a larghe tese grigio identico ed un paio di occhialoni da sole che gli ricordavano quelli della Audrey Hepburn di “Colazione da Tiffany”. Notò subito dopo che si rivolse ad un giovane ivoriano forse o senegalese che là fuori vendeva oggetti di uso comune a poco prezzo e questo le portò un grazioso cane maltese, bianco, al guinzaglio. Lei lo ringraziò con una mancia, prese il guinzaglio e si avviò con alcuni pacchettini verso il parcheggio laterale, non quello dove era Giovanni – che intanto la osservava con grande attenzione, distraendosi dall’impegno avviato.

– parte 1 e 2 …. continua

cover1300

maltese-prezzo_ng1