COME ERAVAMO – Supplemento al documento pubblicato lo scorso 1-2-3 agosto

– questo documento era “preparatorio” all’altro – “ufficiale” e trascritto così come espresso dalla mia voce nel corso del Convegno del 6 dicembre 2002 – E’ evidente la tensione tra l’Amministrazione ed il Decentramento, che pochi anni dopo fu smantellato –

COME ERAVAMO – Supplemento al documento pubblicato lo scorso 1-2-3 agosto

Tessere Cultura – 5\6 dicembre 2002

Intervento del Coordinatore delle Commissioni Cultura delle cinque Circoscrizioni del Comune di Prato

Una premessa doverosa

Troviamo estremamente significativo ed importante che, nell’impianto generale che qualche giorno fa ci è stato sottoposto dall’Assessore Giorgi la quarta sessione, questa nella quale noi interveniamo, sia quella con il commento più smilzo (lo rileggo per la cronaca “E’ la parte del convegno riservata all’approfondimento delle tematiche locali. Discuterà le linee del progetto cultura”). Ci sia consentito auspicare che questo impianto abbia il significato che a noi più interessa, e cioè che da oggi noi si parta per costruire poi, sin da domani, insieme il Progetto.

Un’altra notazione fortemente positiva è nel titolo.
Il verbo “Tessere”, così familiare e connaturato alla nostra realtà, implica la cooperazione, lo stare insieme in modo concatenato e stretto nel formare un tessuto; “Tessere” implica la coesione forte di ogni parte, e questa coesione, questa cooperazione per chi ci segue e ci conosce, diciamo di noi che, nelle Circoscrizioni ci occupiamo di Cultura, è stata la nostra “stella polare”, che ci ha consentito di fare qualche importante passo avanti nella elaborazione e nella costruzione di una politica culturale che, se non è univoca, è comunque conosciuta e rispettata da tutti.

IERI

In una situazione di percorso amministrativo più o meno simile, ovvero più o meno verso la parte conclusiva della scorsa legislatura quattro anni fa all’incirca (20 – 21 novembre 1998) a Villa Fiorelli ci si interrogò in modo serio ed approfondito sulle tematiche culturali. A realizzare quell’incontro furono le “nuove” Circoscrizioni.
Queste ultime sono ancora davvero giovani, essendo appena alla seconda legislatura; anche se, nei fatti, hanno dimostrato di saper agire sul territorio di loro competenza con significativa maturità ed eccellente capacità amministrativa in molti settori, fra i quali spicca, oltre al sociale, allo sport ed alla formazione, proprio l’intervento culturale. Un intervento culturale che si avvicina, senza assecondarli in maniera piatta e pedissequa, ai gusti della gente che su quel territorio insiste: ecco perché dunque l’intervento culturale, soprattutto questo, varia da territorio a territorio e nel suo complesso evidenzia una varietà multiforme di interessi, che si concretizzano sia negli utilissimi corsi di base sia negli stimolantissimi momenti di approfondimento di tematiche culturali di buon livello storico, sociale, artistico, filosofico e quant’altro, sia nell’organizzazione di eventi piccoli, medi e grandi nel campo dello spettacolo: il tutto con una capacità di gestione delle risorse umane e finanziarie che non può essere sottovalutata.
Dal Convegno di Villa Fiorelli al quale accennavamo emerse, con l’accordo di tutti, la necessità di promuovere un’azione di Coordinamento fra le diverse Istituzioni pubbliche del territorio per costruire comuni opportunità culturali nuove e consolidare, migliorandoli, precedenti progetti. Dietro la spinta della Regione Toscana si avviò un lavoro collegiale intorno a tematiche soprattutto di multiculturalità con il progetto “Porto Franco”.
All’inizio di questa legislatura si è poi dato vita ad un nuovo Coordinamento fra le cinque Circoscrizioni, all’insediamento del quale, fu presentato un brevissimo documento, al quale era allegato il “Documento Programmatico” conclusivo di Villa Fiorelli, con il quale si sottolineava ancora una volta l’importanza di un sempre più ampio Coordinamento per un lavoro di progettazione e realizzazione comune e per una migliore razionalizzazione dei nostri interventi sul territorio.

OGGI e DOMANI

Dette queste poche cose sul “passato”, ci interessa molto parlare del presente e del futuro, e lo farò con necessaria sintesi.

Oggi occorrerebbe partire dal riconoscimento che le Circoscrizioni sono un serbatoio di risorse umane, soprattutto dal punto di vista della capacità elaborativa culturale, cui non può essere disgiunta quella straordinaria capacità di operare in economia anche su progetti di medio e alto valore; questo riconoscimento è pervenuto alle Circoscrizioni soprattutto ma non solo da parte dei cittadini singoli ed associati: e questo ci riempie di positivo e giusto orgoglio.
Noi siamo qui, come in altre occasioni, anche a dimostrare di essere parte integrante del Comune di Prato ed a chiedere nuovamente di lavorare tutti insieme: si sappia che non ci bastano più le classiche pacche sulla spalla e le chiacchiere più o meno in quel momento sincere a modificare la sensazione che la politica culturale delle Circoscrizioni sia, soprattutto dall’Amministrazione Comunale che invece dovrebbe sostenerla in modo più concreto, scarsamente considerata e snobbata il più delle volte. E’ una sensazione, credeteci, abbastanza sgradevole che, neanche per amor di parte, può essere taciuta: è una sensazione che vorremmo davvero fosse una volta per tutte superata! Questa Amministrazione, il ceto politico che l’ha espressa, si è voluto dotare di articolazioni che si diramassero al meglio sul territorio; ma l’autonomia che posseggono non può essere distacco, né può essere controllata nei contenuti; noi chiediamo infatti che sia compartecipata.
E’ dunque necessario ancora una volta chiedere che si attuino le linee di Villa Fiorelli, che sia dunque creato un Coordinamento più ampio, semmai con un proprio Regolamento, con un riconoscimento anche sostanziale, presieduto dall’Assessore alla Cultura e con la partecipazione sia del Presidente della Commissione Cultura del Comune sia, volendolo, del pari grado della Provincia.

Per ritornare al nostro atteggiamento propositivo vogliamo aggiungere che da tempo andiamo affermando che sia antieconomico ed antipolitico, amministrativamente disordinato, procedere in maniera disarticolata e sparsa in una confusione generale di bei progetti spesso senza un loro fine comune ben delineato e senza una condivisione la più larga possibile.
Poi, per carità, nessuno vuole negare che esistano differenze nelle nostre Istituzioni, un diverso modo di interpretare l’azione amministrativa; ma è molto importante un lavoro di Coordinamento perché, fra le tante cose positive, permette a tutti di imparare qualcosa di nuovo e di migliorare i propri interventi e consente anche di realizzare progetti comuni di più ampio respiro.

Avvertiamo, per questo, la necessità di progetti comuni di grande respiro che possano essere utili a tutta la città; abbiamo, ad esempio, bisogno di un lavoro che unisca il momento culturale a quello formativo.
Le Circoscrizioni lo hanno percepito in particolare nel settore dell’Educazione Permanente ed in quello degli Adulti: abbiamo chiesto per questo il riconoscimento di una nostra “autonomia” ed abbiamo per adesso raccolto soltanto l’impegno da parte dell’Assessorato ad occuparsene in modo prioritario. Siamo convinti che questa affermazione non basti, non insistiamo sulla nostra richiesta, ma consideriamo la risposta dell’Assessore come una vera e propria sfida in positivo proprio nella direzione di un lavoro di Coordinamento, che abbiamo espressamente ed in più di un’occasione richiesto su quelle tematiche.

Esistono anche altri percorsi “comuni” da sperimentare: a partire dai consueti contenitori stagionali come Natalogie e Pratestate per andare verso momenti estremamente importanti come l’8 Marzo, il 30 novembre ed il 21 di gennaio (giorno della memoria), senza trascurare altre occasioni come il Carnevale, il 25 aprile ed il primo maggio. Vi è la necessità di un discorso comune, formativo e culturale, sul decentramento delle Biblioteche e sulla ricerca di nuovi luoghi per la Cultura nell’intera città, così come nel rapporto con le più importanti Istituzioni Culturali del territorio, il Pecci ed il Metastasio.
Quanto al Teatro sarebbe opportuno avere anche un’idea comune sulla programmazione teatrale estiva sia per i ragazzi che per gli adulti, utilizzando al meglio alcuni spazi.
Inoltre un discorso a parte ma fortemente significativo andrebbe svolto su “Porto Franco” e sui progetti legati alle tematiche della multiculturalità, intorno ai quali le Circoscrizioni hanno sempre mostrato di possedere una grande sensibilità.

Come si vede, non c’è poco da fare per chi si occupa di una Circoscrizione e viene smentito chiunque creda che il lavoro in una Circoscrizione sia meno impegnativo che in altre Istituzioni.

Altro motivo importante che richiede un lavoro di Coordinamento così come noi desideriamo è la concatenazione ahimè sinergica di tagli alla spesa pubblica e di sottovalutazione dell’intervento culturale, sempre più asservito a logiche di profitto, che promana dal Governo italiano.
Di fronte a questi attacchi vorremmo non essere considerati compagni dei leggendari “polli di Renzo” e vorremmo che tutti noi (Comune, Circoscrizioni e Provincia) riuscissimo a fare fronte comune, attuando interventi sinergici che rispondano positivamente alla necessaria economicità e possano essere utilmente stimolanti per la crescita culturale della nostra città, in un momento come questo che potrebbe vedere fortemente arretrare la linea dei “diritti”, non ultimi quelli legati propriamente alla formazione ed alla cultura: le Circoscrizioni come frontiera dell’Ente Locale sono in grado di recepire anche il più flebile grido d’allarme e sono in grado di affrontare le diverse problematiche con le capacità di cui già dicevamo dianzi.

A proposito poi di “utilità dell’inutile” bisognerebbe chiarirsi: a noi, in linea di massima, non piacciono quei progetti che non producano qualcosa che sia utilizzabile poi. Certo, noi abbiamo nei nostri programmi anche momenti riservati al consumo di spettacoli ed è difficile dire se essi poi producano dei risultati e quali essi siano; per lo più anche gli interventi nelle diverse sezioni dello spettacolo afferiscono in gran parte a particolari operazioni culturali condotte precedentemente: esempi ce ne sono a bizzeffe e sarebbe lungo e forse fuori tema elencarli.

Ci limitiamo a riflettere, tuttavia, su che cosa sarebbe la nostra città senza i nostri interventi culturali e le nostre programmazioni di concerti, di teatro, di arte, di cinema e altro.
Prato non è un deserto come qualcuno di tanto in tanto molto strumentalmente la vuole dipingere; anzi, a volte, i fiorentini ce la invidiano, la nostra città, e quelli che sono, come il sottoscritto, un po’ stranieri possono davvero dirsi molto felici di vivere qui. Potremmo aggiungere in ogni caso, un po’ per convinzione un po’ per continuare a portare acqua al proprio mulino (ma si tratta di una casa comune che produce beni comuni), che l’ ”inutilità” di cui si parla nasca tante volte dalla sovrapposizione di iniziative molto simili fra di loro che si danneggiano reciprocamente in mancanza di Coordinamento: un motivo in più, appunto, per insistere nel nostro obiettivo.

Vorrei aggiungere una parte relativamente personale.
Vorrei concludere per ora questo intervento sintetico, evidenziando un certo disagio che personalmente mi porto dentro da qualche anno.
Quando ero giovane consideravo la mia appartenenza politica come l’unica nella quale la Cultura trovava una collocazione privilegiata; forse ero giovane o forse erano anni un po’ particolari nei quali si è costruito molto nel settore dei diritti alla Formazione ed alla Cultura; forse parlo anche di luoghi diversi, di città diverse, dove non ci si interroga se all’intervento culturale che si progetta ci possa essere un tornaconto tangibile. E’ vero che Prato ha il mito del Datini e che fonda la sua ricchezza sui bilanci, dove campeggiano i riparti del dare e dell’avere, ma è anche vero, come ho detto prima, che la Cultura non può essere assoggettata alla convenienza economica ma deve essere comunque inserita in un Progetto politico amministrativo per la città dei prossimi anni. Il mio disagio è legato al fatto che sempre meno leggo nelle vere intenzioni (non nelle parole, ma nei fatti) della mia parte politica un’attenzione verso le problematiche culturali, sempre più collegate a questioni di bilancio finanziario e sempre meno inserite in un discorso strategico di ampio respiro.

Bene aver organizzato questo Convegno! anche se chiederemmo che venga recuperato il nostro ruolo in una seduta suppletiva non straordinaria nella quale tracciare in modo più chiaro e definito il progetto “Prato Culture”, che se fosse presentato oggi potrebbe apparire quasi verticistico e potrebbe essere davvero un frutto acerbo del nostro impegno istituzionale, il risultato frettoloso di una carrellata di gruppi, associazioni ed individui che presentano i loro bei risultati o di critici che smantellano tutto quello che gli altri di buono o di meno buono hanno costruito anche con una certa cura.

Un dato certo che implicherebbe una risoluzione urgente è che, a quattro anni di distanza, fra di noi ancora continua ad aleggiare lo spirito di “Villa Fiorelli”, il quale non ha ancora trovato la sua risoluzione. E questo è più significativo di tante chiacchiere, di quelle mie prima di tutte, e poi di quelle di tutti noi; chiacchiere, volendolo, anche molto futili, se non pretendessimo di voler fare le cose sul serio ed a patto che non si consideri anche questa occasione una mera passerella di sfogo.

Questa è una sintesi dello stato d’animo, a volte amareggiato a volte combattivo che noi abbiamo; ma questa sintesi, pur in alcune sue parti apertamente critica, ha delle sue forti proposizioni ed è quindi proiettata verso il futuro: noi crediamo nell’impegno dell’Amministrazione Comunale ed in quello specifico dell’Assessore nel costruire un raccordo sempre più stretto e coinvolgente con le Circoscrizioni soprattutto su alcune problematiche; noi riteniamo che, per la nostra esperienza, possiamo fornire un forte contributo alla strutturazione di un Progetto per la Cultura nella nostra città che si spinga fino alla fine di questo decennio, e cioè nella prossima legislatura. Questo Convegno, dunque, non sia (come peraltro ribadito dall’Assessore) un punto di arrivo, ma un vero e proprio momento di partenza per la costruzione di un Programma di Governo che si incardini su un’asse eminentemente culturale, partendo, per questa volta, non dal Centro ma dalle periferie.

Prato li dicembre 2002
Il Coordinatore delle Commissioni Cultura
-prof. Giuseppe Maddaluno-
Joshua Madalon

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