13 marzo “il dito che indica la luna”

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13 marzo “il dito che indica la luna”

Il rischio che si sta correndo è che, dopo la sconfitta del PD e il risultato deludente di LeU e di PaP ciascuno di questi Partiti, liste o movimenti che siano si fermi ad osservare “il dito che indica la luna” in maniera molto parziale consolatorio autogiustificatore.
In realtà quel che sta accadendo nelle ultime ore nel PD – anche a livello locale – sembra davvero limitarsi a rilevare il ruolo “malefico” degli scissionisti, sferrando ancora una volta all’indomani del 4 marzo (proseguendo, dunque, il mantra che le hanno precedute) durissime critiche verso i dirigenti di LeU che, pur avendo puntato sul recupero dei potenziali elettori PD in uscita verso il M5S, non sono riusciti a cogliere in sostanza quell’obiettivo.
Già prima, ma anche durante la campagna elettorale nei miei post politici avevo toccato tutta una serie di problematiche che erano alla base dell’allontanamento di gran parte degli elettori del PD da quel Partito. Etichettato come gufo e rosicone dalla maggioranza renziana posso assicurarvi della profonda concretezza di quelle analisi partendo da me stesso, fortemente attratto dal sostenere quel Movimento pur consapevole della pochezza soprattutto politica e culturale della gran parte dei suoi leaders. Oltre a me stesso credo di potermi riferire a molte altre persone che ho incontrato in questi mesi e che avevano espresso un certo interesse per quella parte: qualcuno, a partire da me, si è in qualche modo recuperato ma molti altri – alcuni dei quali non si erano neanche esposti – no.
Ritornando a chi in queste ore si applica incessantemente e prioritariamente a ricercare i responsabili dei loro insuccessi sembra che non vedano molto oltre le loro strette stanze. C’è davvero ben poco da guardare fuori da esse. Poichè non sarà possibile cambiare le linee politiche senza cambiare le donne (che privilegio stavolta di essere menzionate per prime, forse indesiderato!) e gli uomini che quelle linee hanno incarnato, sono fortemente pessimista sugli esiti immediati e prossimi futuri.
Mi sorprendo a leggere comunicati da parte di chi è stato all’opposizione nel PD, scoprendo notevoli somiglianze con quanto affermavamo noi (del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo) che eravamo pungolo critico al tempo in cui molti di questi dirigenti erano nella maggioranza del Partito. Per fortuna nostra abbiamo conservato la memoria “scritta” di quegli atti ed è sorprendente come la Storia ripaghi delle sottovalutazioni e delle offese “morali” ricevute. Oggi si ri-parla di cambiare i metodi, di parlare ai territori, alle periferie: perchè mai deve accadere che ci debba essere una tale sconfitta per comprenderlo?

Non c’è più tempo e non vi è spazio alcuno per ritornare indietro.

Il futuro potrebbe essere ancora più fosco di quanto si creda.

Bisogna guardare avanti e progettare una profonda rigenerazione totale. Ognuno lo faccia all’interno di contenitori separati. Ad ogni buon conto qualora vi siano delle possibili convergenze, augurabile è un incontro.

Joshua Madalon

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