NON ABBIAMO SCHERZATO! ed è solo un nuovo appello

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NON ABBIAMO SCHERZATO!ed è solo un nuovo appello

Faccio il punto: a volte sono prolisso ma oggi cercherò di essere sintetico. Mi esprimerò al plurale “non maiestatis (per carità!)”. Tutto quel che dirò è riportato in modo ampio sul mio Blog dai miei post degli ultimi quindici mesi
Insieme ad altre persone abbiamo operato per costituire a Prato un soggetto chiaro e definito di una Sinistra di Governo in vista delle amministrative del 2019.
Lo abbiamo pensato come autonomo ed indipendente da quel PD che nel corso degli ultimi anni (qualcuno potrebbe obiettare – da Sinistra – che lo sia stato “da sempre”) ha evidenziato di voler percorrere strade di neoliberismo sostanzialmente non corrispondenti ai bisogni ed agli interessi della parte più debole del Paese.
“Prato A Sinistra” ha una Carta di Intenti ed uno Statuto già pronto ed in linea di massima operativo.
Quanto è accaduto nella seconda parte dell’anno 2017 ha prodotto uno scollamento di quel gruppo sotto l’attacco da una parte di chi intendeva percorrere strade di possibili accordi – camuffati da confronti nello stile già evidenziato negli anni precedenti – con il Partito Democratico; e dall’altra parte di chi in modo diverso andava preparando la nascita di un contenitore provvisorio nell’urgenza della competizione elettorale politica incipiente.
Abbiamo aderito a quel contenitore, esprimendo costantemente il nostro punto di vista che in qualche occasione è stato divergente, se non altro colmo di dubbi sempre espressi con il “chi siamo e dove andiamo!” appesantiti dalla presenza di personaggi che non garantivano “autonomia” o che si configuravano come espressione del “rancore” al netto della partecipazione diretta alla costruzione di politiche discutibili delle quali giustamente poi si chiedeva l’abolizione (art.18 – Job’s Act – La Buona Scuola).
A Prato il percorso di condivisione della lista “LeU” per noi è stato facilitato dalla scelta di candidati espressione di una visione politica innovativa e positivamente costruita dal basso. La campagna elettorale è stata ugualmente difficile: il clima meteorologico ma anche quello umano era caratterizzato da una preclusione ed indisponibilità molto diffuse che non ha consentito di esprimere al meglio le potenzialità dei candidati e dell’organizzazione.
Nondimeno il risultato è stato generalmente in linea con quanto avvenuto sugli altri territori, a dimostrazione della immaturità del Progetto di alternativa che è poi stato annunciato a ridosso della giornata elettorale. Lo stesso “Programma di LeU” è stato strutturato in gran fretta senza poter diventare patrimonio comune dei sostenitori; allo stesso tempo l’elettorato non riusciva per i motivi precedentemente esposti a riconoscere elementi di vera novità in alcune candidature, che sono diventate un “macigno” insopportabile nelle “polemiche” interessate da parte di forze politiche temporaneamente e ideologicamente “avverse”.
Candidature e scelte programmatiche inadeguate (giustificate dai tempi) sono state alla base dello scarso appeal della lista “LeU”.
Forse è sulla base di queste riflessioni – sintetiche – e partendo da esse che dobbiamo riprendere il cammino. Non siamo disponibili a condividere un “percorso” che non abbia caratteristiche di indipendenza ed autonomia rispetto al Partito Democratico, con il quale ci si potrà pur confrontare da un punto di forza progettuale dopo aver approntato con la maggiore cura e precisione possibile come “soggetto unico della Sinistra” un Programma di Governo della città per il 2019 (non ci interessa avere uno sguardo più lungo verso tempi che per alcuni di noi sono improbabili).
Abbiamo di fronte a noi molte incognite, ma c’è una profonda certezza: il Paese – e Prato – e la parte di esso che ha visto man mano decrescere le garanzie costituzionali minime ha bisogno di essere governato con politiche coraggiose che non abbiano il timore di aggredire posizioni di Potere politico ed economico che hanno umiliato i ceti più deboli garantendo loro solo interventi di carattere assistenziale e pauperistico come i “bonus” (sulla stessa linea possiamo inserire lo stesso “reddito di cittadinanza” proposto dai 5 Stelle). Dobbiamo proporre soluzioni che partano dalla “partecipazione” popolare la più larga possibile, ad iniziare dalle periferie. Dobbiamo affrontare le contraddizioni che hanno caratterizzato le “politiche della Sinistra” costruendo un progetto innovativo concretamente realizzabile a sostegno dei ceti più deboli, senza escludere nessuno, valorizzando il merito e la giustizia sociale.

Joshua Madalon
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