EN ATTENDANT ma senza Lucio! una riproposizione “sempre utile” di nostri post del giugno 2014

EN ATTENDANT ma senza Lucio! una riproposizione “sempre utile” di nostri post del giugno 2014

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Eh sì, aspetto qualcosa di nuovo, anche se non ci sono margini per  delle novità… Non ci sono margini perché non è più possibile dialogare quando le distanze diventano incolmabili. Impossibile nemmeno pensare che coloro che si sentono superiori per intelligenza e capacità ed avvertono il vento favorevole che li sostiene possano comprendere quanto sia  deleteria la dispersione e la perdita di risorse intellettuali. Si sbaglia in tal senso ciclicamente e poi, ma solo poi e dopo lungo e drammatico tempo, qualcuno di quelli che verrà dopo forse riconoscerà gli errori in un tempo che può essere lunghissimo e dal quale nessuno potrà fare ritorno. E gli errori si accumulano e si annacquano in un brodo di giuggiole ravvivato da successi concatenati e progressivi ma basati su fondamenta fragili d’argilla. I margini inesistenti sono collegati alla profonda incapacità politica di coloro che avvertono su di sè semplicemente l’aria fresca della navicella veloce le cui vele si gonfiano per i venti e per l’orgoglio. 

Cielo stellato

Il 25 giugno scrivevo a Lucio in risposta ad una precedente riflessione nella quale denunciavo il “conformismo” forse “ideologicamente” interessato di una parte importante della società italiana (Politica, Cultura, Stampa, Mondo della Finanza) in questa fase della nostra Storia: avevo già in altre occasioni denunciato l’abbassamento del livello critico culturale del popolo italiano e la sua scarsa memoria non solo di eventi storici più o meno lontani ma anche di fatti abbastanza a noi vicini che forse ai più attenti ed acuti osservatori possono (potranno) essere interpretati anche come una vera e propria congiura contro coloro che hanno percorso nel solco della Sinistra molti dei loro anni. Personalmente nelle mie minime esperienze politiche amministrative moralmente posso dire di avere avuto ragione ma nei fatti sono stato sconfitto, anche se non mi sono mai piegato a sostenere scelte che non condividevo e che sono state portate avanti con la forza del decisionismo. Non è mica detto – e non è scritto da alcuna parte – che chi decide, potendo e sapendolo fare – sia nel giusto; non è mica detto che la Democrazia sia strumento adatto per tutti i tempi (intendo dire che con i “numeri” si può anche sbagliare; con la forza “democratica” si commettono spesso errori peraltro altrettanto “ideologici”.) (G.M.)

Scrivevo, dunque:
Caro Lucio, tutto quello che tu dici è “vero” e lo condivido; ma è parzialmente riferibile ad uno sguardo “esterno” che è poi lo sguardo populistico che va per la maggiore. Utilizzo il termine “populistico” in senso di concretezza non come elemento negativo in assoluto. E’ chiaro che dopo una discussione si debba decidere (a parte il fatto che tu richiami le “urgenze” di tipo economico che abbisognano di interventi rapidi; e quanti ne abbiamo subiti senza fiatare?); io pongo un “nuovo” (!) quesito relativo al superamento di qualsiasi discussione nei luoghi periferici, che sono poi il cuore pulsante di un Partito democratico di nome e di fatto. Di questo se ne può rendere conto chi quei “luoghi” li ha vissuti, costruendoli non chi ha osservato dall’esterno la vita politica dei Circoli. Eh già, anche questo! sai quanti Circoli del PD ci sono a Prato? sono 41. A Pozzuoli ce n’è uno. Ecco! (G.M.)

E Lucio mi ha risposto ieri sera, 27 giugno
Si, ma in quei 41 (n.d.r. si riferisce ai Circoli PD di Prato) si discuteva di cose marginali, i problemi veri, da me troppo puntigliosamente elencati (ma in maniera affatto esaustiva), non erano discussi (nè lo sono ora) nè nei circoli nè sui media ma venivano decisi sulla testa dei cittadini! La riforma costituzionale dell’art. 81 (pareggio di bilancio) votata in una notte da TUTTI i partiti che appoggiavano il gov. Monti è stata fatta in un battibaleno (mentre vedi quanto si suda per le altre riforme)! Dov’era l’allora segretario Bersani? Poi che vuoi, io sono un uomo all’antica e penso che la democrazia debba essere: “una testa – un voto” e che il voto di un cittadino non iscritto al partito e quindi “esterno” debba valere tanto quanto quello di un interno; lo Stato, la Res Publica è di tutti, non solo degli iscritti e partecipanti alle discussioni nei circoli. Concordo invece sul fatto negativo che Pozzuoli abbia un solo circolo. Ma qui, come ben sai, c’è stata la chiusura delle grandi fabbriche (cantiere, Olivetti, acciaierie di Bagnoli etc.) e successivamente una vera “rivoluzione antropologica”, come tu la chiameresti e, con lo sfascio dei vecchi partiti e delle vecchie strutture sociali, comandano ormai i ras locali; qui ce ne è ora uno solo e quindi un solo circolo, nessuna discussione, nessuna critica e. … “o te magne sta menestra o te vutte da fenestra”! (L. D’I.)

Vedi, caro Lucio, continui a parlare dalla tua “turris eburnea” di un cittadino informato e preparato ma che ignora la vita dei Circoli. Indubbiamente non tutti sono come il “mio” Circolo (dico “mio” perché – insieme ad altri amici e compagni – lo abbiamo voluto e lo abbiamo fatto crescere in autonomia “critica”) ed in alcuni l’attività è per lunga parte dell’anno più di “ricreazione” e molto poco di “culturale”. Ma questo non toglie che vi fervono le discussioni “politiche” tra una briscola ed uno scopone; e non vi è alcun dubbio che al momento delle scelte la partecipazione non viene meno. Quando ti riferisci ad “una testa – un voto” parli di scelte politiche – dal locale al nazionale – o di scelte di leadership? I dibattiti sulle questioni programmatiche (il lavoro, l’ambiente, la Cultura, la Scuola, il Sociale, etc etc) noi li abbiamo sempre tenuti aperti alla partecipazione esterna (il Circolo informava delle riunioni iscritti e non iscritti che avevano espresso il desiderio di partecipare e chi interveniva contribuiva con le sue idee a decidere). Altra cosa è l’apertura indiscriminata e non regolata in modo chiaro e preciso alle Primarie per la leadership locale e nazionale: continuo ad essere fermamente contrario al fatto che un Partito costituzionalmente legittimato sia per quota parte “esterna” retto da chicchessia. E’ una visione della “Democrazia” ad uso di poteri forti che hanno condizionato questa fase e vogliono continuare a farlo.
L’uso dell’imperfetto riferito al Circolo è dovuto alla certezza che da qualche tempo ho riguardo al fatto che a Matteo Renzi (ma, ancor di più, ai suoi sostenitori) importi davvero poco dei Circoli del suo (!) Partito, soprattutto quelli dove ci sono dei rompiballe che vorrebbero discutere in modo aperto su tutti i temi e non farsi “imbonire” dai detentori del Potere. (G.M.)

Joshua Madalon

Foto di Agnese Morganti