CLOUDY SUN – UN METARACCONTO IN MEMORIA DI Stephen Kawking

CLOUDY SUN – UN METARACCONTO IN MEMORIA DI Stephen Kawking

1. Professionalmente avveduto o un perfido insolente? L’impiegato della ditta di mezzi pubblici delle linee che partono da Stansted non aveva nemmeno chiesto conto dell’età della signora che si trovava di fronte e l’aveva già accreditata come anziana fornendole biglietti scontati. Londra aveva accolto Giulietta ed Armando con un cielo terso del tutto insolito per quelle latitudini; c’era anche un vento abbastanza sostenuto freschino per i turisti che arrivano dal Sud ma gradevole, quasi estivo, per gli autoctoni. Eh già! gli autoctoni che, quando il cielo è coperto, lo identificano con cloudy sun, ovvero “sole nuvoloso”. Avevano programmato quel viaggio per incontrare degli amici che si erano trasferiti da qualche anno a Cambridge, dove si occupavano di materie davvero particolari per un’Università straniera ritenuta di certo a torto anglofonocentrica, retorica latina e papirologia araba. Giulietta ed Armando erano in pensione, mentre Lucio e Francesca, più giovani di loro di circa 10 anni, erano in piena attività e giravano il mondo: erano stati anche a Roma (erano entrambi però originari della Calabria) dove si erano conosciuti ed avevano conosciuto Giulietta ed Armando durante un Seminario organizzato dal Dipartimento Scienze dell’antichità dell’Università della Sapienza. Sarebbero andati a casa loro, all’interno di un College che metteva a disposizione delle stanze anche per gli ospiti dei docenti per un tempo limitato. Né Armando né Giulietta erano stati mai a Cambridge e le aspettative erano alte; ne avevano letto e sentito parlare come di un luogo davvero particolare, costruito quasi esclusivamente per gli “studi avanzati e specialistici”, come Oxford o Harvard che prese il nome dal suo fondatore che apparteneva ad un gruppo di emigrati inglesi che fondarono una nuova città chiamata Cambridge, presso Boston. Ne parlavano identificando quel territorio come un grande parco inframmezzato da nuclei abitativi e strutture universitarie. Il viaggio da Stansted a Cambridge durò circa un’ora; si attraversava un’autostrada, la bretella n.8, con scarsissimo traffico senza vedere nemmeno un centro abitato ed, anche a ridosso della città di Cambridge, c’erano solo case basse – tipo terratetto – inframmezzate da vaste porzioni di verde. La fermata del bus era a ridosso di un Parco frequentato da un po’ di gente seduta sui prati, malgrado il vento, che ai “nostri” apparve anche un po’ freddino. Lucio era venuto incontro ai suoi amici e dopo i saluti cordialissimi si erano avviati verso il College; avevano attraversato il grande Parco e si erano inoltrati su una strada abbastanza trafficata; poi per una stradina laterale erano giunti sul Cam ed erano entrati, dopo aver attraversato un piccolo ponte in legno, in un sentiero ciclopedonale in mezzo ad un Parco di cui non si scorgeva la fine. Arrivarono dopo qualche minuto ad un caseggiato dietro una fitta boscaglia composta da alberi di alto fusto e videro venir loro incontro Francesca, sorridente e splendida in una di quelle gonne plissettate lunghe fino ai piedi con disegni floreali: l’avresti detta già una tipica donna “british” solida e ben piantata. Il tempo era cambiato e, portati dal vento, grigi nuvoloni si erano addensati e già poco prima di arrivare a casa degli amici iniziava a cadere una pioggerellina sottile sottile. Quella sera nel cottage del College, formato da stanze basse e piene di mobili che emanavano insieme al legno del parquet un intenso odore misto di pulizia e di antico, dopo una lunga chiacchierata a cena e dopo cena, Armando e Giulietta si erano ritirati nella loro camera e ben presto si erano addormentati al tepore di un piumone accogliente. Era luglio inoltrato ed in Italia di certo stavano soffrendo l’afa. Il giorno dopo avrebbero potuto visitare, da soli, perché Lucio e Francesca erano impegnati nei loro Dipartimenti, la città di Cambridge.

2. La colazione inglese è abbondante e ricca di grassi e non mancavano di certo il burro, né le uova né il bacon; ma caffè, latte e biscotti vinsero su tutti la mattina del giorno dopo l’arrivo di Giulietta ed Armando. Lucio e Francesca li lasciarono organizzarsi più lentamente con comodo ed uscirono, raccomandandosi solo di chiudere la porta, senza chiavi, solo per evitare che qualche rettile di piccola taglia potesse introdursi; non temevano incursioni di furti o rapine; a Cambridge non capitava quasi mai: al massimo poteva scoppiare qualche rissa fra studenti ubriachi nel fine settimana. E, poi, comunque il cottage era frequentato a tutte le ore dal personale dell’Università addetto alle pulizie del giardino e dei luoghi comuni, ed erano tutte persone fidate. Armando era già pronto appena all’esterno mentre Giulietta tardava alla ricerca di un ombrello; lo aveva riposto nella valigia ma non si aspettava di doverlo utilizzare così presto. Poi uscirono e ripercorsero il viale ciclopedonale. Pioveva a vento anche se in modo leggero e i due tenevano l’ombrello un po’ obliquo, proseguendo il loro cammino. Non c’era anima viva su quel sentiero e camminavano a passo lento ma deciso quando si accorsero che dietro di loro anche se ancora lontano sopravveniva un ciclista che sembrò scansarli dieci metri prima deviando sul prato che non era motoso costituito da un’erba morbida che lo teneva sodo. Giulietta si voltò proseguendo nei suoi passi insieme al compagno ma avvertirono un tonfo: l’ombrello si era bloccato davanti ad un tronco? Sollevarono l’ombrello e si ritrovarono ad essere fissati da un occhio abnorme bovino. Eh sì erano andati proprio a cozzare contro una mucca, docile, tranquilla, ma ben piantata sul sentiero. Il giovane ciclista non riuscì a trattenere una risata tuttavia composta e si espresse in un linguaggio che, soprattutto ad Armando che non capiva quasi niente di inglese, era davvero arabo (e chissà che quel giovane non lo fosse per davvero, vista la presenza di studenti provenienti da tantissime parti del mondo!). Superato lo stupore, avendo del tutto esclusa la speranza che quell’essere animale si spostasse, lo superarono aggirandolo come aveva fatto il ciclista di prima. Intanto non pioveva più e decisero di andare a visitare il Museo Fitzwilliam che non distava molto da lì; a pranzo erano attesi al Dipartimento per andare insieme a mensa con gli amici.

3. Seppero da loro, quando raccontarono gli eventi della mattinata che ogni College a Cambridge possiede degli animali che considera quasi sacri. E le mucche vagano in piena libertà nei parchi e sono abituate a convivere con la gente, quasi non se ne curano e solo se infastidite possono essere pericolose. In effetti, quella mattina l’avevano infastidita di certo, la mucca; ma era andata bene! Quel pomeriggio, dopo il lunch in un ambiente che ricordava in modo quasi perfetto i grandissimi saloni utilizzati come locations nei film di Harry Potter (ma poi seppero da Lucio che proprio in uno di quelli al King’s College erno state girate alcune scene di quei film) con un servizio inappuntabile ed una cucina di livello internazionale, visto che il cielo era ritornato limpido (sembrava di essere in un mese come quello di marzo con le sue mattane climatiche) e gli amici erano liberi da impegni tutti insieme andarono per negozi e centri commerciali che, a parte i prezzi, apprezzarono notevolmente soprattutto per l’ordine e il gusto; anche le Charity erano ordinate in modo impeccabile ed erano molto invitanti. Giulietta vi comprò molti piccoli oggetti per donarli agli amici in Italia.

4. La giornata stava terminando: si fermarono in un pub sul Cam per consumare un pasto locale ed apprezzarono a vederla quella che in fondo era una patata gigante aperta e ricca di carne macinata in salsa piccante con contorno di fagioli. Ne ordinarono quattro e con queste anche delle birre in boccaloni giganteschi. La serata era fresca, al termine della cena, ma non si stava male all’aperto e sul Cam c’erano le classiche imbarcazioni che ora ritornavano dalle escursioni col punt fatto avanzare con il palo infisso sul fondo melmoso. Fecero una passeggiata verso il centro rasentando alcuni fra i college più importanti come il King’s ed il Trinity. Lucio annunciò che il giorno dopo, era un giorno di festa, i College sarebbero stati aperti ai visitatori e che loro due avevano la possibilità di accompagnarci gratuitamente nella visita. Ritornarono al cottage, con Giulietta ed Armando stanchi ma pieni di ricordi.

5. Il giorno dopo lo vissero in modo altrettanto intenso visitando i College più importanti con i loro ambienti interni ed esterni, la loro Storia e, dopo il lunch lussuoso e goticamente affascinante come quello del giorno prima, volendo consentire un po’ di libertà ai loro ospiti, Giulietta, che intanto si era fornita di cartina topografica, disse che lei ed Armando quel pomeriggio sarebbero andati da soli ad esplorare gli ambienti; e così fecero. Attraversarono alcuni parchi e si inoltrarono nel Midsummer Common arrivando fino alle rive del Cam ma dall’altra parte rispetto a quella dove abitavano i loro amici. Di là l’acqua era bassa e consentiva esclusivamente ai punt, barconi piatti, di percorrere il corso del fiume; di qua era navigabile ed infatti c’erano delle meravigliose barche “case galleggianti” dotate di molti comfort, alcune delle quali erano anche in vendita. Su molte di esse c’erano animali di affezione, soprattutto gatti e qualche cagnolino. Lungo il corso del fiume si allenavano squadre di canottaggio al ritmo che urlava il capo voga ed a riva si snodava una ciclopedonale che, a quel che si leggeva dalle guide, arrivava fino al mare toccando altri centri importanti, come la medievale Ely. Ripresero la strada del ritorno dopo aver acquistato dei dolcini e del buon vino francese a Sainsbury e, dopo aver attraversato il Cam, notarono un insolito assembramento di persone ma anche di fotografi e poliziotti. Insolito perché, anche se erano lì solo da due giorni, per Giulietta ed Armando era chiaro che a Cambridge non c’erano grandi movimenti e sembrò tutto abbastanza straordinario. Si dovettero avvicinare, anche perché la gente sostava proprio sul percorso obbligato che dovevano fare per ritornare al cottage; ed Armando si ritrovò ad essere coinvolto da una signora con un profluvio di parole incomprensibili; Giulietta capì ma non poté evitare che Armando ingenuamente accompagnasse quello sfogo con dei sorrisini. La signora si allontanò sdegnata dal suo comportamento; le aveva confessato ritenendolo uno del gruppo, che, mentre era lì a partecipare a quel sit-in, perché di questo si trattava, le avevano trafugato la bicicletta. Ma come mai quelle persone così per bene stavano lì? L’Hotel Hilton che affaccia proprio sul Cam aveva presentato alla Town Hall un progetto di ampliamento verso il Coe Fen, un appezzamento di terra incolto alle spalle del Fitzwilliam. Questo, dunque, il motivo per cui protestavano. Poi, ad un certo punto, i pacifici poliziotti e gli attenti fotografi si spostarono verso un gruppettino di persone (due-tre) che spingevano un anziano signore in una carrozzina pluriattrezzata. Lo compresero ben presto sia Giulietta che Armando: era Stephen Hawking, l’astrofisico più famoso del mondo per via dei “buchi neri” e altro, condizionato solo nel fisico da una malattia invalidante per i movimenti. Hawking apparve a suo agio in mezzo a quella folla pacifica ma estremamente chiara nelle vertenze proposte. Giulietta ed Armando si mescolarono ad essa, partecipi della protesta, si fecero addirittura fotografare dai reporter e, quando la sera rientrarono al cottage, ne parlarono a lungo con i loro amici. Il giorno dopo dovevano ripartire e, così, dopo la cena, rigorosamente italiana con un’eccezionale “carbonara” ed un arrosto con contorni vari, Giulietta rientrò in camera da sola per preparare le valigie, mentre Lucio, Francesca ed Armando continuarono a discutere su come fosse la vita a Cambridge e su quanto mancasse l’Italia ai due studiosi; esclusero però nella maniera più assoluta di ritornare per loro volontà, vantando i servizi di altissima qualità della fu “perfida” Albione e denunciando le profonde difficoltà della Cultura italiana e le colpe della Politica che non dà spazio al merito e umilia le giovani generazioni che ha contribuito a formare. Francesca parla di “genocidio della Cultura” ed Armando non può che darle ragione, amaramente ragione. Lucio sollecita Armando a ritornare ancora per qualche giorno, per più giorni; gli chiede anche perché non si trasferisca insieme a sua moglie, visto che sono soli – le case costano anche meno che a Milano o a Roma – e potrebbero curare la loro sete di conoscenza in un ambiente ricchissimo di stimoli. Ma Armando non se la sente e sa che anche Giulietta è con lui: il Paese – dice – con un lieve rammarico ma anche con una profonda consapevolezza – ha bisogno di antichi testimoni. Il giorno dopo partiranno, portandosi dietro il ricordo di tre splendide giornate a Cambridge.

6. Il mattino dopo la BBC, come di consueto, trasmette le previsioni meteorologiche: sul Regno Unito c’è “cloudy sun”, un sole nuvoloso: il tempo, soprattutto per gli inglesi è bello così.

Joshua Madalon