BANALITA’

2487,0,1,0,360,256,443,5,2,200,49,0,0,100,0,1968,1968,2177,275905
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BANALITA’

“Da tempo non ti vedo…l’altro giorno ho incrociato tua moglie….”
Da tempo non lo vedevo ma ora che, casualmente, ero in un delle stradine “minori” della città, lo vidi sbucare da uno dei tanti sottoportici che attraversano gli anditi delle case antiche fatte di pietra e che si innalzano quasi sorreggendosi reciprocamente.
“Sempre le stesse identiche passioni? Il cinema, no?”
“Ho meno tempo e lo guardo a casa, sai? con le moderne tecnologie mi è consentito!”
Sapevo di lui che era un maledetto pigro, da tanto tempo lo sapevo, l’ho sempre saputo: per quante volte l’ho invitato a partecipare alle iniziative culturali e politiche, tante volte si è negato neghittoso ed indolente.
Lo guardo. Sorrido e “Sei in pensione?” dimenticando che già da qualche anno avevo intravisto in lui una senescenza anticipata, indotta certamente da quel carattere schivo e disinteressato a quel che gli accadeva intorno. D’altra parte le sue competenze erano sempre state alte e fuori dalla portata dei comuni mortali. Era, ed è, un fisico, che non mette in discussione la diceria che siano un po’ fuori di testa.
“Macchè! Ne ho ancora per sette anni…” e mi accorgo di aver fatto una “gaffe” e allora la prendo a ridere ed alla lontana, raccontando che non ricordo, ed è la verità, da quanti anni io sono in pensione, facendo trapelare che un po’ fuori di senno lo sono anche io.
E poi aggiungo con lunghe perifrasi da politico consumato (non esperto eh! Ma proprio “consumato” ovverosia distrutto) che soprattutto alle signore non si deve mai chiedere se “sono in pensione” perché il rischio è quello di creare due elementi di turbamento.
“Il primo è che chiedendolo si allude al fatto che la signora debba avere una certa età; se glielo chiedi le stai dicendo che ha ben più di sessanta anni, mentre, guarda là, lei ne conta poco più di cinquanta e tu non te ne sei reso conto” e proseguendo davanti ad un impaziente amico incontrato per caso in una serata che minaccia di essere piovosa “Il secondo elemento è che ti senti rispondere: eh no, mio caro, me ne mancano ancora cinque, sei, sette boh chissà quanti, se non decidono laggiù a Roma quei dannati politici e c’è finalmente la possibilità anche per me; ma….comunque ci vorranno cinque anni….!”.
“Quindi” dico all’amico “quel che ti ho chiesto è un’inutile domanda, di quelle che si fanno sopra pensiero come “Come va?” giusto per avviare il discorso e per sentirsi dire “Bene, bene!” che è altro inutile contrappeso generico e formale, che niente significa, anche perché ci si nasconde i veri problemi che abbiamo.”
Ci salutiamo e ciascuno prosegue per la sua strada, fin quando non incontri un altro amico e gli chiedi “Come va? Sei in pensione?” e lui ti risponde “Va a cagare!”.

Joshua Madalon

il castello di buzov animato giusto