…a microfono aperto….
In pratica, stiamo viaggiando a fari spenti. Non c’è un “governo” che ci indichi la strada. E non mi riferisco alla pur confusa e pericolosa accozzaglia grigioneroverde nazionale ma al tentativo di incanalare in un alveo comune di Sinistra gruppi vari, partiti ed associazioni che si riconoscano nel voler essere alternativi al Partito Democratico, impostore sostenitore di una bandiera di Sinistra.
Da una parte c’è chi accelera in modo sconsiderato, dall’altra chi invece frena per bloccare possibili deragliamenti. In mezzo c’è invece chi ambirebbe a costruire un progetto che, partendo dai documenti ispirati a valori comuni ed approvati congiuntamente senza alcun remora o distinzione, sviluppi la sua azione sul territorio, contando sulle adesioni.
C’è una buona attenzione intorno al Progetto di “PRATO in Comune”.
D’altronde poco o nulla, più nulla che poco, si intravede come alternativa reale alla Destra. La sciatteria dell’amministrazione comunale ed in primo luogo la scarsissima attitudine a governare dimostrata in più occasioni dal primo cittadino, e la dichiarata compromissione sin dagli esordi con parti della città che oggi, come peraltro ieri, non fanno velo delle loro simpatie con la Destra più estrema, non lasciano più dubbi intorno al fatto che ci sia un elettorato di Sinistra, deluso ed orfano ormai da tanto tempo, al quale rivolgere maggiore attenzione. Ovviamente non è pensabile porre dei limiti di carattere ideologico al progetto da costruire. Se lo scrivo è perché ne ho il profondo timore, pur con il massimo rispetto nei confronti di chi questi limiti pone o sopporta in silenzio. Qualcuno tempo addietro ha detto, prendendosi i giusti impropèri, che “con la Cultura non si mangia”. Era ed è un imbecille! Ma non mi sento di essere, io, un imbecille, se affermo che “con le mere ideologie non si va avanti”. Possono servire per formare e consolidare dei valori, ma non si può pensare che i problemi reali si risolvano con le parole. Occorrono atti, scelte coraggiose; occorre dare risposta concreta alle questioni concrete: la disoccupazione, la mancanza di un reddito dignitoso, l’illegalità diffusa assurta a valore dove i più furbi sono i migliori e tutti gli altri dei fessi, una giustizia sociale generale che consenta a chi più ha di dare di più, anche sotto forma di impresa e di investimento.
Anche per questi motivi, non ci si può chiudere in un recinto ideologico ma bisogna aprirsi al confronto dialettico.
Se questo non è considerato fondamentale, possiamo anche fare a meno di impegnare il nostro tempo in un’impresa, che in definitiva sarà autoreferenziale, elitaria ed in ultima analisi fallimentare.
Dall’altra parte c’è chi guarda al Partito Democratico come punto di riferimento per fronteggiare le Destre. Trovo questo ragionamento, ricattatorio se non fosse anche pretestuoso e gratuito. Ne parlerò in un prossimo post.
Joshua Madalon