CAMPAGNE ELETTORALI: come l’uovo di Pasqua contengono sorprese – qui Prato, Toscana, Italia, Europa e Mondo – 6 con PRATO IN COMUNE

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Oggi ho ripubblicato articoli che avevo già proposto – stasera ve ne propongo uno completamente nuovo su

CAMPAGNE ELETTORALI: come l’uovo di Pasqua contengono sorprese – qui Prato, Toscana, Italia, Europa e Mondo – 6 con PRATO IN COMUNE

Vi racconterò la campagna elettorale per le amministrative del 2019 qui a Prato con Prato in Comune – candidato Sindaco Mirco Rocchi

Le campagne elettorali riservano sempre delle sorprese: a volte sono amare a volte sono dolci. Le campagne elettorali possono essere interpretate in modo metaforico come percorso di una vita, come una struttura “drammatica” narrativa che porti dalla luce alle tenebre e dalle tenebre alla luce.
Abituato ad una metanarrazione sui fatti della nostra esistenza in questo scorcio di tempo che ci è dato di vivere, anche questi anni, gli ultimi, sono stati per me oggetto di attenzione nel raccontare travisando le reali identità dei protagonisti attraverso una ricostruzione pseudofantasiosa della realtà.
In realtà ho allo stesso tempo prodotto insieme ad altre persone numerose riflessioni sui principali temi dell’agenda politica, dall’Ambiente alla Democrazia che sono gli elementi principali su cui ruota il cardine dell’agire politico: diciamo che sono questi i temi “trasversali” su cui muovere l’universo politico che sia in grado di generare un “Programma” degno di attrarre l’attenzione dell’elettorato, di tutto l’elettorato disponibile a concedere la fiducia, senza però “delegare” ad alcuno, semmai con una “cambiale in bianco”, l’agire a partire dal prossimo quinquennio.
Quando scrivo “tutto l’elettorato” non intendo sottomettere i nostri valori nelle mani e sotto I piedi di un ceto politico di Destra aggressivo e selettivo, razzista e xenofobo, antilibertario soprattutto a favore dei più forti, ma che con ipocrisia vuole apparire difensore dei più deboli. Intendo però proposrre a “tutto l’elettorato” un confronto di riflessione sui temi, così come facemmo al Circolo di san Paolo al tempo della “Palestra delle Idee”. Quando scrivo “tutto l’elettorato” mi riferisco anche a quella “intellighenzia” che viene spesso additata come “di Sinistra” ma che invece appartiene anche a gran parte delle donne e degli uomini che guardano ad una Destra realmente liberale e realmente democratica, disponibile non per far tacere la propria coscienza a rivedere i canoni sociali e culturali che hanno caratterizzato il loro agire politico soprattutto ma non solo nel mondo del lavoro.
E probabilmente quando parlo di “tutto l’elettorato” finisco per rendermi conto che ho molta più difficoltà a confrontarmi con quella parte della Sinistra che ritiene di essere l’unica vera depositaria della “verità”, quella parte della Sinistra che nasconde i suoi limiti dietro l’arroganza e la presunzione non dissimili da quell ache naturalmente potremmo ad essa contrapporre. E quando parlo di “tutto l’elettorato” mi riferisco anche a quella parte che difende alcuni suoi valori ma rispetta il pensiero e l’universo valoriale di “tutti”.

Joshua Madalon

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CAMPAGNA ELETTORALE qui Prato, Toscana, Italia, Europa e Mondo – 5 con PRATO IN COMUNE

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PRATO IN COMUNE; verso i Gruppi di Lavoro – Decentramento e partecipazione attiva diffusa

L’esperienza degli ultimi dieci anni e quella ad essa precedente sollecita tutti noi ad una riflessione sulla crisi della partecipazione attiva sui territori, in primo luogo quelli più periferici.
Abbiamo provato a porre in evidenza negli anni come a questa necessità le istituzioni contrapponevano una visione essenzialmente centralistica del coinvolgimento delle cittadine e dei cittadini, anche se nei progetti e nelle scelte amministrative non si risparmiavano ad indentificarle come “strumenti partecipativi”. Nei fatti quella modalità di presentare le scelte appariva sempre più una sorta di giustificazione per avere un “via libera” da parte di un gruppo sempre più ridotto di persone interessate, ma succubi di interessi poco più che personali.
Non si vogliono certo riproporre esperienze del passato vantandole come “età dell’oro”, anche se non si può mettere da parte tutto il bagaglio di risorse umane e di progettazioni che in quell’ambito sis ono prodotte e che hanno fatto crescere la capacità “politica” reale forgiata sul rapport diretto con I territori.
Alcuni di noi sono stati protagonisti di quelle stagioni e potranno essere utili in un’elaborazione progettuale future che riporti l’attenzione giusta sulle problematiche delle frazioni, che non possono essere accontentate semplicemente con una mano di vernice o poco più, quando mancano di strutture vitali per il tempo libero e la Cultura, per lo Sport ed il sociale.
Dobbiamo recuperare il tempo perduto e proporci all’attenzione della gente con idee innovative che partano tuttavia da un primo contatto fatto soprattutto di ascolto. Evitiamo di essere proponenti semmai ideologici ma apprestiamoci ad organizzare incontri. Dopo questo momento pubblico nel quale ci presentiamo per farci riconoscere cominciamo a marciare creando collegamenti per condividere ed aggregare.
La crisi delle Circoscrizioni è stato il segnale della distanza sempre più forte tra le forze politiche che governavano la città e la voglia di partecipare in modo più diretto da parte dei cittadini. Indubbiamente la pratica della Democrazia ha avuto anche dei costi ed è su questi problem che in gran parte surrettiziamente si sono prodotte le fratture che hanno poi condotto alla scelta dell’abolizione “in toto” di quelle istituzioni di secondo grado. Appellandosi alla legislazione che prevedeva la non obbligatorietà di istituire quegli organismi in città che non superassero I 250.000 abitanti come si ricava dall’art. 17 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), il Comune di Prato scelto di non dotarsi dal 2014 di tale strumento democratico.
Senza tuttavia proporre alternative concrete e coerenti con le affermazioni politiche di valorizzazione delle periferie. Tali interventi peraltro nel periodo 2014-2018 sono stati essenzialmente operazioni elitarie che non hanno coinvolto la popolazione, nè nella fase elaborativa nè in quella decisionale e realizzativa.
Sarà opportuno nel costruire questa serie di incontri sui territori non chiudersi nella convinzione di essere in possesso dell’assoluta poco più che unica verità .

Dobbiamo avere grande rispetto per chi ancora guarda al PD e per chi ha continuato anche nella crisi a sostenerlo, dobbiamo essere noi in grado di portarli ad aderire ad un progetto che non deve essere nuovo, ma deve riutilizzare gli strumenti della Democrazia che sono stati “rottamati” dalla politica negli ultimi anni, lasciando credere che non fosse più necessario stare a discutere. Indubbiamente ha funzionato il messaggio che la Politica trascorresse troppo tempo a ragionare su questioni marginali all’interno dei Circoli e delle Sezioni. Era certamente vero nel senso che si investivano risorse fisiche nel chiuso e si abbandonavano le strade, i condomini, le piazze, i mercati.
Accanto al messaggio del PD, un Partito che non aveva mai risolto del tutto ( e non lo ha fino ad ora ) le contraddizioni della sua genesi a freddo, fatto proprio dai nuovi adepti e da quelli vecchi e scaltri che andavano approfittando dell’aria nuova che tirava e che affermava che la nuova Politica avrebbe fatto a meno di tanti sproloqui, andava emergendo in modo prorompente un profondo discredito popolare della classe politica che tendeva ad affermare un nuovo modello di Democrazia, quella “digitale”,
Sarebbe opportuno far comprendere ciò che fondamentalmente risulta evidente: la proposta di far Politica attraverso l’utilizzazione del web che il Movimento 5 stelle ha diffuso con evidente successo risulta “esclusiva” e “sospetta”.
Induce alla solitudine.
Noi vogliamo combattere la rassegnazione attraverso l’impegno attivo.
Fondamentalmente sarebbe bene ricordare che prima o poi la Storia busserà alle nostre porte e dobbiamo essere poi pronti a rispondere, ma non [ detto che ne avremo le forze. Compito di chi ha capelli bianchi ( non parlo solo di me che ne ho pochi anche se bianchi ) e storie da ricordare: anche quello di assumere un ruolo defilato ma utile.

Ritornando alla questione della partecipazione, vorrei qui riproporre solo a titolo esemplificativo la proposta che un gruppo di ex PD del Circolo di San Paolo aveva avanzato nel 2014.

Democrazia sostanziale, economia sociale di mercato e territorio
a) Dopo le Circoscrizioni
Fra i temi più specifici che vorremmo affrontare c’è la indubbia necessità di trovare una soluzione rapida (ma ponderata in modo serio ed utile) ai problemi che scaturiranno con la fine dell’esperienza del Decentramento attraverso le Circoscrizioni. Cosa proponiamo per mantenere ed accrescere (visto che da molti erano considerate inadeguate a corrispondere ai nuovi bisogni) una funzione di “relazione di prossimità” in un periodo così complesso e difficile come quello che stiamo vivendo?
Il tema è complesso e sarà organizzativamente ed amministrativamente “trasversale”.
Qui di seguito poniamo una serie di quesiti “aperti”. Li elenchiamo .
a) Occorrerà riflettere su quali siano i compiti inderogabili che le attuali Circoscrizioni hanno avuto da mantenere e da cui prendere le mosse in modo tassativo

b) Interventi concreti su base di volontariato (molti già nel precedente incontro hanno sottolineato che sarebbe stato necessario nelle precedenti esperienze che non vi fosse alcun compenso a favore di chi si occupava di Decentramento), ma all’interno di un apparato organizzativo retribuito, tenendo in servizio “ad hoc” una parte del personale amministrativo attualmente impegnato
c) Censire spazi pubblici (Scuole – Chiese – ecc…) e sedi associative (ARCI, UISP, MCL, Case del Popolo, Patronati, ecc….) e di volontariato (Pubblica Assistenza, Misericordia, Croce d’Oro) disponibili sui territori
d) Costituire “condomini\ comitati di strada” con uno o più responsabili\referenti dell’Amministrazione
e) Costituzione di “Pro-loco” in tutti i paesi – laddove non esistano già

f) Rivitalizzare tutto ciò che c’è nell’associazionismo privato occupandosi del “Sociale”, del “Tempo Libero”, della “Cultura”, del “Territorio – Ambiente ed Urbanistica –Viabilità ed avere

g) contatti diretti attraverso i referenti di strada anche con i “Cantieri” (buche, perdite d’acqua, ecc…)

Temi e tempi del sub-progetto

Nella sua trasversalità dal punto di vista dei temi e tenendo conto anche dei tempi di realizzazione del presente Progetto, che noi vediamo come “parte” del nostro intervento sul territorio, questo argomento avrà una assoluta priorità rispetto a tutti gli altri. Nel corso degli ultimi giorni abbiamo avviato anche delle consultazioni sia a livello locale (con una seduta de “La Palestra delle Idee” dedicata esplicitamente a ciò) sia a livello nazionale, attraverso contatti con la realtà di La Spezia, con quella di Bergamo e di Reggio Emilia. I tempi di attuazione saranno suddivisi in

1) Fase preparatoria tramite confronti con gli Amministratori circoscrizionali storici locali e incontro con amministratori di altre città (febbraio-marzo 2014);
2) Verifica degli strumenti amministrativi e legislativi a disposizione incontrando funzionari dello Stato e della Regione Toscana (Stato – Regione Toscana)marzo 2014;
3) Enucleazione proposte attuative di politica “partecipata” sui territori, a partire da quello di San Paolo (aprile-maggio 2014);
4)Attuazione progressiva di “politiche partecipate” sul territorio (giugno-dicembre 2014).

Allo stesso tempo avvicinandoci ai nostri giorni possiamo avere come punti di riferimento per riprendere il cammino le analisi che altri in altri luoghi hanno prodotto insieme ai cittadini. Parlo in particolare del Programma amministrativo del candidato a Sindaco di Pisa per la coalizione “DIRITTI IN COMUNE” ma non solo.
E infatti andando alla ricerca di “buone pratiche” perché non tener conto dell’elaborazione che in altre città, come Bologna e Napoli, è stata prodotta in tema di Patti di collaborazione attiva tra cittadini e Amministrazione e che sta dando ottimi frutti.

Joshua Madalon

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CAMPAGNA ELETTORALE qui Prato, Toscana, Italia, Europa e Mondo – 4 con PRATO IN COMUNE

CAMPAGNA ELETTORALE qui Prato, Toscana, Italia, Europa e Mondo – 4 con PRATO IN COMUNE

Vi racconterò la campagna elettorale per le amministrative del 2019 qui a Prato con Prato in Comune – candidato Sindaco Mirco Rocchi

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PROPOSTE PROGRAMMATICHE AMMINISTRATIVE 2019 – DECENTRAMENTO E ISTRUZIONE PUBBLICA PER GLI ADULTI

Negli ultimi tempi dedico molto spazio al recupero della memoria attraverso la scrittura, la lettura e la visione di filmati. Molto più spazio rivolgo a riflessioni amare sulla crisi delle istituzioni ed il degrado dei livelli culturali espressi dai governanti attuali, con lievi ma non confortanti eccezioni. Negli ultimi anni si è fatto progressivamente molto poco per elevare il grado di istruzione del nostro Paese. Il livello qualitativo è sempre più peggiorato mentre quello quantitativo si è sempre più assottigliato. La dispersione scolastica ha mostrato segnali insopportabili per un Paese civile, come storicamente meriterebbe di essere riconosciuto l’Italia. Eppure questo è un tasto dolente che non appartiene soltanto al nostro tempo: a mia memoria ne trattavamo già sul finire degli anni Ottanta del secolo scorso quando me ne occupavo in Commissione Scuola e Cultura nella Federazione Comunista pratese, essendo questa città tradizionalmente vocata al lavoro che spingeva pragmaticamente i giovani fuori dai percorsi scolastici a volte in modo legislativamente prematuro. Ma da allora tanto tempo è passato. Le occasioni lavorative sono diminuite ma questa condizione non ha influenzato in modo positivo i dati della dispersione.
A Prato, dunque, si evidenzia in modo netto la necessità di operare interventi specifici rivolti al recupero di conoscenze e competenze che nel corso dei decenni si sono perdute. Queste attività competono solo in parte al Ministero nazionale; la comunità locale ha indubbiamente un ruolo di primo piano nell’approntare strategie di recupero soprattutto rivolte a coloro che, avendo abbandonato gli studi trenta, venti, dieci anni fa si ritrova ad essere più o meno “analfabeta di ritorno” e volontariamente – oltre che gratuitamente – intendono usufruire di tali opportunità.
In un riassetto strategico territoriale del decentramento sarebbe molto importante inserire percorsi educativi a disposizione degli adulti, non essenzialmente intesi ad ottenere riconoscimenti ufficiali ma neanche del tutto potenzialmente scevri dalla possibilità di accedere a percorsi scolastici ministeriali.
Per fare questo è comunque necessario aprire un rapporto con le Istituzioni scolastiche territoriali, anche se solo per coordinare le possibili utilizzazioni di spazi e strumenti.

Joshua Madalon

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