da giovane: la sensibilità ambientalista, storica e culturale….quella politica e cinematografica – ottava parte – 13

Cineclub

da giovane: la sensibilità ambientalista, storica e culturale….quella politica e cinematografica – ottava parte – 13 (vedi post 26 aprile 2020)

un mio intervento sulla rivista “SegnoCinema” riservato al Cineclub Spazio Uno di Firenze

Che sia proprio questa vicenda, uno dei sintomi della generale crisi del cinema e del cineclub, nessuno potrebbe sospettarlo, pur tuttavia appare, a conoscerlo bene, coe un esempio di miopia politica estremamente pericolosa per il futuro, già di per sè poco roseo, del cinema come espressione culturale libera. Si può parlare, dunque, di crisi di Spaziouno anche in maniera profonda. Senza Vannini, la struttura non è più la stessa. In questi dieci anni di attività questo cineclub aveva aperto un rapporto significativo con il pubblico, formato in gran parte da pendolari, studenti fuori sede, stranieri residenti, turisti ed, in minima parte, dagli stessi cittadini di Firenze. Ogni Rassegna aveva una sua scientifica completezza ed i film, anche se a prima vista potevano sembrare eterogenei, erano selezionati in maniera da offrire un quadro ampio ed ottimamente articolato della materia in esame. Le proiezioni, che qualche volta iniziavano già nella tarda mattinata, erano programmate dal pomeriggio con film diversi fino a tarda notte. I film più interessanti o più richiesti venivano replicati in giornate diverse. La programmazione prefestiva e festiva teneva conto di un pubblico diverso, più interessato allo spettacolo di qualità che alla qualità senza spettacolo. Le rassegne erano quasi sempre accompagnate da incontri con critici, autori ed operatori tecnici dell’arte cinematografica.
A lavorare sul programma c’è, per scelta del gruppo che costituisce sin dall’inizio il cineclub, Andrea Vannini, mentre Giovanni M. Rossi e Ranieri Polese solo in un primo periodo cureranno l’organizzazione dell’informazione. In generale intorno a Spaziouno c’è anche l’interesse di larga parte della cultura cinematografica fiorentina: il Gruppo Toscano del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, il Festival dei Popoli e l’Istituto di Storia del Cinema dell’Università di Magistero (prof. Pio Baldelli). Contemporaneamente, a partire dal 1980, nasce “Cultmovie”, una rivista monografica che accompagna idealmente alcune interessanti Rassegne: Hitchcock, Welles, Ray-Wenders, il Neorealismo, Fassbinder, ma non solo. Con il binomi Spaziouno- Vannini chiude anche la rivista, anche se nelle intenzioni del suo ideatore e direttore c’è l’impegno a proseguire in quest’ esperienza: immaginiamo con difficoltà centuplicate e ci auguriamo tuttavia con plausibili chances.
Noi, in fondo, non ci sentiamo di essere dei “vanniniani” ad ogni costo, ma non ci è chiara la nuova proposta del gruppo dirigente del Circolo Enel, allorquando dice genericamente: “La direzione della programmazione non dovrà più far capo a una sola persona ma avvalersi del contributo di esperienze e di professionalità di più istanze presenti nella città (Università, Mediateca, SNCCI gruppo toscano, ecc…). A prima vista interessante, questo tentativo di coinvolgere tutti appare, ad un maggior approfondimento, molto pericoloso, perché rischia di far sorgere conflitti di competenza, gelosie ed appetiti vari che non hanno mai permesso a sigle così diverse, ma affini per materia, di comparire insieme senza problemi nell’organizzazione di convegni e rassegne.
Infine, non possiamo che augurarci che Spaziouno viva e, visto che quasi certamente non riprenderà il rapporto con Vannini (il quale ha intanto fondato una Cooperativa, la Bottega del Cinema), che riprenda, evitando di orientarsi in particolare verso una gestione di tipo volontario o prevalentemente politico, quel ruolo e quell’importanza che esso ha avuto nella cultura cinematografica e nazionale negli ultimi anni.

…VIII….13….