PROGETTO DI ATTIVITA’ dell’ UCCA Prato Firenze martedì 23 aprile 1985 – prima parte

PROGETTO DI ATTIVITA’ dell’ UCCA Prato Firenze martedì 23 aprile 1985 – prima parte

Arrivato a Prato nel 1982, mi posi a disposizione dell’ARCI, con la quale Associazione già nel periodo bellunese (feltrino) avevo lavorato. Portavo con me un bagaglio minimo di competenze acquisite soprattutto con la passione del cinefilo. Nel 1983 e nel 1984 lavorammo molto per aprire a Prato una sala d’essai, il Cinema “Terminale” che ancora oggi è attivo, anche se trasformata in Cooperativa, alla quale non ho mai voluto aderire per una mia personale scelta. Questo intervento che qui posto suddiviso in più parti segue l’Assemblea Regionale durante la quale venni eletto come coordinatore regionale dei Circoli Cinematografici dell’ARCI. Fu una bella esperienza che mi permise di conoscere nel profondo la realtà toscana.

Primi mesi di attività, dopo l’Assemblea di Prato

Sono già trascorsi cinque mesi dall’Assemblea Regionale di Prato, alla conclusione della quale presi l’impegno di responsabile regionale dell’Unione. Il mio incarico prevedeva, per il fatto che non era stato possibile un conforno più ampio nella fase precongressuale, di portare l’Unione ad un vero e proprio Congresso (o Assemblea di Organizzazione) nel corso del 1985 e, quindi, era opportuno che nel periodo intermedio si attuassero quei confronti con le realtà territoriali e si ricercasse con queste un diverso migliore collegamento per arrivare all’appuntamento di fine anno, discutendo in particolare delle prospettive della politica cinematograficadell’ARCI in Toscana.
Con i Territoriali si è tentato di aprire un rapporto immediato con una lunga lettera questionario che ha avuto scarsa rispondenza – primo inequivocabile segnale della scarsa attenzione che i Territoriali (anche quando poi si imbarcano in imprese interessanti e fondamentalmente più che decorose) riservano a questo settore – si pensi che hanno risposto due soli Territoriali su 24, Massa e Ponte a Egola (Comprensorio del cuoio), che sono fra i più piccoli che questa Associazione conti sul territorio toscano. Subito dopo ho iniziato una serie di visite nei Comitati Territoriali (sono stato a Pistoia, Empoli, Arezzo, Pontedera, Siena, Massa) che ha ottenuto due risultati importanti: 1) ha dato al corpo associativo decentrato a livello dirigenziale la sensazione che vi fosse una seria e giusta attenzione nei confronti delle loro autonome scelte in campo video cinematografico; 2) ha offerto al sottoscritto la possibilità di conoscere meglio la situazione reale, la qual cosa ha consentito di superare miti o pregiudizi e di verificare in ogni caso le potenzialità del corpo sociale diffuso, ricevendo la massima disponibilità da parte di tutti i dirigenti locali. Il mio giro chiaramente non è finito e stimo di portarlo a termine entro i prossimi mesi, ben prima dell’estate.
E’ stato indubbiamente in seguito a queste mie prime visite che ho ritenuto opportuno andare al di là di quelle che dovevano essere le mie prerogative quasi “commissariali”, presentando oggi quello che io propongo come “programma di attività dell’Unione per il 1985-1986”.

Il “nuovo”

Non pretendo, facendo così, di costringere il Congresso di fine anno ad accettare essenzialmente questa ipotesi, ma ritengo che un’articolazione come la nostra non possa oggi rinunciare ad avere un suo programma, un progetto d’intervento anche minimo come quello che qui segue. Una realtà come la nostra, ricca di stimoli e quasi sempre costitutivamente disposta a recepire il “nuovo”, ha avanzato in maniera diretta l’esigenza di ricevere un indirizzo, spesso contribuendo attivamente a formarlo, su alcuni problemi pratici della politica culturale cinematografica.

….1…