reloaded mio post del 24 maggio u.s. LA BAVA ALLA BOCCA ED UNA NECESSARIA LEZIONE DI VITA “nel quale scrivevo che RENZI davanti alla vittoria del NO non avrebbe dovuto dimettersi…..”

LA BAVA ALLA BOCCA ED UNA NECESSARIA LEZIONE DI VITA

Si affannano giuristi ed editorialisti delle principali testate italiane a sottolineare come occorra mantenere toni più bassi e dignitosi dei ruoli ricoperti – soprattutto rivolgendosi agli ambienti governativi – in questa fase pre-referendaria.

I risultati dei loro inviti non sono per ora stati ascoltati ed è evidentemente sopra le righe l’atteggiamento di quelle parti che si riferiscono a Renzi e Napolitano e questi stessi leader non mostrano la calma e la ragionevolezza necessaria a convincere che l’operazione che vanno proponendo abbia caratteristiche positive per il Paese e per i suoi cittadini.

E’ proprio questo il punto: l’altra sera mi sono sintonizzato sul programma di Fazio (che, detto tra noi, trovo sempre più vicino ad un “suk” di vendite di prodotti non sempre di qualità) proprio mentre il Presidente “emerito” stava alzando i toni del suo intervento, in assenza di interlocutori “contrari” (di “servi” del padrone ce ne sono a tutte le ore nei programmi televisivi e non si capisce a chi abbaiava, Giorgio Napolitano); qualche ora prima il suo “delfino”, quel tale “Renzi Matteo” che aveva ricevuto la “grazia” (nel pieno rispetto della Costituzione, si intende!) di ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio aveva tuonato contro i suoi avversari, soprattutto – credo – quelli interni (i partigiani buoni o cattivi, belli o brutti, vecchi e nuovi dovevano ancora essere assunti nell’agenda della Boschi) ricordando loro che, tanto, non verranno rieletti (e, certo, perché c’è anche questo: la legge elettorale che sostituirebbe il “Porcellum” lo peggiora alla grande da questo punto di vista e ci saranno solo candidati scelti dai capi, quelli nazionali e quelli locali con grande prevalenza dei primi sui secondi), con un tono ultimativo: “Li cacceremo!”

Cosa dire? Tutti questi interventi (anche quelli apparentemente riparatori sulla questione ANPI) evidenziano una straordinaria profonda cattiveria che ingenererà (sta ingenerando) una spaccatura che potrà diventare “irreparabile” nella nostra società.

C’è una BAVA ALLA BOCCA che non ha ragione di esserci, a meno che… la partita che si sta giocando non sia molto diversa da quel che appare e non siano in gioco i necessari aggiustamenti istituzionali per un migliore funzionamento della macchina governativa e per la sua razionalizzazione ma qualcosa d’altro: in particolare ho ragione di pensare che si tratti di costruire un POTERE sempre più accentrato e concentrato nelle mani dei leader…

So che servirà a ben poco, ma rassicurerò ancora una volta che il “mio dissenso” nei confronti di Renzi e la mia disistima “da Sinistra” non contempla il fatto che lui, a seguito di un successo del NO, si disimpegni. LO RIPETO: si assuma le sue responsabilità ascoltando le proposte e le idee di coloro che dissentono e ne tenga conto.

Nel titolo ho utilizzato il termine “lezione” e potrà apparire un atto di presunzione ma è necessario che si abbandonino le forme ultimative e si addivenga ad un grado di ragionevolezza utile per il Paese, al quale voglio più bene di quanto io ne possa volere a questo o quel leader; e questi ultimi devono essere con chiarezza al servizio del Paese non di questo o quel gruppo di Potere.

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reloaded mio post 8 luglio 2016 – VERSO IL REFERENDUM “e le ragioni del NO”

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VERSO IL REFERENDUM

Lo so molto bene che sulla questione “sì o NO al referendum di autunno” non sarà facile interloquire tra fans dell’una e dell’altra posizione.


Chi è per il “sì” appoggia la sua scelta sulla necessità di velocizzare i processi legislativi superando il bicameralismo “perfetto” e porta a sostegno il dibattito più che cinquantennale di illustri politici e giuristi, aggiungendo che così facendo si procederebbe anche ad un sostanzioso risparmio delle spese della Politica.

Chi è per il “NO” rileva che, con le proposte avanzate dal Parlamento ma contrassegnate da una firma ben precisa e riferibile al Governo e segnatamente al suo Capo, non si velocizzi affatto il procedimento legislativo, non si risparmi come si dovrebbe sulle spese della Politica e non si rivitalizzi il processo di partecipazione democratica arrivando addirittura ad avere un Parlamento di “nominati” apparentemente eletti.

Ora, l’una e l’altra posizione appaiono accecate da un odio reciproco, dovuto essenzialmente alla figura del leader che questo “scontro” ha voluto e vuole riproporre. Ed è dunque inevitabile che su questo personaggio ci si confronterà più che sul merito della proposta. Ed è logico che in particolare dall’interno del PD verranno gli scontri più cruenti sul piano politico, per cui la domanda che ha rivolto Bersani alla maggioranza non è affatto peregrina: un Partito già squassato, nel quale vi è una maggioranza – molti lo pensano pochi lo dicono – sempre più “liquida” (composta da pochi fedelissimi, tra i quali però qualche Bruto pure ci sara, ma da moltissimi tra quelli che hanno usufruito dell’ascesa renziana per sistemarsi, ma che saranno ben pronti a saltare su altri carri laddove questi si palesassero), non ha affatto bisogno di altre scaramucce, guerriglie e battaglie. Forse occorrerebbe da una parte tollerare il dissenso, senza minacciare sfracelli e vendette, e dall’altra evitare una personalizzazione che non si comprende del tutto e che porterebbe, a valle di un confronto democratico di altissimo valore, ad una dissoluzione pericolosa la cui responsabilità tuttavia sarebbe accreditata proprio a chi questo scontro ha creato.
D’altronde anche la vicenda BREXIT, valutate le differenze, sta ad insegnarlo.

Ritorno alla proposta del NO, rilevando che chi – come me – la sostiene, considera la proposta irricevibile in quanto non corrisponde per niente a quanto sia effettivamente necessario al nostro Paese. Penso ad un Parlamento eletto democraticamente che svolga attività a sostegno delle esigenze dei cittadini italiani “tutti”, monocamerale con un controllo costante da parte di una Corte costituzionale svecchiata ed eletta che possa contenere rappresentanti “regionali” e che abbia il compito di indirizzare l’azione legislativa. Penso anche ad una riduzione ed una revisione significativa dei benefici economici e pensionistici per coloro che si occupano di Politica con un limite “per tutti” della permanenza in quella attività e modalità di accesso che facciano abbandonare l’idea che far Politica possa rendere dal punto di vista economico.
Coloro che – difendendo la scelta attuale della Riforma – agitano spettri di disastri ed ingovernabilità laddove questa non passasse al vaglio “democratico” stiano tranquilli: avremo semplicemente scampato il pericolo di trovarci di fronte ad una Costituzione che interpreta la “governabilità” come possesso assoluto del Potere per riuscire a realizzare scelte che non rispondono alle necessità della gente ma soddisfano i desideri della parte più ricca del nostro Paese, soprattutto gli imprenditori che si stanno molto impegnando a sostegno del “sì”.

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