Prato e la Sinistra – per una nuova Costituente

 

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Prato e la Sinistra – per una nuova Costituente

 

Da alcuni mesi l’agglomerato informe che si è costituito come “LeU” ha smesso di operare, anche al “minimo sindacale”. In realtà lo ha fatto, ma sempre mantenendo un basso profilo, a ridosso della campagna elettorale subito dopo la sua affrettata costituzione. Chi ha aderito sostanzialmente a LeU lo ha fatto in opposizione, ed in modo più attenuato in parziale autonomia, al Partito Democratico.

Dalle analisi del voto del 4 marzo abbiamo ricavato alcune indicazioni; provo ad elencarne nuovamente – ad uso memoria collettiva (che non fa mai male in un Paese affetto da “amnesie ricorrenti”) – alcune e ad aggiungerne qualche altra.

Sarò generico e semplicistico ma tenderò alla sintesi.

  1. Fretta – i tempi per la costituzione sono stati troppo stretti;
  2. Identità – la fretta non ha consentito di avere una propria riconoscibile “identità” libera ed autonoma da “altre” forze politiche;
  3. Programmi – costruiti attraverso contributi solo apparentemente “partecipati” e quindi non accolti ed avvertiti democraticamente;
  4. Candidature – frutto di un “sistema” vecchio di fronte ad esigenze nuove.

Gli “errori” spesso condivisi nelle analisi vanno valutati, approfonditi, criticati per essere,e rimanere, “utili”.

Dopo le diverse esperienze locali (“Prato A Sinistra”) e nazionali (“Brancaccio”) “LeU” è apparso strumentale e frutto di divisioni antiche e non foriere di prospettive innovative.

Non va dimenticato peraltro che chi ha scelto LeU, avendo come ulteriore possibile approdo “Potere al Popolo”, lo ha fatto in prospettiva governativa e non meramente testimoniale, ma pur sempre alternativa agli errori macroscopici non riconosciuti – a tutt’oggi – da parte della sedicente Sinistra democratica.

 

Dal 4 marzo in poi a Prato non è stato più possibile ragionare sulle prospettive. Eppure in questa città nel 2019 si rinnoverà il Consiglio comunale.

Giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese lentamente molti tra quelli che avevano partecipato attivamente alla campagna elettorale si sono allontanati, e con essi tante elettrici ed elettori (si osservi il trend negativo dei sondaggi).

Alle sollecitazioni che alcuni di noi hanno inviato periodicamente si è frapposto una sorta di progressivo gioco al rinvio, adducendo giustificazioni improbabili ed assurde, quale ad esempio la necessità di uniformarsi ai calendari nazionali.

Il Paese ha bisogno di avere un Progetto di Sinistra ma c’è una maggiore urgenza in realtà come Prato per il motivo di cui sopra. Rinviando i confronti per la costruzione di un Progetto per Prato si rischia di arrivare a ridosso dell’appuntamento del 2019 con il fiato corto e la possibilità sempre più alta di ripetere gli “errori” del 2018.

In questo procrastinare i lavori collettivi è celata la volontà di condurre la forza politica  di LeU ad un rapporto con il PD, giustificandolo in modo più o meno ricattatorio come partecipazione ad un fronte repubblicano che contrasti le Destre, per le quali si paventa un nuovo successo dopo l’esperienza del 2009.

Per alcuni di noi ciò è improponibile, per diverse ragioni.

Innanzitutto nessuno di noi intende “rassegnarsi” alla sconfitta annunciata. Inoltre vorremmo far comprendere che la “sconfitta” è ancora più certa nel caso di adesione servile – anche se in cambio di “promesse” –  al Partito Democratico. Una scelta di autonomia e di alternativa costruita con un Progetto coinvolgente ed innovativo può portare consensi molto più ampi, soprattutto perchè si attiverebbero energie e risorse nuove e rinnovate in contrapposizione ad un atteggiamento ossequioso e subalterno.

Di fronte al perdurare di queste incomprensioni, confermando il mio giudizio negativo espresso qualche giorno fa sulla subalternità del gruppo LeU in Consiglio comunale, intendo ritornare a lavorare su progetti simili a quello di “Prato A Sinistra” chiedendo a tutta la Sinistra pratese di aprirsi ad un confronto programmatico in vista dell’appuntamento elettorale del 2019.

Joshua Madalon

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