ANTIFASCISMO senza ipocrisie

Prato

ANTIFASCISMO senza ipocrisie

Mi chiedo a cosa sia servito portare in Commissione, credo la prima, e poi in aula del Consiglio comunale di Prato un Ordine del giorno per chiedere l’applicazione di leggi dello Stato in materia di concessioni di spazi e di manifestazioni a coloro che a titolo personale o collettivo nei fatti si richiamano ad ideologie nazifasciste e anticostituzionali. La soluzione di affidare ad una dichiarazione, che nella pratica risulterebbe mendace e dunque passibile penalmente, di rispetto della Costituzione italiana è un escamotage che non può che essere considerato un appoggio esplicito a che queste persone possano manifestare impunemente la loro ideologia intrisa di violenza verbale e fisica.

Questo è avvenuto lo scorso anno più o meno in questo periodo. Ne ho scritto in modo indiretto attraverso una narrazione solo in parte inventata quasi a ridosso dell’evento. Ieri ho ripubblicato il racconto ispirato a quella vicenda.

Personalmente sono molto colpito dall’inazione del Comune e delle autorità preposte, che mostrano un atteggiamento quasi curiale da semplici travet dello Stato. E’ inammissibile che si esalti per giunta con gesti e grida minacciose la storia di un passato intriso di sangue e di sopraffazioni antidemocratiche, prefigurando la possibilità di un balzo all’indietro del tempo. Non si tratta di limitazione delle libertà ma di una difesa di queste di fronte ad una prospettiva molto diversa.

Ho pertanto aderito con la mia Associazione di Cultura Politica e Democratica “Dicearchia 2008” alla stesura del documento che è stato inviato alla Stampa. Lo ripropongo qui di seguito

 

Comunicato stampa

Ieri rigurgiti fascisti in piazza delle Carceri. SI, PAP, PRC, CGIL Prato e numerose associazioni: “perché le istituzioni hanno autorizzato il presidio ? Le forze politiche “democratiche” ne prendano le distanze o si dimostreranno quantomeno impotenti davanti a  questi infausti rigurgiti”

Prato, 10 settembre. Esprimiamo stupore e forte disappunto per la concessione dell’autorizzazione concessa a un presidio ieri in piazza delle Carceri che ha fatto sfoggio, nelle motivazioni e nello svolgimento,  di evidente apologia del fascismo (e dei fascisti) “sfregiando” con tutto ciò non solo la storia di una città come la nostra medaglia d’argento per la resistenza, ma – specificamente – anche la memoria delle deportazioni che proprio una targa ricorda in quel luogo. Perché le istituzioni – Comune, prefettura, questura ecc – hanno concesso l’autorizzazione o comunque non si sono opposte? L’amministrazione non aveva disposto la non concessione degli spazi a chi non avesse fatto pubblica dichiarazione di riconoscersi nei valori anti fascisti?

Chiediamo che le forze politiche prendano pubblicamente le distanze da tutto questo e condannino l’accaduto. E non lo facciamo solo per il rispetto dei drammi del passato, ma anche per il presente e soprattutto per il futuro. Per due motivi: il clima che si sta registrando nel paese è di montante razzismo e xenofobia, e  richiede non solo dichiarazioni di facciata e mobilitazioni mediatiche, ma anche una ferma condanna diffusa sui territori e in tutte le città. Il secondo motivo, strettamente legato al primo, è che non vorremmo che questo silenzio – e queste autorizzazioni – fossero dovute ad un bieco calcolo politico: quello di far rialzar la testa a simili rigurgiti per poi passare all’incasso con appelli al fronti unici in vista di appuntamenti elettorali prossimi. Sarebbe ignobile, sull’anti fascismo (e anti razzismo) non si gioca! Noi continueremo – così come abbiamo fatto con la partecipazione al presidio organizzato da ANPI venerdì scorso proprio in Piazza delle Carceri e contestando poi l’appuntamento – ad opporci in ogni modo a tutto questo, appunto per il presente e per il futuro. La politica, e diremmo la città tutta (se si escludono appunto rari casi registrati) esca da un silenzio che su questi temi – al di là delle volontà – non è mai neutro e rischia di farsi complice. La condanna delle leggi razziali e poi il silenzio e l’autorizzazione di tutto questo sono fatti che stridono, non vorremmo pensare che essa sia stata – a livello nazionale – una condanna di circostanza. E’ arrivato il momento – anche a Prato – per autorità e forze politiche, di dimostrarlo.

CGIL Prato

Sinistra Italiana Prato

Potere al Popolo Prato

Rifondazione Comunista Prato

Associazione Dicearchia 2008 Prato

Associazione Le Mafalde Prato

Left Lab Prato

MeltinPo

https://www.facebook.com/106708932732379/videos/695449714145001/

A seguito di questa presa di posizione rivolta a tutte le forze politiche costituzionali sorprende la dichiarazione attraverso Facebook  del segretario del Partito Democratico di Prato, Gabriele Bosi. In essa rilevo una profonda incapacità a venir fuori dalla palude creata intorno al suo Partito da una leadership arrogante e presuntuosa incapace di poter rappresentare la maggioranza dei propri cittadini. Forse se avesse letto a fondo il documento avrebbe compreso che all’Amministrazione comunale si addebitava la responsabilità di trasmettere alle altre Istituzioni il dettato dell’Ordine del giorno di cui parlo sopra,  la cui validità non è soltanto data dall’approvazione di un Ordine del giorno (vedi sopra) a larghissima maggioranza ma anche dal riferirsi alle leggi dello Stato ed agli articoli della Costituzione italiana. A tutta evidenza non c’è stato il necessario collegamento tra le varie Istituzioni, ben diversamente da altre occasioni (ma la storia settembrina pratese dovreste conoscerla meglio di alcuni di noi, o no?) e la maggiore responsabilità di questo “disguido” è del Comune. Forse si sta chiedendo, Gabriele Bosi, come mai alcune forze politiche e sindacali ed alcune Associazioni non abbiano sentito il PD come proprio alleato, pur non disconoscendone l’appartenenza all’antifascismo? E’ molto probabile che tutto ciò accada per la preoccupazione che un’operazione comune venga interpretata, con le dovute mistificazioni, come un preambolo ad accordi politici, che non sono a vista, soprattutto a causa di una non volontà di riconoscere le ragioni profonde del recente disastro elettorale, che è allo stesso tempo culturale e politico.

Ecco il testo della breve

 

 

Dichiarazione di Bosi

A me sinceramente dispiace che dopo il presidio di 23 neofascisti in Piazza delle Carceri una serie di associazioni e partiti abbia come prima cosa attaccato l’Amministrazione comunale per aver concesso loro il permesso.
L’Amministrazione comunale non ha concesso nessuna autorizzazione, come si sarebbe potuto appurare facendo magari un paio di telefonate.
Ricordo a tutti che questo Sindaco ha ricevuto recentemente minacce esplicite accompagnate da simboli neofascisti. 
Forse sarebbe il caso di fare fronte comune su queste cose, invece di dividersi tra antifascisti.

 

++

Ipocrisia o ignoranza? Il Segretario Bosi forse non sa che già il 6 settembre, in vista della parata di Casa Pound, era stato inviato alle tre Istituzioni – Comune, Prefettura e Questura – dall’ANPI un esposto per chiedere l’annullamento di quella manifestazione, offensiva della memoria della deportazione.

Le forze politiche, sindacali e antifasciste  hanno  espresso la loro solidarietà agli atti minacciosi ricevuti dal Sindaco ed il segretario Bosi non può ricordarlo a noi; sia egli a ricordarselo!

Richiamarsi ai valori comuni degli antifascisti, va ribadito, non appartiene ad una sola parte. Coloro che hanno protestato, non solo in questa occasione, hanno avvertito il silenzio e l’incuria delle Istituzioni, e lo hanno denunciato.

 

Joshua Madalon

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