reloaded L’ipocrisia e la raccolta “porta a porta” nel Macrolotto Zero di Prato

Pubblico nuovamente questo articolo di un anno fa con una bozza di lettera su casi molto recenti: tra l’altro ALIA dopo aver annunciato che l'”umido” in San Paolo sarebbe stato ritirato in occasione del Natale non la mattina del 25 (lunedì) ma la mattina prima (domenica) non ha mantenuto la promessa e l’umido rimarrà fuori nei contenitori fino a venerdì mattina 29 dicembre

Vorrei esporre alcune considerazioni in merito al deposito dei rifiuti. L’Azienda ci ha dato indicazioni precise circa “l’esposizione” e non circa “il deposito”.
Questa mancata normativa fa sì che che esistano piccole “discariche” disseminate un po’ ovunque in spazi condominiali non sempre preventivamente adeguati a tale scopo e questo elemento non sfugge ad un osservatore attento.
Bidoni condominiali, maleodoranti e fonte di problemi igienico-sanitari, si sono parcellizzati e sono diventati ancora più insidiosi. Data la rilevanza del problema, un intervento normativo da parte delle Istituzioni preposte sarebbe necessario e apprezzato da quei cittadini che vogliono contribuire attivamente al decoro urbano. Trovo singolare che si possano depositare i rifiuti “in qualsiasi momento salvo diverso regolamento interno del Condominio stesso”.
Questa affermazione è in contrasto con il principio di raccolta ecologica dei rifiuti che non dovrebbero ammassarsi in modo sconsiderato perché cittadini anarchici applicano lo stesso principio di deposito che si utilizzava con i cassonetti.
Ringrazio per la cortesia espressa dai referenti alle segnalazioni dei disguidi, ai quali ho telefonato, ma poco si ottiene o nulla con “la buona volontà”.
I principi devono essere normati se si vuole argomentare in modo tale da essere credibili. Suggerirei di precisare che i rifiuti devono essere “depositati” la sera prima della raccolta come da calendario.
Le controversie, in una città a vocazione europea, non possono dirimersi con “regolamenti di condomini” che darebbero adito ad opposizioni giuridicamente valide, se non c’è un Regolamento Generale che le detti.
Faccio inoltre notare che tutti gli appartamenti condominiali appena fuori dal Centro storico sono dotati di terrazzi, terrazzini o verande in cui il cittadino, rispettoso anche di regole igienico-sanitarie può contenere per due-tre giorni i propri rifiuti senza scaricarli in modo inopportuno nei bidoni che sono, allo stato attuale delle cose, la moltiplicazione dei vecchi cassonetti.
Spero che il mio scritto possa essere un elemento di riflessione per le autorità competenti e per i funzionari responsabili o devo pensare che, in contrasto con quanto avviene altrove, si possa agire affidandosi al solo buonsenso.
In analogia, mi chiedo se sia sufficiente appellarsi al buonsenso del cittadino per vaccinare i figli in buono stato di salute. E’ una riflessione che meriterebbe attenzione in quanto le istituzioni sono intervenute per stabilire norme a salvaguardia della salute generale.
Di molto minore impatto e onere di impegno sarebbe una normativa del Comune in merito alla gestione del “deposito dei rifiuti”.

lettera firmata in “bozza”

reloaded L’ipocrisia e la raccolta “porta a porta” nel Macrolotto Zero di Prato

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Nei giorni scorsi si è diffusa qui a Prato una polemica innescata dall’annuncio che l’Amministrazione comunale non avrebbe consentito la realizzazione della “Festa delle luci” che la comunità cinese intendeva riproporre nel Macrolotto Zero (San Paolo – Via Filzi- via Pistoiese e dintorni) dopo il successo dell’edizione del 2016. Contemporaneamente a questo annuncio vi era stata la presa di posizione del Comitato di via Pistoiese – Macrolotto Zero che si opponeva alla manifestazione. E subito dopo l’annuncio del Comune che collegava il diniego alla Festa con la difficoltà a realizzare pienamente e correttamente la raccolta dei rifiuti “porta a porta” si era levata la protesta della Sinistra che considerava tale scelta come reazionaria e diseducativa. In risposta a quest’ultima si riscontrava il commento di un membro della Giunta comunale che la etichettava come “ipocrisia”.
Ed è su questo termine che, come evidenzia il titolo del post, mi voglio produrre oggi.
Se “ipocrisia” vi è, questa è espressa dall’ Amministrazione comunale! Le principali ragioni per non consentire la realizzazione della “Festa delle luci” risiedono nel fatto che questa è stata finanziata nel 2016 dalla Regione Toscana e che per il 2017 tale finanziamento non vi è stato. Il Comune dunque avrebbe dovuto subentrare alla Regione ma non lo ha potuto fare per mancanza di fondi e, ipocritamente, trova la giustificazione collegando il niet alla raccolta porta a porta. Il fatto stesso che poi tale atteggiamento puramente repressivo e scarsamente educativo abbia avuto la sponda da una organizzazione “destrorsa” come quella del Comitato di via Pistoiese che guarda ai processi di integrazione in modo prettamente unilaterale è significativo della posizione che l’attuale maggioranza di Governo della città, che vorrebbe presentarsi come Sinistra o centrosinistra, va proponendo. Più “IPOCRISIA” di così cosa vorreste?
I rapporti con la comunità cinese e di questa con quella autoctona (ma già composta da un sostanzioso “melting pot” interno ed esterno) sono contrassegnati da una profonda differenza di cultura e di tradizioni e non bastano certamente gli interventi pur apprezzabili che si svolgono in pochi luoghi centralizzati, come può essere il Circolo Curiel, nè si può pensare che tutto si risolva con interventi urbanistici velleitari che finiscono per coinvolgere solo la parte culturalmente più elevata della comunità cinese.
Per la corretta realizzazione dl porta a porta occorrerebbe il coinvolgimento di rappresentanti di condominio che si responsabilizzino nel ruolo educativo. A questi ovviamente ci si potrebbe riferire per un primo essenziale controllo. Sugli oli esausti ritengo sia molto importante avere più punti di raccolta nella zona del Macrolotto Zero: a tutta evidenza non bastano quelli del Circolo di via Cilea e quello di via Lorenzo da Prato. Allo stesso tempo occorre creare soprattutto nei primi tempi del “porta a porta” una task force che controlli a tappeto il territorio e fornisca indicazioni e suggerimenti atti anche a migliorare i rapporti tra la comunità straniera predominante e gli abitanti del quartiere.
Poiché uno degli ostacoli a tutto questo è la lingua, sarebbe bene prevedere mediatori culturali sempre presenti.
Poiché parlavo di “IPOCRISIA” mi piace sottolineare che purtroppo questa è una delle anime fondamentali della pratica politica, che ci avrebbe fatto piacere superare nel nostro impegno. Ma tant’è: ci siamo ritrovati in piena prima Repubblica, infarcita di menzogne indorate da ottimismo. Speriamo nel nuovo anno, ma le prospettive non sono rosee. BUON 2017!!!

…e buon 2018 sperando che qualcosa possa cambiare!

Joshua Madalon

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