ANNIVERSARI 2017 – VERSO IL 2018

ANNIVERSARI 2017 – VERSO IL 2018

Dall’inizio di quest’anno abbiamo avviato un percorso intorno ai principali anniversari relativi a persone o a fatti della Storia; si è trattato di seguire le orme di don Lorenzo Milani, priore di Barbiana e del suo alto magistero pedagogico e morale che lo ha fatto accostare ad altre figure di cui quest’anno ricorreva l’anniversario dalla morte (don Lorenzo morì nel 1967 – il 26 di giugno – lasciando a tanti di noi molti messaggi che abbiamo tentato di raccogliere sin dalle albe del ’68; Antonio Gramsci era invece morto nel 1937 – il 27 aprile – e aveva accumulato migliaia di pagine nei suoi “Quaderni” che ancora oggi ci interrogano; Danilo Dolci scompare nel 1997 – il 30 dicembre – e con il suo esempio ci ha fornito un metodo che ricorda quello socratico) insieme ad eventi come la Rivoluzione d’Ottobre di cento anni fa.
C’era molto altro, a dire il vero, che non abbiamo seguito in modo diretto, non pretendendo di essere totalizzanti. E, poi, sono sincero, alcuni “miti” non mi appartengono e li considero distanti dalla mia complessione: mi riferisco a Che Guevara del quale distinguo tra gli “scritti” e le “azioni”. Sono complessivamente un pacifista e al Che preferisco il Danilo Dolci. Ed a chi non è d’accordo preferisco sottolineare che non è molto strano che un personaggio come il Che sia stato un mito per schieramenti del tutto contrapposti.
Danilo Dolci non potrebbe mai essere assunto come espressione di riferimento da parte di coloro che alle idee contrappongono le armi. Ne ho già scritto durante quest’anno e mi ero anche ripromesso di dedicare uno spazio più consistente – come è avvenuto per Gramsci e don Milani – ma non ce l’ho fatta. Tra le vicende che riguardano Danilo Dolci ve n’è una che ci consente di avvicinarci anche ad uno degli eventi di cui ricorre l’Anniversario “tondo”, qualcosa di fondamentale per la stragrande maggioranza degli italiani e cioè l’approvazione, la promulgazione e l’entrata in vigore (1° gennaio del 1948) della nostra Carta costituzionale.
Nel 1952 Danilo Dolci arriva in quella parte della Sicilia occidentale che ha conosciuto da bambino per la sua endemica povertà e per la presenza di una malavita diffusa e non combattuta dallo Stato che spesso ne appare complice. Le sue battaglie contro la mafia ed il sottosviluppo per il riconoscimento dei diritti, in primo luogo quello del lavoro, si caratterizzano per la forma di non violenza ritenuta del tutto assurda dagli stessi tutori dell’ordine, tanto che una delle motivazioni per contrastare il ricorso al “digiuno” fu quella di dire che “non è legale”.
Quando poi in un’altra occasione egli condurrà un centinaio di disoccupati per uno storico “sciopero alla rovescia” atto a riattivare un tratto di strada da tempo abbandonata perché dissestata.
Danilo Dolci in questa occasione viene arrestato, provocando reazioni in larga parte del mondo civile e sulla stampa. Al processo verrà difeso dal grande padre costituzionale Piero Calamandrei. La sua arringa è divenuta una pagina fondamentale per comprendere il vero senso, il vivo, che risiede nelle pagine della nostra Costituzione. Essa è allo stesso tempo un esempio di letteratura giuridica fondamentale.

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Domani ne pubblicherò alcune parti su questo Blog.

BUONE FESTE – Buon Anno 2018

da Joshua Madalon

2004-07 (lug)