BUON 2018 – Danilo Dolci e Norberto Bobbio – pagine esemplari

BUON 2018 Danilo Dolci e Norberto Bobbio – pagine esemplari

Su “Paese Sera” del 19 dicembre e sul mio blog del 23 dicembre u.s. accennavo alla Prefazione che Norberto Bobbio scrisse per “Banditi a Partinico” di Danilo Dolci.
Accanto al testo di Piero Calamandrei anche questo dell’illustre filosofo torinese andrebbe fatto studiare ai giovani (ed ai meno giovani, bisognosi di essere incoraggiati alla partecipazione attiva, civile, civica, politica). Sono passati più di sessanta anni e le parole di Norberto Bobbio, così come quelle altre cui accenno e che ho avviato a pubblicare perché siano viatico esemplare per chiunque voglia impegnarsi socialmente ed abbandonare il pessimismo risuonano ancora come fossero a noi contemporanee.
Qui di seguito riporto solo alcune parti ma vi consiglio di impadronirvi dell’intero testo non appena ne avvertirete il bisogno.
Dice Bobbio: “…..Vorrei quasi considerare queste pagine come una salutare iniziazione allo studio della vita politica in Italia, salutare per tutti coloro che son venuti prendendo coscienza della impossibilità di separare ciò che si è come uomini e ciò che si è come membri di una società storicamente determinata, intesa la politica nel senso più proprio come complesso dei rapporti tra individui e Stato, tra privati cittadini e pubblici poteri…..vorrei che si leggessero queste pagine come un commento, amaro e talora crudele, sempre spietatamente smascheratore delle belle frasi di cui la classe dirigente, politica e sacerdotale, riempie e decora i propri discorsi.
Crediamo di sapere, a sentir quei discorsi, che democrazia significa uno Stato in cui il cittadino è sovrano e gli organi della pubblica amministrazione sono al suo servizio, e più ancora che l’Italia attualmente è una vera democrazia…..Crediamo di sapere che diritto significa regola che impedisce l’esplodere della forza incontrollata delle passioni e degli interessi, e che il nostro Stato è uno Stato di diritto….E la giustizia dello Stato non è la forza superiore alle parti dalla quale ci attendiamo che la violenza privata non rimanga impunita?….E perché mai esistono una legge e uno Stato, questa imponente e costosa macchina di funzionari (i “fedeli servitori” della pubblica retorica) se non per impedire che il potente spadroneggi e il debole sia annientato?…..
…Si esce dalla lettura di queste pagine perseguitati dal fetore di quelle stanze e di quelle strade, dall’immagine di quegli interni desolati e confusi, di quei volti stanchi o torbidi o malati…col senso di una società più che pervertita guasta, più che corrotta disfatta, che vive sotto il segno della precarietà e del disvalore – disarmonia contro armonia, miseria contro ricchezza, malattia contro sanità, ignoranza contro conoscenza, superstizione contro religiosità, morte contro vita -, di una società dove l’avvilimento quotidiano di cui si discorre senza stupore e angoscia come del tempo che fa, è la morte……
….Per molti di noi il crollo del fascismo e la guerra di liberazione sono stati l’occasione per la scoperta di un’Italia segreta e nascosta, dell’Italia non ufficiale, di cui la cultura dominante, tutta affaccendata in polemiche filosofiche o ideologiche o di scuola (contro il positivismo, contro il pragmatismo, contro l’attivismo e via con mille altri nomi astratti) ci aveva poco o nulla parlato, e di cui la politica dei politici aveva spudoratamente negato l’esistenza. Si cominciò a guardare l’Italia non più dall’alto in basso, ma di sotto in su, dal punto di vista dei poveri, dei diseredati, degli oppressi, di coloro che non erano mai stati protagonisti…..”

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Norberto Bobbio ci ha lasciato pagine esemplari come queste che precedono la descrizione quotidiana, meticolosa, scientifica delle condizioni di coloro che avevano smarrito la loro identità di uomini, donne, cittadine e cittadini per assumere nomi collettivi come plebe, massa, banditi.
Guardiamolo oggi questo nostro Paese a sessanta anni e più dal tempo di “Banditi a Partinico” e confrontiamo quelle descrizioni con il mondo attuale, provando ad affrontare le problematicità con nuovo vigore ed uno sguardo attento alle esigenze ed ai bisogni dei più deboli.

Joshua Madalon

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