“…adelante con juicio” dedicato ai “compagni” irriducibili e “coerenti”! (ma…la coerenza non sempre è un valore positivo!)

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“…adelante con juicio” dedicato ai “compagni” irriducibili e “coerenti”! (ma…la coerenza non sempre è un valore positivo!)

La responsabilità di una rottura – auspico provvisoria (ma temo sempre più definitiva, se il livello dello scontro non viene abbassato dagli “ultrà” di ambedue gli schieramenti) – all’interno di quel contenitore che ha preso il nome dal luogo in cui ci si riunì (il Teatro “Brancaccio”) non può essere addebitata ad una sola parte. Innanzitutto perchè molteplici sono le “anime” che compongono in modo grossolano le due parti e, secondariamente, per la differenza di approccio alle problematiche segnatamente alla “prassi” che dall’analisi delle questioni porti alla “sintesi”, necessario sbocco per stilare un percorso programmatico politico concreto.
Negli ultimi giorni il livello polemico è apparso sempre più velenoso. Ma è la perduranza, ovverosia l’ostinazione, con la quale qualcuno insiste ad attizzare lo scontro, a suggerire o una pausa, ancor più oggettivamente condita con la parola “riflessione”, o un’esclusione temporanea “amichevole” (anche se con interruzione improvvisa) dal novero degli “amici di Facebook”.
Vorrei ricordare ai miei concittadini (i “pratesi”) quanto è accaduto nella Sinistra che si è “organizzata” (un’accezione abbastanza superficiale per descrivere quanto è realisticamente avvenuto) in quel contenitore che con difficoltà decidemmo di chiamare “Prato A Sinistra”. Già in quel “collettivo” si confrontavano idee molto vicine nell’analisi non così nella elaborazione che non è sfociata in alcuna sintesi.
A Prato la frazione “programmatica movimentista” non si è connessa a quella “programmatica governativa”. Abbiamo “autorevoli” esempi anche nella quotidianità del lavoro politico, a volte inteso come incessante rincorsa di “eventi” scollegati tra loro anche se connotati da ideologismi progressisti e “rivoluzionari”; a fronte di un impegno di carattere politico inteso a proporre una progettualità che affronti le problematiche più urgenti per il Paese a partire dal quadro contingente del territorio.
Rilevo una incapacità a comprendere che l’essenza battagliera da barricata di chi formula critiche feroci e ingenerose a coloro che, con senso di responsabilità (quello che manca a chi si ferma ai “proclami”) e con sofferenza personale, hanno consentito al Governo italiano di procedere in mezzo a tutte le difficoltà di una società piegata ai diktat della finanza internazionale globale, è sterile ed improduttiva ed è necessario costruire un grande “Patto sociale” che, mettendo insieme le parti migliori della società, quelle illuminate sia laiche che non, si propongano di “governare” il Paese nella costruzione di un progetto politico di Sinistra, con l’obiettivo di realizzare una società migliore. Se non si è in grado di comprendere questo, per motivi diversi (calcoli di bottega, complessione generale), sarà sempre più difficile connettersi.
“Mai dire mai” e avere fiducia nell’intelligenza creativa costruttiva di un Progetto comune nell’immediato prossimo futuro nella nostra città è l’obiettivo che propongo.

Joshua Madalon


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