L’irresponsabilità diffusa

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L’irresponsabilità diffusa

Sguardo trasognato, completamente assente, ma senza quel sorriso ebete e soddisfatto nell’estasi dell’oppio che Bob De Niro mostra è quello mio di fronte ai temi finanziari ed economici. Non ci capisco nulla, ma mi fa paura il futuro, quello mio – per quel poco che oggettivamente mi manca – e quello dei miei figli. D’altronde è pur vero che la gestione dell’euro è stata davvero fallimentare soprattutto per lo scarso peso politico che hanno avuto in Italia i nostri politici, che hanno proprio difettato sul versante della conoscenza dei fondamentali dell’economia in difesa degli interessi del nostro (il loro) Paese.           E quindi pur con una sottile amara ironica linea di soddisfazione posso rilevare che non siamo davvero messi bene. Non mancano i costruttori di teorie, ma quanto a pratica….

E non ho nemmeno la certezza che tutti questi grandi soloni che su ogni network e su tutti i social si sbizzarriscono siano davvero in grado di capirci qualcosa. Sarò presuntuoso? Dubito che io lo sia, pur riconoscendo nuovamente la mia infinita limitatezza. Mi spavento di fronte all’ipotesi che da un giorno all’altro, dalla sera alla mattina, di notte come i ladri qualcuno possa sottrarci quel poco che possediamo, avvicinandoci a scenari sudamericani o ellenici, fate vobis.

Presunzione per presunzione mi dilungo su quel che sta accadendo, che è presagio possibile del futuro.

Non sono stato tenero con il Capo dello Stato e non me ne pento; non lo invidio perché si trova a sviluppare la sua esperienza in un contesto deteriorato da una subcultura che ha assunto i disvalori come punti di riferimento, indorandoli con un continuo ipocrita riferimento a valori come l’onestà e la coerenza.

E quindi non posso esimermi dal considerare profondamente incoerenti, irresponsabili i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e della Lega che stanno giocando con il fuoco, alla ricerca del proprio tornaconto, calpestando – loro con estrema certezza – la Costituzione. Tutte le modalità con cui ci si è mossi sono andate in senso inverso rispetto alle regole costituzionali: è forse necessario ricordare come i due Partiti (pardòn, un Movimento ed un Partito!) si sono mossi per scrivere il “Contratto” e come sia stato poi indicato il Premier, senza che lui avesse una sua necessaria istituzionale autonomia?

L’ipotesi è che questo traccheggio infinito sia dovuto anche alla consapevolezza della propria incapacità a gestire un Programma (soprattutto quelli presentati in campagna elettorale dalle due forze politiche) che con difficoltà è giunto a sintesi; ed in particolar modo in riferimento alle scelte fiscali ed a quelle sociali, difficilmente compatibili tra loro.

Difficile, davvero, il nostro futuro. Vorrei avere maggiore fiducia verso i miei connazionali, e spero davvero che si rendano conto della inadeguatezza di questi personaggi.

 

 

Joshua Madalon

 

 

 

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