PASSEGGIATE FLEGREE 2018 e dintorni – parte 6

PASSEGGIATE FLEGREE 2018 e dintorni – parte 6

La domanda non ottenne risposta: “Dunque, a Napoli, ogni settimana ha la sua festa “patronale”?” Non insistetti, anche perché la nostra guida sembrò non accogliere il mio quesito. E si partì per via Crocelle a Porta San Gennaro in fila indiana costeggiando le file dei negozi che si affacciano direttamente con i loro prodotti sulla strada. Voci indistinte per qualità e quantità. Noi, turisti, di gran carriera a procedere dietro il piccolo gruppo che procedeva mostrando curiosità mescolata a sapienza e qualcun altro per motivi fisici o per distrazione si attardava. Noi eravamo più o meno a metà fila, facendo attenzione alla direzione del gruppo. Primo luogo da visitare, il Palazzo dello Spagnuolo. In via Vergini 19.
Tutto intorno si respira in modo ampio e diffuso la presenza di uno dei personaggi più importanti della storia napoletana ed italiana, quella del principe Antonio De Curtis, ovvero Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio Gagliardi Focas di Tertiveri, in arte Totò.

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Totò era nato alla fine del XIX secolo proprio in quel quartiere, in via Santa Maria Antesaecula e, dalla sua morte nel 1967 non avendo compiuto ancora i 70 anni, gli abitanti del rione Sanità non hanno mai smesso di chiedere, ricevendo promesse mai mantenute, l’apertura di un Museo che ne ricordasse la figura così come egli meriterebbe. E proprio il Palazzo dello Spagnuolo dovrebbe essere il luogo adatto per tale compito. All’ingresso vedemmo che per ora solo una raffigurazione scultorea aveva marcato il territorio.
La struttura del palazzo costruito nella prima metà del XVIII secolo è stata resa celebre dalle location cinematografiche. Una delle ultime ne ha modificato, si spera provvisoriamente, il colore. Ci si riferisce a quella celebrazione della canzone napoletana che ha voluto fare John Turturro con il suo “Passione”. Il Palazzo viene utilizzato come luogo di ambientazione della coreografia collegata alla celebre canzone “Comme facette mammeta”, esaltazione della bellezza femminile, cantata da Pietra Montecorvino. L’atrio risuonava anche nel momento della nostra visita di quel motivo e ne rivedevamo mentalmente le forme femminili danzanti sui ballatoi. L’architettura vivace e mossa si impresse visivamente nei nostri occhi.
Scattammo come tanti altri le nostre foto. E poi di corsa verso un’altra dimora nobiliare, assai simile a quella che lasciavamo alle nostre spalle. La strada impercettibilmente si solleva (proseguendo si arriverebbe a Capodimonte); lasciammo via Vergini ed alla confluenza di Via dei Cristallini andammo, seguendo il passo della guida e del gruppetto che la interrogava, a sinistra in via Arena della Sanità e poi via Sanità. L’obiettivo era il Palazzo Sanfelice, una copia leggermente diversa da quella del precedente “Palazzo dello Spagnuolo”, utilizzato anche questo per location cinematografiche, la più celebre delle quali fu “Questi fantasmi” commedia amara di Eduardo, diretta da Renato Castellani nel 1967.

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Su Eduardo De Filippo ce ne sarebbe da raccontare, a partire dalla sua scelta di trattare un argomento come quello esposto ne “Il Sindaco del rione Sanità”, ma è tutta un’altra storia, quella di don Antonio Barracano, personaggio positivo, un mediatore di conflitti, in un ambiente che richiama alla pratica della malavita.

….fine parte 6….continua

Joshua Madalon