PASSEGGIATE FLEGREE 2018 – parte 3

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PASSEGGIATE FLEGREE 2018 – parte 3

L’auto l’avevamo lasciata all’imbocco del tunnel che porta verso la struttura militarizzata di capo Miseno. Ritornammo da quella parte e dietro suggerimento di un amico scendemmo oltre a piedi: ci aveva indicato la presenza di un Ristorante tipico di quella zona, il “Primitivo”, suggerendolo per la qualità tipica del menu proposto basato su prodotti locali, soprattutto di mare. Lo trovammo chiuso con un’indicazione scritta a mano su un cartello apposto davanti ad un cancello, dal quale si intravedeva un interno agreste: una trattoria di campagna che ci riportava al ricordo delle classiche “pagliarelle” del secolo scorso, dove fermarsi a bere del buon vino e gustare il pesce azzurro. Non avrebbe aperto se non che dopo la nostra partenza e rimandammo la visita ad un nostro ritorno più in là nel tempo.
Ritornammo verso l’alto a riprendere l’auto ed incrociammo una coppia che proveniva dall’alto, da “Cala Moresca”,
ed era interessata a fare il nostro stesso percorso. Ci chiesero un passaggio nel tunnel, preoccupati “forse” della scarsa agibilità; ma da quel che ricordavo, vagamente per i trascorsi giovanili (era un luogo dove appartarsi con sicurezza), ci si passava con difficoltà ma “ci si passava”, nel caso avessimo dovuto incrociare un’altra vettura.
Era una coppia “mista” quanto a provenienza regionale: lui, molto chiaramente “siculo” di Catania; lei, invece, autoctona ma ormai “emigrata” al Centronord per lavoro. Entrambi avevano scelto di andare a vivere lontano dalle loro terre d’origine: e tutti e due erano nel settore dell’istruzione, lei in una Scuola d’infanzia lui in una Media Superiore. Parlammo di comuni esperienze e lei (non chiedemmo i nomi visto l’occasionalità dell’incontro) ci disse che tornava volentieri a Bacoli ma, non avendo più “casa” propria, si appoggiava ad una sorella. Ci soffermammo ad argomentare sui danni della “Buona Scuola” ed in particolare sui criteri prescelti che assomigliavano a quel famoso “Facite ammuina”

« All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa
e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora:
chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra
e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio
passann’ tutti p’o stesso pertuso:
chi nun tene nient’ a ffà, s’ aremeni a ‘cca e a ‘ll à”.
N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno. »

Il riferimento è ovviamente alla modalità con cui docenti del Sud sono stati sballottati al Nord o, quando è andata bene, al Centro o nello stesso Sud la qual cosa, essendo quel territorio privo di infrastrutture viarie (strade e ferrovie) sufficientemente utili a rapidi spostamenti, equivaleva ad andare molto lontano dalla propria città con enormi disagi
(per capirci, ed orientativamente, basta sapere che si arriva molto più velocemente a Roma da Napoli che da Pozzuoli a Napoli); senza aggiungere che i costi della vita sono molto diversi e chi dal Sud va verso il Nord deve mettere in conto spese ben superiori rispetto a chi dal Nord venisse verso il Sud. Ciò che è ancora più assurdo è il fatto che l’algoritmo “naturalmente” non considerava il “fattore umano” e posti liberi al Sud erano stati occupati da colleghi del Nord mentre lassù accadeva l’inverso.

Joshua Madalon

…fine parte 3…. continua

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