da giovane: la sensibilità ambientalista, storica e culturale….quella politica e cinematografica – ottava parte – 4

Saluti-Da-Feltre-Porta-Castaldi-Belluno

da giovane: la sensibilità ambientalista, storica e culturale….quella politica e cinematografica – ottava parte – 4

Tra la scuola, il Partito ed il Sindacato con la passione del Cinema, tralasciato l’ambito del Teatro in modo ufficiale ma portandomi comunque dietro l’esperienza di tipo metodologico ed organizzativo da utilizzare nei rapporti sociali, ho vissuto per sette anni in quella tranquilla realtà altoveneta mentre si intravedevano gli albori della Lega Nord e in larga parte del Paese il terrorismo mieteva vittime innocenti. Il timore che anche la nostra realtà venisse colpita l’avevamo costantemente, mentre ci confrontavamo con quella parte di giovani che contestavano i percorsi della Sinistra governativa che stava definitivamente abbandonando la classe operaia e la sua stessa storia. Erano anche gli anni della piena affermazione di Comunione e Liberazione e lo scontro tra le culture laiche e quelle integraliste religiose si acutizzava soprattutto nella Scuola. Nondimeno tuttavia, pur essendo inserito in un percorso politico ideologicamente diversificato, in quegli anni avevamo accolto la testimonianza dell’impegno sociale di don Lorenzo Milani; con gli studenti delle 150 ore, in massima parte attratti dalla Sinistra sia governativa che extraparlamentare, approfondivamo il messaggio del priore di Barbiana collegato ai temi dell’eguaglianza, della dignità e della libertà. “Lettera a una professoressa” fu oggetto di attenta analisi che portarono ad una critica dei metodi scolastici fino ad allora in uso – malgrado gli esiti del Sessantotto – di cui si avvertivano i limiti. Ed allo stesso tempo i giovani adutli che frequentavano quei corsi scoprirono la realtà della disobbedienza civile leggendo “L’obbedienza non è più una virtù”. Don Lorenzo era una figura molto lontana dalla Chiesa di allora, soprattutto in quella realtà, dove “l’obbedienza” era stata da sempre considerata un valore primario (ricorderete il “Comandi!”) e la partecipazione alle guerre elemento sociale ed antropologico costitutivo del territorio stesso.
In mezzo a tutto questo “impegno” si trovava il tempo anche per rilassarsi, ma era quasi sempre nell’ambiente politico che ci si incontrava per qualche festa, quelle ufficiali e quelle “private” dove si finiva troppe volte con delle ubriacature: credo che da allora ho imparato ad essere “astemio”. Non del tutto però, anche se pubblicamente lo dichiaro per evitare malanni.
Intanto era arrivata anche Marietta: ci eravamo sposati il 14 luglio del 1977 ed abitavamo in via Mezzaterra, una strada centrale nel borgo antico di Feltre. Marietta non sapeva andare in bicicletta ed a me venne l’idea di insegnarle a guidarla: un’idea balzana che fu interpretata come un tentativo di femminicidio. Acquistai per lei una “Graziella” di quelle che si smontavano e piegate su se stesse entravano facilmente nel vano bagagli della nostra 127. La mia idea era che la inforcasse e si lasciasse andare in discesa verso Porta Castaldi, uscendo su via Roma; ma lei non accolse la proposta, considerando la sua pericolosità. E quella bicicletta è rimasta inutilizzata fino a quando non l’ha adoperata nostra figlia Lavinia che è nata nel 1984 a Firenze. Con Marietta però si facevano delle lunghe camminate su per le montagne bellunesi, mai d’inverno però! Mia moglie ha da sempre odiato la neve ed il freddo, lei che era nata proprio “sul” mare!

Joshua Madalon

….continua….

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