Una Maddalena del Terzo Millennio – parte terza

 

Foto di Agnese Morganti

 

Una Maddalena del Terzo Millennio – parte terza

E’ sera tardi. Claudio è al computer nel suo studio, tranquillo. Scrive. Ha riacceso il cellulare privato inserendo la modalità silente. Ed ha provato anche a ricomporre il numero di Laura. Lo fa lanciando soltanto due squilli.

Mentre prepara un documento lo ha sotto gli occhi davanti al monitor. Ed è così che ad un certo punto nel semibuio della stanza il piccolo schermo si illumina: c’è un messaggio. “Ci sono”, breve ma chiaro.  “Ci sono” e’ quasi mezzanotte. Tutto tace e l’ambiente è molto lontano dallo spazio notte della famiglia. Claudio tuttavia ha una forte titubanza a chiamare a quell’ora. E, poi, davvero non sa cosa dire; forse non sa come dirlo: la sua è una curiosità senile, non c’è un ardore maschile irrefrenabile e insoddisfatto. Di quella donna, peraltro, non sa nulla e si rifiuta di pensare a lei come ad una comune squillo.  Quando l’ha sentita, in quelle brevi battute, l’ha percepita come fosse una sua amica con la quale avviare un rapporto di complicità. Non più di tanto. Di lei conosce la voce molto diversa da quella di “altre” che nei contatti si sono proposte; e conosce le sue cosce (almeno lui crede siano le sue), unica parte in vendita sui banchi del sito che ha visitato.

Claudio pensa che, forse, proprio a quell’ora nel silenzio della notte in quella parte riservata della casa sia sia il tempo migliore per rompere gli indugi; anche per capire meglio chi sia Laura.

“Ciao.  Penso sia difficile che tu ti ricordi di me. Ci siamo sentiti qualche giorno fa. Eri a casa di amici”

“Sì, mi ricordo, ma…”

“Non ho potuto richiamarti prima, sono stato via alcuni giorni”

“Ah…ma allora?”

“Non ho avuto modo di pensare ad incontrarti, immagino che tu abbia inserito l’annuncio per questo, no?”

“Certamente…”

“Beh, diciamo la verità, sono molto curioso di conoscerti. Dove stai?”

“Io abito ad Agliana, ma ho un posto riservato a Lamporecchio. Quando vuoi venire?”.

Claudio, a quel punto, rompe gli indugi, aiutato anche dalla leggerezza della conversazione telefonica

“Va bene anche domattina, intorno alle 10. Sono a Prato, ci impiegherò un’ oretta, non sono un Nuvolari”

“Magnifico! Tu vieni su e quando sei a Lamporecchio mi richiami e ti do le ultime indicazioni per arrivare fino a casa mia. Hai il navigatore?”

“Sì, dai. A domattina, allora!”

Una di quelle casette a schiera utilizzate dal turismo estivo; Claudio ha ricevuto tutto in dettaglio.

Quella mattina si è alzato come sempre intorno alle 8. Ha detto alla moglie che usciva per uno dei soliti appuntamenti al Circolo e si è diretto verso Pistoia salendo sulle strade che si inerpicano lievemente sul Montalbano Ovest.

Laura così come aveva detto la notte prima, non appena lui aveva superato il cartello che indicava l’ingresso al paese, gli aveva fornito telefonicamente l’indirizzo, provando anche a descrivere bene le caratteristiche del luogo.  Claudio aveva mostrato di sapersi districare sui meccanismi tecnologici che gli davano precise indicazioni ed aveva visto su Google maps il cancello corrispondente al numero civico.

“Quando sarò fuori parcheggerò e poi ti chiamo”. Poi impostò il navigatore e gli si affidò.

fine parte terza….

 

J.M.

 

232