I CONTI NON TORNANO sesta parte (vedi 29 aprile per parte quinta)

I CONTI NON TORNANO sesta parte (vedi 29 aprile per parte quinta)

Intorno alla struttura metanarrativa ci sono molte documentazioni. In realtà, troppe volte quel che appare logico e razionale finisce per non esserlo per tutti. C’è un modo soggettivo di interpretare la realtà e non sempre i problemi possono essere affrontati accontentando tutte le posizioni. Guardando con mente fredda e lontana da quelle vicende (sono trascorsi poco più di venti anni da allora), quel che emerge è che non vennero rispettate le prescrizioni della legge sul dimensionamento da parte di chi privilegiò le “legittime” aspirazioni (ciò che è “legittimo” non sempre è “giusto”!) del Liceo “Copernico” che ormai già allora superava di un bel po’ il massimo di iscritti consentito (tra l’altro quella scuola non ha mai, fino a pochi anni fa, rispettato quei parametri, facendo diventare anche quello spazio del tutto insufficiente per il mantenimento di una offerta formativa di livello medio-alto); allo stesso tempo non venne presa in considerazione la necessità di mantenere il livello di qualità didattica e di offerta formativa del “Dagomari”, soprattutto in relazione alla incongruità degli spazi proposti in alternativa, cioè quelli dell’Istituto per Geometri “Gramsci”; si aggiunga che vennero fornite previsioni rispetto al numero degli allievi che facevano pensare ad una decrescita: erano volutamente sbagliate e la cosa fu più volte denunciata; si trattava di un “fake” costruito a bella posta per garantire che, anche se in uno spazio ridotto, il “Dagomari” avrebbe potuto esprimere le potenzialità formative migliori.
Nella parte qui sotto riportata (l’introduzione) si parla di un’indagine statistica (è quella di cui scrivo io qui sopra): si aggiunga che ci si riferisce alle quote piccole relative al bacino di utenza, riferite alle due Province di Firenze e Pistoia. Ebbene, la maggior parte di quelle presenze affluivano al Dagomari per comodità logistica: alla Stazione Centrale proprio davanti alla sede dello storico Istituto Commerciale di viale Borgovalsugana arrivavano da Pistoia con il treno e dal Mugello con le corriere tantissimi studenti (agli “studiosi” pagati con soldi pubblici per valutare le reali condizioni questi dati “evidentemente” non furono forniti o – forse – non furono da essi tenuti in considerazione).
Il primo documento (non utilizzerò criterio cronologico) è del Preside del Copernico di allora, il prof. Enio Lucherini. Come amico di allora, e di ora, ritengo che portasse in evidenza con assoluta onestà e coerenza la posizione di parte: intendo dire che furono le scelte politiche ed amministrative a porci in contrapposizione in quel tempo.

Dovendo ridurre, eliminerò alcune parti; riporterò in corsivo le parti ufficiali.

Il Liceo Scientifico N. Copernico è insediato nel territorio pratese dal 1968, e da subito in debito di una sistemazione immobiliare adeguata alla sua attività, è stato oggetto del piano di riorganizzazione e ottimizzazione, così come tutti e dieci gli altri Istituti.
Al tavolo di lavoro messo in piedi per questa finalità hanno partecipato tutti i Presidi ….. compresa la Preside del Dagomari…..Era presente altresì il Provveditore….Presiedeva l’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Prato. Il lavoro della Commissione era stato preceduto da due indagini preliminari: una statistica sul bacino di utenza delle singole scuole pratesi ed una architettonica sulla capienza e funzionalità dei singoli edifici scolastici di proprietà della Provincia.
Dal primo documento si evinceva che tutti gli Istituti hanno un bacino di utenza che raccoglie iscritti nell’ambito dell’intera Provincia di Prato e, per quote piccole, anche di altre Province (Firenze e Pistoia).
Dal secondo documento fatto elaborare dalla Provincia si evinceva che il contenitore scolastico attualmente in uso all’Ist. Dagomari è…a causa del numero degli iscritti, sottoutilizzato…..

Nel prossimo post, porterò i dati per contestare tale elaborazione in tutto e per tutto, tanto che – a rileggere quei dati ora dopo venti anni – c’è un ragionevole dubbio sulle capacità professionali di quei tecnici, a meno che – male informati – abbiano commesso un errore veniale, non peritandosi di verificare sul terreno diretto quei dati.

…6…

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