La scuola al tempo del governo Berlusconi (vedi 30 aprile 2020 per prima parte)

Berlusconi
La scuola al tempo del governo Berlusconi (vedi 30 aprile 2020 per prima parte)

– Un mio intervento sui temi della scuola 1994 (ero responsabile della Commissione Scuola e Cultura del PDS a Prato) – seconda parte
E’ un tempo questo, di cui tratto nell’intervento, in cui è in atto una vera e propria trasformazione del quadro politico nazionale –abbiamo governi “quadripartiti” (Giuliano Amato dal 28 giugno 92 al 29 aprile 93) e di unità nazionale (Carlo Azeglio Ciampi 29 aprile 93 – 11 maggio 1994) seguito dal primo Governo Berlusconi che durerà 9 mesi fino al 17 gennaio 1995

Un mese fa, poi, dinanzi ad una serie di proposte di disegni di legge (Lega Nord – PDS –PPI) sullo stesso tema ma con visioni, anche se non in modo molto accentuato, diversificate, in Commissione al Senato si è arrivati alla decisione di far accompagnare il decreto da un disegno di legge che fa propri alcuni passaggi dei diversi disegni di legge presentati dalle forza politiche.
Qualche giorno fa, poi il Ministero ha inviato alle scuole una “ordinanza” che regola, in attesa dell’approvazione del disegno di legge, tutta la materia per l’anno scolastico in corso. Notevoli saranno i problemi organizzativi, a partire dalla necessità di stipulare convenzioni con gli Enti locali per l’accesso alle mense e con le ditte di trasporti per consentire agli allievi rientri articolati; per andare poi alle questioni relative all’orario da organizzare, sia di mattina che di pomeriggio, in quanto una parte delle ore a disposizione di mattina potrebbero essere utilizzate di pomeriggio, e nella strutturazione degli orari pomeridiani occorrerà tener conto degli allievi che non avranno da recuperare tutti le stesse materie e lo stesso numero di materie. Viene inoltre meno anche il progetto di eliminare le lezioni private, in quanto c’è sempre la possibilità di ricorrere, per evitare i disagi di cui sopra, ad esse. Un’ulteriore “spada di Damocle” pende sulla testa degli allievi: infatti in quasi tutte le scuole l’ora di lezione attualmente è di 50 minuti. Sembra che per risparmiare si vogliano utilizzare i minuti, che il docente praticamente risparmia, per i corsi di recupero. Con il risultato quasi certo che, poiché la scelta di portare l’ora di lezione a 50 minuti è stata ritenuta praticamente “necessaria”, i docenti chiederanno, piuttosto che essere impiegati gratuitamente nei corsi di recupero, di ricondurre l’ora di lezione a 60 minuti. Cosa accadrà? Gli allievi finiranno spesso le lezioni antimeridiane intorno alle 15.00 e, se necessario, frequenteranno corsi di recupero fino alle 18.00; senza parlare dei corsi serali che potrebbero andare anche oltre le 24.00. per ora questa ipotesi è solo ventilata, ma non è impossibile che venga concretizzata!
Nella proposta di abolizione degli esami di riparazione e di sostituzione dei corsi integrativi non si tiene inoltre conto della situazione scolastica di vaste aree del Paese con aule e strutture fatiscenti e con doppi e tripli turni: insomma, come al solito, si parte dalla vetta senza aver costruito le basi!

Passiamo al secondo punto, quello relativo agli esami di maturità
b) Quanto agli esami di maturità, non si tratta per adesso di una loro “riforma”. C’è soltanto un articolo della Finanziaria che prevede per questo anno scolastico la nomina di Presidenti e Commissari a livello strettamente locale, stabilendone diarie ed indennità di missione. Non c’è nulla che riguardi lo svolgimento tecnico dell’Esame, per cui sotto questo aspetto sarà più o meno come negli ultimi venticinque anni. Su questo, se c’è da protestare, è proprio per l’assenza di una vera e propria proposta di Riforma.

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