I CONTI NON TORNANO nona parte

I conti non tornano

I CONTI NON TORNANO parte 9 per parte 8 vedi 24 maggio

Quest’ultima ipotesi fu accolta a maggioranza. Ovviamente in barba al rispetto di quel “principio di programmare il dimensionamento ottimale degli Istituti” richiamato come elemento fondamentale da rispettare nel “Rapporto” (minimo 550-massimo 900 allievi iscritti): il Copernico aveva già nel 1998 un numero molto alto di iscritti (1127) e i suoi dirigenti non avrebbero dovuto – e potuto – essere contrari sic et simpliciter a “tagli … di classi” semmai a favore di altri Istituti simili (a Prato già allora i Licei scientifici erano già tre, oltre al Copernico) oppure alla ripresa del nuovo anno avrebbero potuto non accogliere tutte le domande di iscrizione. Giusto per essere precisi, nel corso degli anni successivi per quasi un ventennio gli iscritti a quel Liceo non sono stati contingentati e l’edificio non è stato molto presto più in grado di ospitare adeguatamente tutti gli studenti. La “scelta” si è rivelata, anche dal punto di vista economico un cattivo affare. Da qui il titolo “I CONTI NON TORNANO”.
Poichè ho parlato di documenti ed ho riportato alcuni passi dal “Rapporto circostanziato…” redatto dal Preside del Liceo Copernico in quel periodo (siamo alla fine del secolo scorso ed il documento porta la data del 2 aprile 1999), passo a commentare il “Quadro riepilogativo iscritti agli istituti secondari superiori del periodo 1991/92 – 1998/99”. Già allora, quando fu presentato con la volontà di voler rendere chiaro ciò che non poteva esserlo, lo contestammo, utilizzando se non altro nostre personali constatazioni che però faticarono ad essere prese in considerazione vista la strumentalità della strutturazione di quei dati così “ufficiali”. Negli anni 1990-1998 la presenza della comunità cinese cominciò ad essere sempre più rilevante e la Riforma Berlinguer del 1996 aveva allungato l’obbligo scolastico da 8 a 10 anni, prevedendo così di portare a tre anni la frequenza obbligatoria nel ciclo di scuola media superiore. Allo stesso tempo un afflusso di nuove richieste proprio da parte dei figli degli extracomuntari si andò presentando soprattutto, anche se non solo, alle porte di istituti come il Dagomari. Questo era già possibile prevederlo, ma – come ho scritto – non lo si volle prendere in considerazione. Tutt’altro: l’indicazione era che il Dagomari pure in una struttura inadeguata per spazi non avrebbe avuto problemi perché destinato, secondo politici, amministratori e tecnici della Provincia, a toccare i limiti bassi del dimensionamento ottimale.
In quel “Quadro” si prendeva solo in considerazione lo “stato delle cose”. Dal quale si rilevava che a Prato vi erano tre istituti scolastici che avevano un surplus di iscritti nel 1998: il “Datini” un professionale commerciale, il “Buzzi” scuola storica per il “tessile” ed il Liceo Scientifico “Copernico”. I primi due Istituti avevano una loro particolare unicità e potevano – in virtù di questa essenza – mantenere la loro integrità; diversamente il Copernico non era l’unico Scientifico – a Prato ve ne erano altri tre: il “Livi”, il “Cicognini” di Piazza del Collegio ed il San Niccolò. Quest’ultimo era “parificato” ed aveva in questo la garanzia di poter essere escluso da qualsiasi intervento esterno; erano “statali” sia lo Scientifico annesso al Convitto (solo questa parte aveva uno “status” diverso che lo avvicinava al “privato”) sia il “Livi” e quest’ultimo navigava nelle acque basse del dimensionamento ottimale (nel 1998 aveva 541 iscritti).
in un prossimo post commenterò il “Quadro riepilogativo residenti 14-18 anni e iscritti agli istituti secondari superiori”. Molto interessanti sono ancor più adesso a venti anni di distanza le parti previsionali.

….fine parte 9