La scuola al tempo del Governo Berlusconi – quinta parte (per quarta parte vedi 1 Giugno)

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La scuola al tempo del Governo Berlusconi – quinta parte (per quarta parte vedi 1 Giugno)

– Un mio intervento sui temi della scuola 1994 (ero responsabile della Commissione Scuola e Cultura del PDS a Prato) – terza parte
E’ un tempo questo, di cui tratto nell’intervento, in cui è in atto una vera e propria trasformazione del quadro politico nazionale –abbiamo governi “quadripartiti” (Giuliano Amato dal 28 giugno 92 al 29 aprile 93) e di unità nazionale (Carlo Azeglio Ciampi 29 aprile 93 – 11 maggio 1994) seguito dal primo Governo Berlusconi che durerà 9 mesi fino al 17 gennaio 1995

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Sembra che questi argomenti non facciano parte dell’universo-scuola, dell’universo-giovani. Gli allievi, cioè, appaiono ormai sempre più vittime del distacco che in questi anni si è andato formando fra la scuola e la realtà ad essa immediatamente esterna ed inoltre è evidente sempre più il venir meno dell’apporto educativo della famiglia e del ruolo dei docenti.
C’è un elemento positivo, quest’anno, che è dato da un fattore negativo: si tratta di una consapevolezza da parte degli studenti dei propri limiti, temperata lievemente da una richiesta giusta di autonomia, importante, a mio parere, per la loro crescita e maturazione. A Prato c’è stato un movimento, nella seconda parte del mese di ottobre, che io giudico molto positivamente. Rispetto agli altri anni c’è stato meno folklore e più concretezza, e questo già da solo basterebbe a giustificare un giudizio positivo. Ci sono stati degli incontri con forze politiche e sindacali; gli studenti hanno cercato di sapere, di capire, di imparare, hanno discusso con gli altri studenti e fra di loro, sono nati dei coordinamenti, potrebbero profilarsi anche dei soggetti politici nuovi da prendere in considerazione. Qualcuno si sofferma a prendere troppo in considerazione solo quel che sta accadendo nel resto d’Italia, a partire dalla stessa vicina Firenze: se sarà necessario, gli studenti scenderanno in piazza, come già hanno deciso di fare con la fiaccolata del 24 novembre. Non si può misurare il grado di sensibilità degli studenti dalle loro proteste plateali, pittoresche: è molto importante ricordare a tutti noi come il voto giovanile a Prato per i Progressisti nelle ultime elezioni Politiche sia stato del 50 % circa, lo dico anche per confermare gli apprezzamenti positivi che ho già rivolto loro.
Un problema gravissimo che non avevo tuttavia dimenticato è quello della parità fra scuola pubblica e privata. Un documento sottoscritto da molte personalità, fra le quali spicca Vittorio Campione, responsabile per la scuola del PDS nazionale, ha posto l’accento su questo problema in maniera insolitamente tempestiva (era ora!), scatenando un dibattito non sempre civile. Su questo tema occorre un supplemento di approfondimento: mi limito a dire che ritengo necessario discuterne per evitare che le scelte, pur fossero esse a favore di una parità, non prevedano la configurazione di standard non solo formativi (dal reclutamento alle garanzie di rispetto del pluralismo e della democrazia nella circolazione delle idee), che possano garantire in ogni caso una formazione non diversificata.
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