UCCA 1985 – PROGETTO DI ATTIVITA’ dell’ UCCA Prato Firenze martedì 23 aprile 1985 – quarta parte (per la terza parte vedi 4 giugno)
Quanto ad ARCI Media credo che occorrerebbe andare ad un dibattito culturale interno più ampio possibile per evitare di disperdere il bagaglio di esperienze accumulato e soprattutto per garantire una continuità nell’attività centrale e decentrata, laddove questa ha avuto un ruolo positivo nel coordinamento nell’ambito dei “media”, e riuscire ad utilizzare al meglio le forze individuali che hanno contribuito alla creazione ed al successo di questa struttura sul piano dell’organizzazione culturale, attraverso le sue proposte.
Sul piano dell’informazione squisitamente culturale è importante organizzare altresì un giro di notizie ad uso interno sull’attività dei Territoriali nel settore cinema e video ed è giusto che siano sensibilizzati gli stessi Comitati ad operare in tal senso (qualcuno già lo fa), così come sembra opportuno procedere ad un inventario, anche se a partecipazione volontaria ed anche questo ad uso interno, del materiale audiovisivo disponibile nell’ambito dell’Associazione e fra i nostri associati, allo scopo di utilizzarlo in iniziative di studio. E’ inoltre di estrema importanza andare ad una precisazione di rapporti con l’Ufficio Cinema del Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Toscana, cercando di capire in maniera più precisa quali siano gli orientamenti e le linee che saranno attuate all’indomani della Conferenza Regionale e a questo punto formulando nostre proposte in merito agli interventi in materia di circuito d’essai e di mini multi sale. Così anche con la Mediateca Regionale occorrerà far pesare la nostra forza di Associazione maggiormente presente sul territorio, aprendo un rapporto su basi nuove nel quale le nostre scelte siano maggiormente prese in considerazione ed offrendo noi un contributo alla soluzione di alcune apparenti ambiguità di fondo presenti nell’attuale politica culturale della Mediateca, rivendicando un più forte e costante confronto con l’Associazionismo sulle scelte, che fino a questo momento sembrano escluderlo ed anche, in qualche caso, mortificarlo.
Ma passiamo al “programma” di attività culturali nel corso della cui esposizione ritorneremo di volta in volta a sottolineare anche quelle linee di politica culturale necessarie alla conduzione dell’Unione. Si è pensato di dividere il programma in quattro punti:
a) Alfabetizzazione e formazione;
b) Rassegne;
c) Convegno sale video;
d) Strutture
a) Il problema dell’alfabetizzazione e della formazione è di primaria importanza, innanzitutto perchè in questo settore noi siamo ancora troppo scoperti ed occorre invece investire soprattutto per il futuro. La scuola, prima di tutto, ma poi anche altri settori della società, nell’ambito dei progetti di educazione permanente, devono essere i nostri principali potenziali fruitori; dovremo perciò presentare delle proposte alle istituzioni scolastiche (istituti, distretti, provveditorati) ed agli Enti locali attraverso tutti i nostri Comitati Territoriali “in primo luogo”, ai quali andrà affidata la loro organizzazione definitiva, a meno che non sia utile agire diversamente, ma sempre in accordo con i dirigenti locali. Nel corso delle mie visite ai Comitati ho potuto verificare che intorno a questo settore permangono pigrizie e disinteresse, soprattutto incapacità e scarsa fiducia, una sottovalutazione, verso questo tipo di attività, e la maggior parte dei Comitati vi è intervenuta episodicamente con programmazioni su richiesta (cioè una serie di film chiesti espressamente da qualche volenteroso maestro o docente senza un nostro specifico apporto culturale, senza un nostro preciso progetto).
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