PACE E DIRITTI UMANI XVII 17 per la XVI vedi 7 giugno

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PACE E DIRITTI UMANI
XVII 17 per la XVI vedi 7 giugno

prosegue l’intervento della professoressa Agostini:

Cioè la cosa su cui vorrei che tutti noi riflettessimo è, per esempio, l’importanza della circolazione di questa idea e mi ha colpito moltissimo il fatto che questo libro, tradotto in francese, viene poi ritradotto in italiano. E’ una cosa incredibile questa, cioè arrivano questi prodotti dopo un secolo e mezzo di grande lavorio, perché i giansenisti in Francia avevano iniziato a mettere in discussione certi sillogismi fin dal 1600. Pensate che Pistoia, per esempio, era la sede di un famoso collegio vescovile, dove i giansenisti avevano con Monsignor Scipione dei Ricci, un “covo”, tra virgolette come si dice noi alla Toscana, un po’ come dire “scomodo” per il potere un po’ scomodo anche per Leopoldo che pure non era nel novero dei sovrani così retrogradi, come abbiamo visto, e quel collegio ha dato anche le gambe o perlomeno qualche stampella, diciamo, a certe idee dei filosofi del ‘700. Allora perché riflettere sulla circolazione delle idee? Secondo me è molto importante perchè, lo diceva prima l’Assessore Gerardina Cardillo, niente è dato per scontato, cioè gli equilibri sono in continuo movimento, si rimettono e si riassestano in continuazione; quindi ciò che abbiamo conquistato non è detto che se non vigiliamo e non stiamo attenti riusciamo a prtarcelo a casa. Anzi sono tempi abbastanza strani questi, in cui magari in Italia non è che si fanno delle campagne molto seguite sul ripristino della pena di morte, ci mancherebbe altro, però accanto a quella ci sono ancora sicuramente, lo rammentava prima l’Assessore, certi diritti sanciti dalla Costituzione che probabilmente ancora sono come i programmi del ’79 della scuola, tanto belli ma mai realizzati compiutamente. Allora a me quello di stasera sembra un momento molto importante perché la Scuola, le Circoscrizioni, gli esperti, la politica, perché si può fare buona Politica, svolgano un ruolo positivo. Noi oggi al di là del fatto di una riflessione profonda sulla pena di morte che è un fatto di civiltà che in qualche modo nobilita la nostra storia, dobbiamo riflettere anche sul perché a volte siamo tentati di vivere molto per noi stessi in maniera abbastanza egoistica abbastanza individualista, mentre invece bisogna uscire dall’isolamento e riflettere in modo collettivo. Si può fare della politica buona, ecco, e si fa della politica buona anche in questo modo, cioè portando in qualche modo i ragazzi fuori dall’aula per sconfiggere la routine, mettendo di fronte all’attenzione di tutti un tema come questo e cercando di costruire intorno a questo tema non tanto o soltanto la cronaca, ci pensano i mass media a fare questo, ma una riflessione profonda, perché si corre troppo e si riflette poco. La scuola molto spesso, nonostante la bravura degli insegnanti, nonostante la buona volontà, perché io tutto sommato non penso che questa generazione sia la peggiore ditutte,anzi, voglio dire che è una generazione con gli occhi aperti e che riflette, la scuola, come dicevo, dovrebbe essere un luogo molto più aperto; però a volte la routine ci sconfigge, si preferisce di più stare in classe a leggere una pagina di un libro di storia: questo a volte va bene ma non sempre ci si concentra nel modo giusto, è proprio il caso di dirlo.

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