PERCHE’ “I CONTI NON TORNA(VA)NO” (sulla “SCUOLA” di ieri e quella di oggi)

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PERCHE’ “I CONTI NON TORNA(VA)NO” (sulla “SCUOLA” di ieri e quella di oggi)

domani ritorna la parte 10 de “I CONTI NON TORNANO”

Avevo avviato su questo Blog a trascrivere e scrivere in forma di “racconto morale” un resoconto di quel che accadde alla fine del secondo millennio in quel di Prato. Lo avevo fatto dal 2016, dopo essere andato in pensione e dopo aver fatto decantare quella parte di irruenza che aveva caratterizzato la mia ( e quella di tante altre persone come me ) esperienza poltica e professionale, che nel caso in oggetto si riunivano in una sola ed unica. Avevo conservato molti materiali e li avevo riposti in una corposa e trasbordante cartella verde in una parte nascosta del ripostiglio. Sopra la copertina c’è scritto “Dimensionamento Dagomari”. Dentro ci sono tutti i materiali che possono ricostruire quel che avvenne. Come dicevo, poichè “I conti non torna(va)no”, aspettavo che fosse – a mio parere – maturo il tempo per riprenderli in mano e riportarli alla luce. Sembrava facile, ma non era così. Anche perchè il passare del tempo aveva accentuato il mio convincimento che in quell’occasione fosse stato inferto uno sgarbo verso uno dei più importanti istituti scolastici pratesi, il “Dagomari”, a vantaggio di un altro che in linea di massima era dello stesso valore, ma che avrebbe potuto (e forse dovuto) avere un trattamento addirittura migliore senza metterlo in concorrenza ( e porre in contrapposizione i loro fruitori appartenenti alle diverse componenti ).
Come dicevo, ho avviato nel 2016, con un post del 10 settembre, raccontando quel che accadde, utilizzando una forma di metanarrazione. In quel tempo ero docente di materie letterarie in quell’Istituto (il “Dagomari”), ero stato eletto consigliere comunale con il PDS nella prima Giunta Mattei con un alto numero di voti (terzo dopo Roberto Rosati e Yuri Chechi), ero responsabile della Commissione Scuola e Cultura della Federazione PDS di Prato: una serie di ruoli che mi coinvolgevano molto in modo diretto sulla questione “Dimensionamento” quanto al destino della mia scuola, all’interno di un ragionamento politico che coinvolse tutti i partecipanti della Commissione politica (ivi compresi quelli che ricoprivano incarichi amministrativi).
Essendo tuttavia trascorso molto tempo dai fatti (1998-2000) e dallo stesso avvio di una trascrizione non solo metanarrativa ho ravvisato l’esigenza di spiegare nuovamente il “senso” di questi miei post.
La sequenza di eventi drammatici connessi ai fenomeni pandemici del Covid19 ha posto in evidenza ulteriormente gli errori macroscopici commessi negli ultimi decenni, di cui quelli connessi alla “storia narrata e documentata” sono evidenti avvisaglie.
In questi giorni, durante i quali si chudono le operazioni scolastiche – con gli Esami di Stato – e si svolgono in modo più urgente i dibattiti su come riaprire nel prossimo settembre, sarebbe bene avere in mente quali siano stati gli errori che hanno inferto colpi mortali alla Scuola (sovraffollamento, ambienti inidonei, obsolescenza delle tecnologie, esaltazione della burocratizzazione del lavoro docente, inadeguamento didattico: solo per menzionarne alcuni così come mi vengono in mente ex abrupto). In realtà sono questi i problemi più gravi cui far fronte e non possono essere delegat le soluzioni – se non nel tempo ristretto dell’emergenza – ai Dirigenti scolastici.
Dunque, nel procedere a strutturare i “ricordi” nel recupero della “memoria” (che è una delle mie “mission” dichiarate espressamente in alcuni post), qui dispongo una ssrie di post dal titolo “I conti non tornano”. Non torna(va)no allora e questi altri conti, a noi contemporanei, sono qui a spiegare perché mai, oltre ai temi della Sanità (pubblica vs privata) e dell’Economia (pubblica vs privata) abbiamo da valorizzare innanzitutto la parte “pubblica” della Scuola.

Joshua Madalon