PERCHE’ LA SINISTRA SI DIVIDE? UN APPELLO ALL’UNITA’ (DELLE SINISTRE)

img-20191207-wa0005

PERCHE’ LA SINISTRA SI DIVIDE? UN APPELLO ALL’UNITA’ (DELLE SINISTRE)

In primo luogo perché alla fine dei conti, dopo una Storia lunga più di settanta anni la maggioranza di chi si dice di Sinistra non fa “politiche di Sinistra”. Ha acquisito il “peggio” della Prima Repubblica, ereditandolo dagli ultimi epigoni di essa, che pur andavano affermando di rappresentare la Sinistra, pur in quell’accezione che era un riconoscimento della propria inautenticità, il Centrosinistra. Indubbiamente chi voleva occupare quella posizione avrebbe dovuto gestirne la doppiezza, ed in questi ruoli si ritrovarono a proprio agio personaggi di indubbio valore politico, come Andreotti e Craxi.
In questi giorni, sciaguratamente pre elettorali per una scelta davvero irresponsabile di tutto l’arco dei Partiti, ciascuno dei quali presume di poterla avere vinta, incuranti delle tragedie umane attuali ed annunciate cui dovrebbero prioritariamente fornire risposte, in molte Regioni già impazza la campagna elettorale.
Parliamo della Toscana? In questa Regione il maggiore Partito del Centrosinistra (leggere quel che scrivo sopra per confermare il mio giudizio) ha scelto molto prima che scoppiasse il Covid19 il proprio candidato con un mandato ben delineato e indisponibile ad un’apertura a quella parte cui, in quota, riterrebbe di poter appartenere. Ma la stessa scelta così netta e decisa in segrete stanze, sia del candidato che del Programma, ponendo seri dubbi sulla volontà di un confronto (che c’è stato ma in forma unilaterale si è chiuso così come si voleva che fosse), sta ad indicare la volontà di emarginare le Sinistre, contando poi in ultima analisi di sospingere ad un voto “utile”(!?!per chi?) una parte degli elettori, tenuti sotto il ricatto morale di doversi sentire nell’eventualità della vittoria leghista (che sarebbe una sciagura – ma che sia così lo dovrebbero ben sapere anche questi signoroni del PD!), diretti ed assoluti responsabili di quella débacle.
A Sinistra c’è da tempo una formazione che si è distinta già nella legislatura che si chiude ed è SI TOSCANA A SINISTRA con un candidato storico alla Presidenza, Tommaso Fattori. C’è poi SINISTRA ITALIANA che ha perduto del tempo a rincorrere il candidato del PD, senza però avere il conforto della base, i cui ragionamenti probabilmente sono gli stessi che ora io sto formulando. Al di fuori di questi c’è una galassia indistinta con formazioni che vantano solo un pallido pedigree, come Rifondazione Comunista o il “Partito Comunista”. Sembra che vi sia qualcosa di nuovo nell’aria e qui non ne voglio far parola. Tuttavia intendo rilevare come sia necessario lo sforzo unitario da parte dei candidati che rappresentano la Sinistra. In un post recente ho detto la mia (che è tuttavia poco originale, ma l’ho detta per non sentirmelo chiedere ogni volta: cos’è la Sinistra?) e non intendo ripetermi. Trovo molto ambigua la scelta dei residui dell’esperienza di LeU che hanno ben pensato di scendere a fianco di Giani: buon viaggio. E, ad ogni modo, quando parlo di “unità delle Sinistre” ovviamente parlo di un progetto comune alternativo al quale potrebbero contribuire, ripartendo da zero, facendo punto e a capo, anche quelle parti di PD e di ex LeU, che faticano a scrollarsi di dosso i residui renziani.

Joshua Madalon