I CONTI NON TORNANO 11 – per la 10 vedi 27 giugno

I CONTI NON TORNANO 11 – per la 10 vedi 27 giugno

11. In questo post commenterò il “Quadro riepilogativo residenti 14-18 anni e iscritti agli istituti secondari superiori”. Molto interessanti sono ancor più adesso a venti anni di distanza le parti previsionali.
Eravamo alla fine degli anni Novanta: alla fine del XX secolo. A pensarci adesso, sono ancor più convinto che le scelte che furono fatte allora sulle scuole medie superiori di secondo grado a Prato fossero sbagliate in ogni senso.
Le previsioni su cui si basarono erano errate. Noi lo dicemmo ma non vollero ascoltarci o di certo non vollero accogliere quelle che erano posizioni assolutamente contrarie alle scelte che si profilavano, considerate in ogni caso anche controtendenti rispetto alla legislazione cui si diceva di volersi riferire, quella del dimensionamento ottimale. Le previsioni parlavano di un calo complessivo di studenti sulla base di un calo di residenti nella fascia 14 – 18 anni che non era credibile. In quegli anni molte famiglie cinesi si erano trasferite sia da altre città italiane sia dal loro Paese e quindi andavano accrescendo il numero dei richiedenti servizio scolastico; inoltre era già partita la Riforma Berlinguer che avrebbe portato l’obbligo di frequenza per tutti fino ai primi tre anni delle superiori di secondo grado ed allo stesso tempo era diffusamente sentita l’esigenza di abbattere i livelli altissimi (in modo particolare in realtà come quella di Prato) di dispersione ed abbandono. Su questi ultimi aggiungerò dei dat in un successivo post.
I nostri esperti (!) avevano invece previsto che dal 1991 la popolazione scolastica residente della fascia 14 -18 che contava 14.312 unità sarebbe passata in fase progressivamente calante fino a 9857 nell’anno 2003. In realtà i dati cui ci si riferiva per gli anni dal 1991 al 1998 apparivano (ma non sono certo che lo fossero davvero) calanti fino a 10656. Per gli anni successivi si procedeva per tendenza. Allo stesso tempo i dati dei totali degli iscritti per anno andavano dai 8862 del 1991 agli 8328 del 1998. Su questo dato non venivano fatte previsioni per le annate successive. Molta attenzione avrebbero dovuto fare in realtà sui dati del tasso di scolarità che, come dicevo prima, era stato da sempre molto basso, a livelli di aree depresse. Questo era però in lieve aumento lineare e progressivo dal 61,9 % del 1991 al 78,2 % del 1998. In un successivo grafico veniva mantenuta la progressione del tasso di scolarità fino al 2003 mentre il totale degli iscritti dal 1999 al 2003 sarebbe passato da 8259 a 8047, la qual cosa per tutto quello che cominciava ad essere prevedibile appariva come una forzatura, che tra l’altro decretava indirettamente che alcune scuola non avrebbero avuto un incremento numerico, forse per un appeal sempre meno positivo, ed altre invece, dotate di appeal super positivo, sarebbero invece cresciute. Indubbiamente, se tu releghi in uno spazio ridotto un Istituto che non riesce a fornire in modo adeguato la sua offerta formativa ne disegni il destino in una direzione calante; diversamente quell’Istituto che si ritrova ad avere molti spazi in più, è destinato a crescere. Per dimostrare che invece il Dagomari non avrebbe avuto problemi si costruì un’altra tabella davvero incredibile per la fantasia che i cosiddetti “esperti” profusero nell’impostarla.
Su questa ed altro parleremo nel prossimo post.

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