Parte 8 LA SCUOLA AL TEMPO DI BERLUSCONI per la parte 7 vedi 19 luglio

Parte 8 LA SCUOLA AL TEMPO DI BERLUSCONI per la parte 7 vedi 19 luglio

Quale responsabile della Commissione Scuola e Cultura del PDS (Partito Democratico della Sinistra) Federazione di Prato scrissi al compagno Vincenzo Magni che nella Direzione Nazionale si occupava dei temi scolastici. La lettera è del 1 febbraio 1993 protocollata 29/3
“Caro Vincenzo, ti spedisco alcuni dati sulla dispersione scolastica nelle scuole medie superiori della città di Prato. Sono riferiti ad un quinquennio (1987/88 – 1991/1992) e ad un anno (1991/92) per quel che riguarda la prima classe (numero iscritti – numero promossi alle due sessioni). A prima vista, siamo molto al di sopra delle percentuali nazionali. Nei prossimi giorni ci incontreremo per una riflessione più appropriata. Ti terremo al corrente. Ciao. Giuseppe Maddaluno
Il tabulato che avevamo approntato cui si fa riferimento fu pubblicato da “Il Tirreno” Cronaca di Prato da Fabio Barni in data 29 gennaio 1993 e qui sotto ne riporto il riquadro generale dell’articolo e quello particolare con alcune correzioni (mie) a mano perchè evidentemente non erano pervenute alla redazione.
Manca nella foto dei tabulati riportata dall’articolo il raffronto tra la media nazionale della dispersione (38,75) e quella pratese (51,75) relativamente al quinquennio.
I dati più preoccupanti erano riferiti agli Istituti tecnici professionali come l’IPSIA “Marconi” (52,69%), e l’ITG “Gramsci” (42,2%); al terzo posto della non lusinghiera classifica c’era l’ITIS “Buzzi” (38,59%). Ad ogni modo i dati li potete leggere in modo diretto.
Tuttavia riporto il testo dell’articolo menzionato a firma di Fabio Barni:
“Il PDS fa scattare l’allarme. I dati sulla dispersione scolastica a Prato, superano di gran lunga la media nazionale. Oltre la metà degli studenti degli istituti medi superiori pratesi non conclude il ciclo di studi in cinque anni, mentre nel resto d’Italia, considerate le aree geografiche in cui il fenomeno è allarmante, la media è del 38 per cento. In città, insomma, c’è il tredici per cento di possibilità in più che altrove di vedersi respinti o di abbandonare la scuola. Un dato davvero preoccupante, che spinge il partito della Quercia ad aprire una discussione tesa ad approfondire aspetti e motivi del fenomeno. Le cifre, fornite dall’Assessorato alla pubblica istruzione, appaiono ancora più gravi in relazione agli istituti tecnici o professionali. Basti pensare che al “Marconi” soltanto un allievo su cinque porta a compimento il proprio ciclo di studi entro il quinquennio. Pur considerando chi opta per oncludere nel triennio, il dato è davvero allarmante. E non va meglio presso gli istituti tecnici commerciali o la scuola per geometri. Al “Dagomari” chi giunge senza problemi al quinto anno, fa parte di un ristretto 34 per cento, mentre al “Gramsci” la cifra si aggira sul 43% e al Buzzi si attesta intorno al 50%.. Non disponibili i dati relativi al “Keynes”* e al Liceo Classico “Cicognini**, la situazione appare migliore nelle due scuole superiori ad indirizzo scientifico…..
*Nota del redattore 2020: alcuni dati sono presenti redatti a mano per la parte di dispersione relativamente al pimo anno 1991/92 con un 23% significativo ricavato dagli iscritti nelle classi prime raffrontati ai promossi alle seconde
**come sopra: gli alunni iscritti alle prime classi 1987/88 erano 112 – gli alunni maturati nel 1991/92 erano 77 ed il tasso di dispersione è del 31,25
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