26 ottobre I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 16 (per la parte 15 vedi 6 ottobre)

I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 16 (per la parte 15 vedi 6 ottobre)

Il dimensionamento è uno strumento che tende a delineare la scuola del nostro futuro, partendo da quella che c’è, determinando sulla base di precise indicazioni quale scuola possa ottenere l’autonomia, che vuol dire praticamente quale scuola può continuare a funzionare così com’è oppure in quale altro modo lo debba o lo possa fare, cioè quanti allievi, quali corsi, quali profili professionali, quali ordinamenti possono essere idonei a migliorare su questo territorio l’offerta formativa.

Per fare tutto questo non basta ascoltare i presidi manager ed il Provveditore; si ascoltano anche le Associazioni, i Sindacati, le forze politiche, i genitori, gli studenti, i docenti.

Risulta a tutti che siano stati ascoltati proprio tutti, anche se qualcuno inevitabilmente potrebbe dire “IO NO”.

Ma poi cosa succede?

Le decisioni, almeno quelle che conosciamo fino ad oggi, si prendono ai tavoli ristretti, sulla testa degli altri; dei quali peraltro nessuno sa cosa abbiano suggerito agli Assessori, mentre si sa bene che cosa è scritto nei diversi documenti redatti, che sono tutti in netto contrasto ed in forte dissenso con le scelte evidenziate in numerosi incontri pubblici.

Il CGD, i Sindacati, il Cons.Scol.Prov.le, molti Collegi Docenti, Assemblee Studentesche ed Associazioni Genitori hanno espresso forti perplessità su questo Piano, lo hanno bollato perlomeno come “irrazionale”. Quello che sorprende non poco alcuni di noi è tuttavia l’aver saputo che l’Assessore Cardillo abbia riferito alla sua maggioranza in Provincia che tutto fila liscio, che è pronto il Piano, che tutti sono d’accordo. Di più: ci fa sapere che la Segretaria della Camera del Lavoro di Prato si è scusata con un fax diretto a lei per la sua inopportuna presenza all’Assemblea Sindacale indetta dagli insegnanti del “Dagomari” e che il suo intervento in quell’Assemblea non fu neanche apprezzato. Niente di più falso: chi è intervenuto in quell’Assemblea aveva la possibilità, come è ovvio, di non farlo e comunque di dire espressamente come la pensava. I sindacalisti presenti, più di cinque in rappresentanza di diverse organizzazioni, convennero invece senza mezzi termini, senza le circonlocuzioni tipiche di chi fa politica all’Azzeccagarbugli, che si trattava di un piano (utilizzo un termine manzoniano) “scellerato” che non poteva essere realizzato così. E’ comprensibile poi che un Segretario della Camera del Lavoro possa avere qualche imbarazzo allorquando si parla di questioni in particolare; ma vi assicuro che quell’Assemblea assumeva a suo carico la questione intera del Piano con alcune ovvie sottolineature, fra le quali la bocciatura del cosiddetto Polo Tecnico.
A proposito del quale ero come tanti perplesso, così come sono perplesso sulla “retromarcia” innestata precipitosamente. Se davvero l’idea del Polo Tecnico è stata abbandonata, occorre allo stesso tempo abbandonare l’idea di far forzatamente traslocare in quella zona il “Dagomari”.

E già! Il “Dagomari”. Parlo del “Dagomari”: come eletto, come docente, come uomo. Qualcuno potrà obiettare che lo faccio in modo improprio e che sarebbe opportuno mi facessi da parte. Ci ho provato; avevo anche chiesto al Presidente Chiarugi di poter non partecipare a questa seduta, ma poi ci ho ripensato. Troppe cose non mi tornano personalmente e non riesco a farmene una ragione.