I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 15 (per la parte 14 vedi 23 settembre)

I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 15 (per la parte 14 vedi…..)

In preparazione della seduta “comune” prevista per il 15 dicembre 1998 preparai una “Memoria” la più articolata ed appassionata possibile: riconfermo che ero in difetto, essendo parte principale in causa – o, meglio, interessato in modo diretto a ciò che difendevo – ma era inevitabile, anche perché ero pur sempre rappresentativo degli interessi di una parte e non potevo far finta di nulla. Spesso la Politica è anche un gioco delle ipocrisie; se un difetto mi può essere assegnato questo non era il disincanto, la terzeità: non avrei potuto ed ho preferito essere additato come “partigiano” piuttosto che come un’ameba. Nell’occasione della seduta mi limitai tuttavia a diffondere questa mia memoria, nella quale mettevo in dubbio dal punto di vista reale il termine “Dimensionamento”, applicato per l’appunto in modo difforme.

Dimensionamento?

Il lavoro che è stato svolto in questi ultimi due mesi sul cosiddetto “dimensionamento” delle istituzioni scolastiche nella Provincia di Prato è sicuramente inquinato da un “vizio di fondo” rappresentato da un problema necessario, ma che ha poco a che vedere con la legge sul dimensionamento.

La questione della sede del “Copernico” è certamente rilevante e può ben dirsi al primo punto nell’agenda politica delle urgenze, ma non è assolutamente compresa negli elementi portanti del Decreto Legge 233 del 16 giugno 1998.

Con questo non si intende irritare nessuno né fare un’operazione di sottovalutazione del problema; si ha soltanto l’esigenza di essere chiari, visto che la “chiarezza” si è vista molto spesso chiamare in causa anche a sproposito.

Con questo non si vuol nemmeno dunque dire che il problema del “Copernico” non sia preso in considerazione da noi. Ben altro!

Quel problema è ben presente nei nostri pensieri, ma non è con la legge sul dimensionamento che andava risolto, che va risolto.

Perché se è con quella legge che ci si deve muovere allora l’intervento in questo senso va realizzato in un ben diverso modo, con tempi e fasi concordate, che possano anche prevedere un riequilibrio lento fra i due Licei Scientifici omologhi presenti su questo territorio, che possano prevedere anche per un anno o due il mantenimento dell’attuale situazione, perché questo “tourbillon” di trasferimenti, questo cancan sfrenato che viene annunciato costerà ai cittadini per gli spostamenti e le prevedibili ristrutturazioni, le messe a norma, oltre ad infiniti disagi, anche qualche miliardo, per cui non si scandalizzerebbe quasi nessuno se si continuasse a pagare l’affitto al “Copernico”, ma si evitassero le “deportazioni” previste da una parte all’altra della città. Ma i costi si potrebbero abbattere se a spostarsi fossero in meno, in pochi.

Il dimensionamento è uno strumento importante nelle mani degli Enti Locali; per quel che riguarda la scuola esso è un primo importante segnale di quel “federalismo” tanto sognato, per realizzare il quale occorre un forte riferimento alla democrazia; non occorre dunque svendere questa possibilità che la “società civile” ha conquistato a gruppi esigui di potere, quel potere rappresentato da funzionari dello Stato, che poi non hanno dietro le loro spalle alcun consenso.

Tutte le proteste di queste settimane ne sono una drammatica testimonianza.

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